MASADA 1564 UN DESERTO CHIAMATO EUROZONA
MASADA n° 1564 26-8-2014 HANNO FATTO UN DESERTO E
L’HANNO CHIAMATO EUROZONA
Blog di Viviana Vivarelli
Siamo in guerra – Dieci anni fa la
morte di Baldoni e le falsità di Scelli - Europa in recessione – Il video della
morte di Fowley sarebbe falso – Risoluzioni di Sel e del M5S sull’invio delle
armi ai Curdi– Renzi e la legge ad personam – Laicità – ERF – La falsa
abolizione delle Province – Il reato di autoriciclaggio e il falso in bilancio
di nuovo rimossi – La piaga della disinformazione – In Italia la recessione c’è
da sei anni – La crisi italiana secondo The Telegraph – Perché Renzi parla con
Ledeen? – La parità di bilancio stoppa ogni ripresa
La "nuova sinistra", in realtà destra, è solo
un'accozzaglia di cortocircuiti mentali, che in tema di guerra si traducono in
qualcosa del tipo
"ti bombardo per il tuo bene";
"ti bombardo per un mondo migliore";
"vi bombardo perché siete terroristi";
"ti bombardo per la Democrazia e per la Libertà";
"ti bombardo per insegnarti la Civiltà";
"ti bombardo per il tuo bene";
"ti bombardo per un mondo migliore";
"vi bombardo perché siete terroristi";
"ti bombardo per la Democrazia e per la Libertà";
"ti bombardo per insegnarti la Civiltà";
.
Ma Renzi non era quello che pochi giorni per motivi
propagandistici voleva fare la partita del cuore con Emergency? E come la voleva
fare? Tirandogli in testa le bombe del 94?
.
Entriamo nella terza guerra mondiale a occhi chiusi,
sordi e ciechi, come se non avessimo imparato niente, come se la guerra fosse
scegliere un cappuccino al bar, con la completa indifferenza degli acefali o dei
senz'anima.
La guerra è uno sbaglio.
I migliori vengono uccisi.
I Paesi devastati. Centinaia di miliardi buttati
nella distruzione che poi mancano alla vita.
Ma i peggiori si incancreniscono nell'errore.
Lavorano per la morte.
Amplificano i conflitti, allargano la miseria,
perpetuano le stragi.
C'è un punto nelle scelte umane dove, qualunque sia
la strada che hai scelto, buona o cattiva, la gravità ti porterà fino in fondo,
come non avessi più alcuna scelta. Le decisioni prese vincolano quella
future.
Non ci saranno mai sufficienti ragioni per spiegare
perché fare il bene, ma si troveranno sempre abbastanza ragioni per giustificare
perché si è scelto il male.
.
E così per volere del solo Renzi, decisione
solipsistica, mandiamo 400 milioni per armare i Curdi, più una accozzaglia di
armi clandestine sequestrate nel 94 e che avrebbero dovuto essere eliminate,
secondo sentenza. Intanto mandiamo 400 milioni. Tanto per cominciare.
Renzi decide senza nemmeno sentire il Parlamento,
come se decidesse di comprare un giocattolo a suo figlio. Decide ad aule
deserte, tutti in ferie agostane, e poi manda ‘l’informativa’ alle commissioni
difesa. La leggerezza e la superficialità con cui ci ha infilato in questa
guerra sono incoscienti. Intanto alla sanità mancano 400 milioni per protesi e
ausili sanitari. Mancano 400 milioni alla scuola. Mancano 400 milioni per la
ricostruzione dell’Aquila. Mancano 400 milioni per i treni dei pendolari. La
Corte dei Conti ha chiesto a Renzi di allargare gli 80 euro a chi un lavoro
nemmeno ce l’ha ed è certificato come povero assoluto, ma i soldi per i poveri
assoluti mancano. I soldi per la morte, invece, ci sono sempre.
.
Cecilia Strada valuta malissimo le armi inviate ai
Curdi e boccia la linea di Renzi: "L'Italia sbaglia: in Iraq le armi sono
troppe. E' armando il meno peggio abbiamo creato i talebani: ora serve forza di
interposizione Onu". La presidente di Emergency si schiera contro la spedizione
di artiglieria ai curdi. E propone le trattative con le milizie jihadiste (come
ha fatto Di Battista, crocefisso da tutti). La figlia di Strada aggiunge la sua
voce alla Rete del Disarmo e al presidente delle Acli Gianni Bottalico, che
intervengono contro l’idea di inviare armi in
Iraq, ai curdi, contro lo Stato islamico. In Iraq ci sono troppe
armi, non troppo poche. Chiediamoci anzi da dove sono arrivate quelle dei
tagliatori di teste. Forse risaliremmo proprio ai governi amici».
