Secondo l'ultimo (ma anche il primo) parere di salvini quello del Ponte sullo Stretto sarebbe "un cantiere che non unirà solo Sicilia e Calabria dopo un secolo di chiacchiere, Messina e Villa San Giovanni, ma unirà l'Italia all'Europa, al mondo. Creerà più di 100mila posti di lavoro, secondo le stime della società, e sarà la più grande operazione antimafia".
E poi, durante il suo volontario delirio leghista, ha aggiunto che chi rimarca le difficoltà strutturali della sua costruzione e soprattutto il fatto che in Sicilia e Calabria vi siano mafia e 'ndrangheta che s'infiltrerebbero nei vari appalti connessi, fa discorsi "demenziali".
Bene. Anzi, male.
Perché tanti pendolari della penisola, isole comprese, è un anno che subiscono disservizi nei trasporti, in particolare dalle ferrovie.
Quando salvini, qualche mese addietro, rispose ai cronisti che il problema di un disservizio tra Roma Termini e Roma Tiburtina era da attribuire a una ditta privata che aveva piantato un chiodo su un cavo, e quindi a senso suo, si erano creati ritardi alla viva il parroco in tutta la linea ferroviaria nazionale, un cittadino intellettualmente normodotato cosa dovrebbe pensare?
Che forse sia il ministro in carica a fare discorsi demenziali.
Cosa dovrebbe pensare un cittadino intellettualmente normodotato sul fatto che salvini spenda 15 miliardi di euro per un ponte che, oltre ad un impatto ambientale importante, e di dubbia stabilità infrastrutturale, collegherebbe due Regioni che presentano carenza scandalose sia a livello stradale che ferroviario?
No perché la gran parte dei trasporti ferroviari delle due Regioni viaggia a binario unico e le strade, a cominciare dalle autostrade finendo a quelle extraurbane, passando per quelle provinciali, sono equiparabili alle trazzere dove la buonanima di mio nonno andava a raccogliere asparagi circa 60 anni fa. A piedi. E senza mulo.
Quei 15 miliardi e altri, dovrebbero essere spesi in primis per migliorare strade, linee ferroviarie e soprattutto dovrebbero essere spesi nella costruzione di aeroporti.
Perché il problema non sono i 30 minuti di traghetto o l'ora tra un passaggio di quest'ultimo e un aliscafo, ma arrivare in macchina o in autobus (quasi inesistenti e scollegati) fino a Catania o Palermo per prendere un aereo quando al gate bisogna presentarsi due ore prima.
Se si investissero miliardi di euro per potenziare le due Regioni nelle infrastrutture interne, non solo si svilupperebbero le Regioni stesse ma ci sarebbe il triplo dell'occupazione da salvini (o chi per lui) prospettata.
Il ponte sullo Stretto, con le condizioni socio-economiche attuali di Sicilia e Calabria, collegherebbe il nulla al niente.
Ma quale Europa? Quale mondo?
Che minch** c'entra un ponte che collega la Sicilia con la Calabria con il mondo?
E sì che s'infiltrerebbero le mafie.
Le mafie s'infiltrano principalmente nelle grandi opere. Insieme alla droga illegale, sono le prime fonti di guadagno delle mafie.
La verità è una sola. Come mussolini nel Ventennio, quando si è incompetenti e il popolo è per la maggior parte analfabeta funzionale, si cerca di colpirlo con la magnificenza della cementificazione.
Che nei fatti arricchisce i grandi gruppi edili noti sul territorio, nonché quelli stranieri, e s'impoveriscono i cittadini comuni che perdono investimenti importanti nelle cose che contano veramente: strade, ospedali, ferrovie, manutenzione delle infrastrutture, messa in sicurezza del territorio e futuro per i giovani nonché speranza per gli anziani.
Ma salvini questo lo sa. Come sa che politicamente le due Regioni in oggetto sono controllate da decenni dal centrodestra democristiano più paralizzante di qualsiasi altro soggetto politico esistito dal dopoguerra ad oggi.
Conosce bene le logiche clientelari della disoccupazione che affligge da sempre siciliani e calabresi e quindi pesta sull'acceleratore della povertà e del ricatto per schiacciare definitivamente i dissidenti.
Qualcuno gli dica che in una democrazia sana si gioca ad armi pari.
Mentre in Italia le armi sono in possesso di uno solo: il governo di cui fa parte.
Un governo decisamente "demenziale".
PLUS VALET PASSER IN MANIBUS, QUAM SUB DUBIO GRUS.
Salvatore Granata
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