sabato 24 febbraio 2024

La cognata di Fermi

 


Quando si fidanzò, Enrico Fermi, preoccupato delle nuove responsabilità, decise di incrementare le entrate della futura famiglia scrivendo un libro per i licei.

"Se vuoi, te lo detterò nei ritagli di tempo", disse Enrico a Laura.

"Tu potrai copiarlo a macchina e aiutarmi a preparare le figure".

Laura accettò con entusiasmo e si misero subito all'opera.

Al ritorno dal viaggio di nozze, ripresero il lavoro appena installati nel loro appartamento.

Ben presto, però, per Laura, il suo ruolo di segretaria si trasformò in quello di studentessa ottusa.

Ad Enrico appariva tutto "chiaro", "ovvio" o "evidente".

Non a sua moglie.

Le dettava:

"È evidente che in un moto non uniformemente accelerato il rapporto fra la velocità e il tempo non resta costante".

Senza alzare gli occhi dal foglio su cui scribacchiava in fretta per tener dietro al dettato, Laura ribatteva:

"Non è evidente".

"Lo è per chi vuole usare il cervello".

"Non per me".

"Tu non tenti nemmeno di seguire quel che ti detto".

Non era facile riuscire a risolvere dispute di questo tipo.

Una volta, dietro suggerimento di Laura, chiamarono al telefono sua sorella Paola.

Quest'ultima aveva appena superato l'esame di Stato e conseguita la licenza liceale.

Delle spiegazioni di fisica che le lessero al telefono, Paola non comprese nulla.

Era vero che non le piacevano le scienze, ma d'altra parte Enrico non poteva pretendere di scrivere un libro esclusivamente per studenti con una spiccata inclinazione naturale per le scienze, secondo l'opinione di Laura.

Da allora in poi, Paola divenne l'arbitro delle frequenti liti tra Enrico e Laura sulla chiarezza dell'esposizione e, generalmente, il suo verdetto era in favore di sua sorella.

Prof Vincenzo Giordano 

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