Gino Strada: ”In Irak l’incidenza di tumori e
leucemie infantili era aumentata 10 volte a causa delle armi chimiche e
radioattive della guerra con l’Iran e del Golfo del ‘91, ma i medicinali non
erano disponibili a causa dell’embargo. Proposi a Terek Aziz di far arrivare un
aereo carico di anti-tumorali, ma mi disse di no. L’Occidente dovrebbe ricordare
che ogni volta che si decide di combattere una guerra – che significa andare ad
ammazzare qualcuno – si peggiorano situazioni spesso già disastrate. Non è
bastata l’esperienza delle primavere arabe? Tre anni dopo cos’è rimasto? In
Egitto si condannano a morte i civili a 500 alla volta. In Libia c’è una guerra
civile di cui non frega più niente a nessuno. Nel 2003 la sx era contro la
guerra. Ora il governo cambia idea e tira fuori tesi assurde per dare le armi ai
curdi. E' un regalo agli amici del momento. Se vogliamo che tra 2 anni qualcuno
ci faccia un attentato, siamo sulla strada giusta. Una volta che ho deciso di
andare ad ammazzare qualcuno, come lo faccio è secondario perché sto facendo la
più grande cazzata che un essere umano possa fare. C’è chi taglia la gola, chi
usa armi chimiche, chi bombarda coi droni: ognuno con le sue armi cerca di fare
la pelle a qualcun altro. Come cavolo è possibile che la Marina militare abbia
disobbedito alla magistratura, che ordinò la distruzione di quelle armi di
contrabbando? Oggi quella roba lì, che non dovrebbe nemmeno esistere, è il
regalo per gli amici del momento. Non rispettano la Costituzione, le convenzioni
internazionali né la buona pratica di non vendere armi ai Paesi in guerra.
Quando, nel 2001, il governo B decise di invadere l’Afghanistan erano quasi
tutti d’accordo. Solo Emergency e pochi altri dissentivano. Due anni dopo, c’è
stata Piazza del Popolo, la più grande manifestazione pacifista in Italia. Poi
tornano al governo e cambiano di nuovo idea. Ma io i politici li capisco: non
sanno nemmeno dove sia l’Afghanistan. Invece non capisco la stampa: perché
nessuno fa un’analisi e si chiede quante vite abbiamo perso in questi tredici
anni, quante persone abbiamo ucciso, se abbiamo raggiunto gli obiettivi che ci
eravamo prefissati? La verità è che sulla guerra esiste ormai il pensiero unico.
Quando si accetta la possibilità di ammazzare, si diventa gli esseri umani
peggiori. L’unico approccio umano alla guerra è l’abolizione, com’è successo con
la schiavitù.”
.
Loris Mazzetti: "Il giornalista americano Fowley era
di serie B. Obama per lui non ha trattato. Eppure ha appena trattato per Theo
Curtis, liberato pochi giorni fa. E gli ha pagato il riscatto. Dieci anni fa
moriva un altro giornalista: Baldoni. Era di serie B anche lui? Era in Irak come
inviato speciale del settimanale Diario, fu sequestrato dai guerriglieri
islamici mentre guidava un convoglio di aiuti della Croce Rossa. La sua auto fu
bloccata da una mina ma nessuno del convoglio della Cri si fermò ad aiutarlo. Il
responsabile di questo vile abbandono, il berlusconiano Scelli, fece per tre
anni dichiarazioni false ostacolando il recupero del cadavere e raccontando che
Baldoni era stato sequestrato perché andava in giro a chiedere notizie. Invece
fu abbandonato dal convoglio e solo in seguito sequestrato. Al Jazeira diffuse
le foto di lui prigioniero, mentre Libero di Berlusconi e di Feltri aveva la
faccia di dire che stava facendo "Vacanze intelligenti"! E Renato Betulla (il
berlusconiano pagliaccio della CIA assieme all’altro ridicolo Ferrara) lo
definiva "un simpatico piacione". Due giorni dopo veniva giustiziato! "
(E oggi i media, a parte IFQ, fingono che Baldoni non sia mai esistito. Ma, si sa, non si deve disturbare Renzi mentre alla chetichella ci infila nella terza guerra mondiale).
(E oggi i media, a parte IFQ, fingono che Baldoni non sia mai esistito. Ma, si sa, non si deve disturbare Renzi mentre alla chetichella ci infila nella terza guerra mondiale).
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berluscameno
E’ la fine . ”HANNO FATTO UN DESERTO E LO HANNO
CHIAMATO EUROZONA, UNA DELLE PIU’ GRANDI CATASTROFI DELLA STORIA”. E’ venuto il
tempo di chiamare l’eurozona per ciò che è veramente: una delle più grandi
catastrofi della storia economica. Il PIL europeo tuttora non è ritornato ai
suoi livelli del 2007, e non sembra che riuscirà a tornarci di qui a breve.
Infatti già non era chiaro se la sua ultima recessione fosse finita, quando
abbiamo visto che nel secondo trimestre l’eurozona aveva nuovamente smesso di
crescere. E nemmeno la Germania è rimasta immune: il suo PIL è caduto dello 0,2
% rispetto al trimestre precedente. È stato un disastro indotto dalle scelte
politiche. Troppa austerità di bilancio e troppo poco stimolo monetario hanno
paralizzato la crescita come non era quasi mai accaduto prima. L’Europa sta
facendo peggio del Giappone nel suo “decennio perduto”, peggio del blocco della
sterlina durante la Grande Depressione, e meglio di stretta misura del blocco
del gold standard — anche se nemmeno questa nota positiva è veramente tale.
Perché, di questo passo, ci vorrà solamente un altro anno perché l’eurozona
abbia fatto peggio anche del blocco del gold standard. Così, com’è che l’Europa
riesce a far apparire la Grande Depressione come il buon tempo andato della
crescita? Facile: ha ignorato tutto ciò che avevamo appreso da essa.
A quel tempo c’erano due tipi di paesi: quelli che avevano già lasciato il gold standard e quelli che stavano per farlo. Ma quel “stavano per farlo” avrebbe impiegato un po’ di tempo. Perché i governi erano sentimentalmente attaccati all’oro, sebbene, come mostrato da Barry Eichengreen, rinunciare avrebbe poi portato alla ripresa. Essi semplicemente equiparavano il gold standard alla civiltà, e pertanto erano disposti a sacrificare le proprie economie per esso. E infatti le sacrificarono, sebbene in extremis sono stati messi dei limiti.
La Gran Bretagna, per es., nel 1931 rifiutò di alzare i tassi per difendere il gold standard, perché la disoccupazione era già al 20 %. Decise invece di svalutare, e il resto del “blocco della sterlina” — Svezia, Finlandia, Norvegia, Danimarca, Portogallo, e Canada — seguirono l’esempio (un risvolto positivo). L’ironia, naturalmente, è che questa debolezza economica li rese più forti. Abbandonare l’oro permise di dare quello stimolo fiscale e monetario che spinse una ripresa piuttosto rapida. Poi c’erano i duri a morire. Paesi che avevano un sacco di oro, come la Francia, potevano effettivamente restare nel gold standard se volevano — e così fecero. Fecero passare delle misure di austerità una dopo l’altra, in sacrificio all’oro onnipotente, e ne pagarono il prezzo economico. Non ebbero un tracollo come gli USA, ma nemmeno riuscirono a riprendersi (linea gialla).
Il circolo vizioso dei prezzi in calo, della disoccupazione in aumento e dei crescenti tagli di bilancio li portarono in una recessione infinita. Fino a che, s’intende, la Francia e i restanti paesi del “blocco del gold standard”, che al suo picco includeva Belgio, Polonia, Italia, Olanda, e Svizzera, rinunciarono finalmente alle loro illusioni da re Mida nell’ottobre del 1936.
Seguì la ripresa.
Come ho già detto, l’euro è il gold standard con un’autorità morale. E quest’ultima parte è il problema. Gli europei non pensano che l’euro rappresenti in sé la civiltà, ma piuttosto che ne sia il baluardo a difesa.
È un monumento di carta alla pace e alla prosperità, che ha reso quest’ultima impossibile.
Pertanto gli eurocrati che hanno speso la loro vita a costruirlo non saranno mai disposti a distruggerlo, nonostante il fatto che, per com’è attualmente, l’euro si frapponga tra loro e la ripresa.
Proprio come negli anni ‘30, l’Europa è bloccata in un sistema di cambi fissi che non gli permette di stampare, spendere, o svalutare per uscire dalla crisi. Ma, al contrario di allora, si rischia che l’Europa alla fine non si arrenda. È una fedeltà al fallimento che nemmeno il blocco del gold standard avrebbe potuto immaginare. E ciò fa sì che la BCE sia l’unica speranza dell’Europa — il che significa probabilmente una condanna.
Hanno fatto un deserto e l’hanno chiamato eurozona!
A quel tempo c’erano due tipi di paesi: quelli che avevano già lasciato il gold standard e quelli che stavano per farlo. Ma quel “stavano per farlo” avrebbe impiegato un po’ di tempo. Perché i governi erano sentimentalmente attaccati all’oro, sebbene, come mostrato da Barry Eichengreen, rinunciare avrebbe poi portato alla ripresa. Essi semplicemente equiparavano il gold standard alla civiltà, e pertanto erano disposti a sacrificare le proprie economie per esso. E infatti le sacrificarono, sebbene in extremis sono stati messi dei limiti.
La Gran Bretagna, per es., nel 1931 rifiutò di alzare i tassi per difendere il gold standard, perché la disoccupazione era già al 20 %. Decise invece di svalutare, e il resto del “blocco della sterlina” — Svezia, Finlandia, Norvegia, Danimarca, Portogallo, e Canada — seguirono l’esempio (un risvolto positivo). L’ironia, naturalmente, è che questa debolezza economica li rese più forti. Abbandonare l’oro permise di dare quello stimolo fiscale e monetario che spinse una ripresa piuttosto rapida. Poi c’erano i duri a morire. Paesi che avevano un sacco di oro, come la Francia, potevano effettivamente restare nel gold standard se volevano — e così fecero. Fecero passare delle misure di austerità una dopo l’altra, in sacrificio all’oro onnipotente, e ne pagarono il prezzo economico. Non ebbero un tracollo come gli USA, ma nemmeno riuscirono a riprendersi (linea gialla).
Il circolo vizioso dei prezzi in calo, della disoccupazione in aumento e dei crescenti tagli di bilancio li portarono in una recessione infinita. Fino a che, s’intende, la Francia e i restanti paesi del “blocco del gold standard”, che al suo picco includeva Belgio, Polonia, Italia, Olanda, e Svizzera, rinunciarono finalmente alle loro illusioni da re Mida nell’ottobre del 1936.
Seguì la ripresa.
Come ho già detto, l’euro è il gold standard con un’autorità morale. E quest’ultima parte è il problema. Gli europei non pensano che l’euro rappresenti in sé la civiltà, ma piuttosto che ne sia il baluardo a difesa.
È un monumento di carta alla pace e alla prosperità, che ha reso quest’ultima impossibile.
Pertanto gli eurocrati che hanno speso la loro vita a costruirlo non saranno mai disposti a distruggerlo, nonostante il fatto che, per com’è attualmente, l’euro si frapponga tra loro e la ripresa.
Proprio come negli anni ‘30, l’Europa è bloccata in un sistema di cambi fissi che non gli permette di stampare, spendere, o svalutare per uscire dalla crisi. Ma, al contrario di allora, si rischia che l’Europa alla fine non si arrenda. È una fedeltà al fallimento che nemmeno il blocco del gold standard avrebbe potuto immaginare. E ciò fa sì che la BCE sia l’unica speranza dell’Europa — il che significa probabilmente una condanna.
Hanno fatto un deserto e l’hanno chiamato eurozona!
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Nanopress.it
13 anni. Era il 2001 quando Enduring
Freedom, l’operazione militare contro i Talebani in Afghanistan,
primo vero atto della guerra al
terrorismo concepita dagli Usa, fu lanciata, ma sotto il cielo, in
Afghanistan, la
libertà ancora non si assapora, nonostante la morte di Bin Laden. C’è
qualcos’altro che riempie le strade: sono i morti, i civili uccisi dalle bombe,
dagli attacchi kamikaze, dai cecchini talebani. Dall’inizio di Enduring
Freedoom, nella lista dei morti ammazzati in Afghanistan (in attentati, o presi
di mira personalmente) ci sono anche tanti giornalisti, reporter, operatori e
fotografi, morti perché le zone di guerra, si sa, sono pericolose, e fare
inchiesta, o semplicemente dare la cronaca degli avvenimenti, a qualcuno può
dare molto fastidio. Quello che sappiamo è che i
talebani non sono stati sconfitti o messi al margine: anzi, sono più forti che
mai.
.
Il peggior analfabeta è l’analfabeta
politico
Egli non sente, non parla, né
s’interessa
degli avvenimenti politici.
Egli non sa che il costo della vita,
il prezzo dei fagioli
del pesce, della farina, dell’affitto
delle scarpe e delle medicine
dipendono dalle decisioni politiche.
L’analfabeta politico è così somaro
che si vanta e si gonfia il petto
dicendo che odia la politica.
Non sa l’imbecille che
dalla sua ignoranza politica nasce la
prostituta,
il bambino abbandonato, l’assaltante
e il peggiore di tutti i banditi
che è il politico imbroglione,
il mafioso, il corrotto,
il lacchè delle imprese nazionali e
multinazionali.
(Brecht)
.
Dieci anni fa la morte di Baldoni
Sta’ quieto, uomo
Sta’ nel tuo angolo
e ubbidisci ai comandi
che ti danno
ascolta
le notizie che ti dicono
credi
le verità che ti hanno scelto
Il mondo è la cosa quadrata
messa in piedi
non da te
come seggio
non per te
Non scalare
il mistero
Non aprire
Sta’ nel tuo angolo
e ubbidisci ai comandi
che ti danno
ascolta
le notizie che ti dicono
credi
le verità che ti hanno scelto
Il mondo è la cosa quadrata
messa in piedi
non da te
come seggio
non per te
Non scalare
il mistero
Non aprire
.
E CI DIRANNO
………..
e ci diranno che sono tornati
Enzo Baldoni, Margaret Hassan,
Rachel Corrie, de Mello, Arrigoni…
li vedremo arrivare di lontano
sorridenti
e dietro avranno i marines,
gli imam, i poveri cristi e i poveri
islamici,
gli iracheni della guardia,
i pretoriani di Saddham, i carcerieri
di Abu Graib e le loro vittime,
i mercenari di Gheddafi,
i torturatori americani,
i ragazzini di Rafah, i sacerdoti
della chiesa della liberazione,
i sen terra, le vittime delle
corporazioni,
le donne in burka bombardate
nelle loro povere case, i combattenti
inglesi, iracheni, i giovani ebrei
che ballavano nella discoteca,
i kamikaze palestinesi, i bambini
dell’autobus,
la famiglia al posto di blocco,
Quattrocchi con Annalena Tonelli,
il morto nelle miniere cinesi
insieme all’anarchico attentatore,
tutti insieme per mano
li vedremo arrivare sorridenti
e saranno come nuovi
con occhi nuovi
e cuore nuovo
e così uguali finalmente
e saranno amici come l’uomo
è amico all’uomo
come l’uomo non è mai stato
amico a se stesso
torneranno per spiegarci
la differenza tra il bene il male
ma come si fa coi bambini
senza sgridarci troppo
piano piano con amore
con infinita dolcezza
sorridente
ci insegneranno quello che
non avevamo capito
e ci aiuteranno a fare meglio quello
che
non abbiamo ancora fatto.
.
Gang-Fermiamoli
Quella di Enzo Baldoni è una storia che va
raccontata.
Perché è la storia di un grande italiano.
All'attività di pubblicitario ci arriva dopo essere stato muratore in Belgio, scaricatore alle Halles, fotografo di cronaca nera a Sesto San Giovanni, professore di ginnastica, interprete e tecnico di laboratorio chimico.
E' un copywriter straordinario.
Soprattutto ama viaggiare e raccontare.
E' un grande narratore, una penna fluida e dinamica.
Negli anni, è in Messico, Chiapas, nella selva Lacandona, sulle tracce degli zapatisti e del subcomandante Marcos.
Si sposta nelle fogne di Bucarest con il clown Miloud e insegna a bambini già tossicodipendenti a fare i giocolieri.
E' in Birmania durante lo sterminio della minoranza etnica Karen, tra i massacri di Timor Est e le sofferenze degli uomini nel lebbrosario di Kalaupapa, nelle isole Hawai.
Baldoni mangia riso e ranocchi con la portavoce dei ribelli birmani Aye Aye Khing, si perde nella giungla tailandese alla ricerca dei Fratelli Htoo, i gemelli di dodici anni che guidano il cosiddetto Esercito di Dio.
In Colombia raggiunge uno dei principali campi dei guerriglieri delle Farc.
Baldoni intervista una comandante sul cui capo pende una taglia di un milione di dollari.
Poi viene sequestrato da due ragazzini col mitra e si fa liberare dallo stesso capo militare che ordina la sua cattura.
Nell'estate 2004, Baldoni si reca in Iraq per il settimanale “Diario”.
Vuole vedere, documentare, narrare il dramma della popolazione civile, tutto il dramma di una sporca guerra.
Ma Baldoni è anche un volontario della Croce Rossa.
Insieme all'amico autista e interprete Ghareeb, organizza una missione umanitaria a Najaf, la città santa degli sciiti ormai nelle mani di marines e soldati della guardia nazionale irachena.
..
Perché è la storia di un grande italiano.
All'attività di pubblicitario ci arriva dopo essere stato muratore in Belgio, scaricatore alle Halles, fotografo di cronaca nera a Sesto San Giovanni, professore di ginnastica, interprete e tecnico di laboratorio chimico.
E' un copywriter straordinario.
Soprattutto ama viaggiare e raccontare.
E' un grande narratore, una penna fluida e dinamica.
Negli anni, è in Messico, Chiapas, nella selva Lacandona, sulle tracce degli zapatisti e del subcomandante Marcos.
Si sposta nelle fogne di Bucarest con il clown Miloud e insegna a bambini già tossicodipendenti a fare i giocolieri.
E' in Birmania durante lo sterminio della minoranza etnica Karen, tra i massacri di Timor Est e le sofferenze degli uomini nel lebbrosario di Kalaupapa, nelle isole Hawai.
Baldoni mangia riso e ranocchi con la portavoce dei ribelli birmani Aye Aye Khing, si perde nella giungla tailandese alla ricerca dei Fratelli Htoo, i gemelli di dodici anni che guidano il cosiddetto Esercito di Dio.
In Colombia raggiunge uno dei principali campi dei guerriglieri delle Farc.
Baldoni intervista una comandante sul cui capo pende una taglia di un milione di dollari.
Poi viene sequestrato da due ragazzini col mitra e si fa liberare dallo stesso capo militare che ordina la sua cattura.
Nell'estate 2004, Baldoni si reca in Iraq per il settimanale “Diario”.
Vuole vedere, documentare, narrare il dramma della popolazione civile, tutto il dramma di una sporca guerra.
Ma Baldoni è anche un volontario della Croce Rossa.
Insieme all'amico autista e interprete Ghareeb, organizza una missione umanitaria a Najaf, la città santa degli sciiti ormai nelle mani di marines e soldati della guardia nazionale irachena.
..
20 agosto 2004. Dopo aver consegnato
medicinali e generi alimentari, il convoglio umanitario riparte verso Baghdad.
All'altezza di Latifiyah, un attacco armato colpisce alcuni mezzi della Croce Rossa.
La macchina con a bordo Ghareeb e Baldoni ruota su se stessa, passa sulla corsia opposta e si ferma in uno sterrato.
Le altre vetture proseguono la marcia senza fermarsi.
Nessuno soccorre Baldoni e Ghareeb.
E, nella solitudine, vengono bloccati da un gruppo terroristico.
Ghareeb trucidato, Baldoni rapito.
26 agosto 2004. L'emittente tv Al Jazeera annuncia la morte di Enzo Baldoni.
In quelle ore, la moglie e i figli di Baldoni, insegnano a tutti una grande lezione di vita e di dignità.
Proprio secondo le regole e lo stile di Enzo:
“Enzo non c’è più e nessuno potrà mai più ridarcelo, però è anche qui in mezzo a noi. Enzo andava incontro alla vita con un sorriso, continueremo a farlo per lui. Enzo era innamorato della vita, era un inguaribile ottimista. L’insieme di queste cose germoglierà per il mondo e quelle che ci sono dentro di noi stanno già germogliando. Ora abbiamo bisogno di vivere il nostro dolore. Per questo non faremo altre dichiarazioni, pertanto vi chiediamo di lasciarci soli e di non tornare.”
Ad oggi nessuno ha riconsegnato il corpo senza vita di Enzo Baldoni.
.
All'altezza di Latifiyah, un attacco armato colpisce alcuni mezzi della Croce Rossa.
La macchina con a bordo Ghareeb e Baldoni ruota su se stessa, passa sulla corsia opposta e si ferma in uno sterrato.
Le altre vetture proseguono la marcia senza fermarsi.
Nessuno soccorre Baldoni e Ghareeb.
E, nella solitudine, vengono bloccati da un gruppo terroristico.
Ghareeb trucidato, Baldoni rapito.
26 agosto 2004. L'emittente tv Al Jazeera annuncia la morte di Enzo Baldoni.
In quelle ore, la moglie e i figli di Baldoni, insegnano a tutti una grande lezione di vita e di dignità.
Proprio secondo le regole e lo stile di Enzo:
“Enzo non c’è più e nessuno potrà mai più ridarcelo, però è anche qui in mezzo a noi. Enzo andava incontro alla vita con un sorriso, continueremo a farlo per lui. Enzo era innamorato della vita, era un inguaribile ottimista. L’insieme di queste cose germoglierà per il mondo e quelle che ci sono dentro di noi stanno già germogliando. Ora abbiamo bisogno di vivere il nostro dolore. Per questo non faremo altre dichiarazioni, pertanto vi chiediamo di lasciarci soli e di non tornare.”
Ad oggi nessuno ha riconsegnato il corpo senza vita di Enzo Baldoni.
.
Così quel verme di Emilio Fede dette la notizia della
morte di Baldoni:
"Baldoni se l'è cercata, è un giornalista
incosciente, un 'vacanziere' del brivido,e ancora il giornalista italiano che
cerca il brivido in Iraq , un simpatico pirlacchione...ma che ci faceva il
giornalista Baldoni senza una minima protezione a Najaf?Da solo con l'interprete
nella zona più rischiosa? Che colpe ha Berlusconi se l'hanno rapito questi
criminali terroristi islamici di Al Quaeda?"
.
Commenta Ivo Serentha:" Certi personaggi che hanno
completamente rovesciato il senso etico delle cose (B e i suoi) hanno una specie
di corruzione morale conseguenza del benessere raggiunto. Si è perso
completamente il senso della realtà, complice anche l'ignoranza, quella proprio
spicciola, e si vive nella realtà del Paese dei balocchi. Quando si toccherà la
realtà vera molti si scotteranno e si sveglieranno e io, personalmente,auspico
che ciò accada."
.
E Hubbles: "Esattamente. E' la reazione di chi vuole
occultare la propria meschinità denigrando le virtù altrui. La paura di prendere
consapevolezza dei limiti della propria intelligenza e dei limiti delle proprie
capacità e che questa stessa mediocrità, per comparazione, rischi di risultare
evidente agli occhi degli altri. Risultato: attacco come migliore difesa con il
vecchio metodo della macchina del fango. E' lo stesso meccanismo di fondo che
alimenta le intolleranze nei confronti del diverso e di ciò che non si
comprende."
.
Il video dell'esecuzione di Foley, secondo il Times,
sembrerebbe falso
Come falso fu l'attacco di Hilter alla Polonia
secondo un falso incidente concertato dagli stessi Tedeschi. Entreremo dunque a
spron battuto nella terza guerra mondiale (parole del Papa) in base a una
notizia falsa, come se non aspettassimo altro? Ma se anche fosse vera, che cosa
cambierebbe? Cosa è cambiato dopo 13 anni di stragi e bombe in Medio Oriente?
Cosa è cambiato dopo i 6000 soldati della coalizione occidentale morti in Irak e
in Afganistan? Dopo il 140.000 morti civili?
La guerra in Irak è costata 2.000 miliardi di dollari
L'occupazione dell'Afghanistan sembra sia costata sei volte di più
Il Premio Nobel Stiglitz ha stimato il costo bellico ben oltre i 3 trilioni
di dollari E per ottenere cosa?
La guerra in Irak è costata 2.000 miliardi di dollari
L'occupazione dell'Afghanistan sembra sia costata sei volte di più
Il Premio Nobel Stiglitz ha stimato il costo bellico ben oltre i 3 trilioni
di dollari E per ottenere cosa?
Ma più un'azione è inutile e controproducente, più il
male si accanirà a proseguirla e i media strillano oggi alla guerra come 70
anni fa quando Mussolini ci fece entrare, spavaldamente, nella seconda guerra
mondiale.
.
RISOLUZIONI DI SEL E DEL M5S SULL’INVIO DI ARMI AI
CURDI
Tanto per dire la falsità dei media, dal momento che
il parlamento è ancora in ferie, non so dove i media abbiano visto
l'approvazione alla guerra da parte del parlamento. Renzi si è limitato a
'informare' due commissioni e lo ha fatto 'dopo' aver deciso il nostro nuovo
interventi alla guerra in modo autoritario. Basta.
La risoluzione di Sel lo dice chiaramente: "L'invio
di armi ai combattenti curdo-iracheni che si contrappongono all'offensiva delle
milizie radicali islamiche accentua i rischi di divisione del Paese e in ogni
caso potrebbe essere decisa solo attraverso un pieno coinvolgimento del
Parlamento e non, come accade oggi, attraverso 'una informativa' alle
commissioni Esteri e Difesa
Sel condanna "le persecuzioni e atrocità commesse dai
miliziani ISIS verso le popolazioni civili", sottolineando "l'urgenza di una
forte iniziativa internazionale nell'ambito delle Nazioni Unite per la
protezione dei civili" ma boccia l'annunciata intenzione del Governo di armare i
peshmerga curdi, iniziativa che "rischia di accelerare il processo di divisione
dell'Iraq, e di rafforzare un progetto di Kurdistan iracheno indipendente, con
conseguente ulteriore destabilizzazione in tutta l'area". In ogni caso, Sel
ritiene che "la decisione rispetto all'invio di armi da parte del governo
italiano debba essere sottoposta ad una discussione circostanziata ed accurata
del Parlamento e non ad una semplice informativa ex-post in Commissione, nonché
all'approvazione di un atto specifico che autorizzi la cessione di armamenti
compatibilmente con le prescrizioni ed i criteri fissati dalla legge
185/90"
.
La risoluzione M5S sulle armi ai Curdi dice: “Niente
kalashnikov e armamenti leggeri, sì all'invio di giubbotti antiproiettile ed
elmetti. Non esiste al momento alcuna traccia di negoziati con i
fondamentalisti islamici. Al contrario, il M5S chiede che venga avviata
un'azione diplomatica che miri a riconoscere i diritti delle popolazioni curde.
In poche parole, no ai fucili, sì a uno stato curdo. Si legge infatti: "Non di
armi ma di diritti avrebbe bisogno il popolo curdo, visto che la sua soluzione,
in uno stato laico e multietnico, dovrebbe per forza mettere mano ai confini
post coloniali scritti con “il sigaro di Churchill sulla sabbia”. Insieme alla
soluzione della vicenda palestinese la soluzione politica della vicenda curda
rappresenterebbe un passo fondamentale verso la pace e la stabilità del Medio
Oriente". Si crei una "cabina di regia che informi il Parlamento sullo stato
della situazione nell’area indicata, al fine di valutare prontamente eventuali
azioni", a partire da "una iniziativa internazionale per il cessate il fuoco, la
smilitarizzazione delle città contese, l’apertura di corridoi umanitari, il
ripristino delle forniture di acqua potabile e di energia elettrica, il sostegno
e l’accoglienza ai profughi come precondizione per il ritorno in sicurezza degli
stessi nei loro villaggi e case".
Questo è il testo integrale della risoluzione
sull'Iraq del M5S: http://www.huffingtonpost.it/2014/08/20/iraq-m5s-risoluzione-testo_n_5693996.html
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RENZI E LA LEGGE AD PERSONAM
vv
Renzi non ha nessuna condanna perché si è fatto una
legge ad personam che ha eliminato il reato. Il Ministro Madia ha infilato nel
suo decreto un emendamento che cancella il reato per cui Renzi aveva già avuto
una condanna in primo grado, paragrafo aggiunto al comma 2 dell'articolo 90 del
d.lgs 267/2000
Tra l'altro nessun tg ha mai detto una parola sulla prima condanna di Renzi per danno erariale per aver assunto dei suoi protetti in posti ben pagati senza che avessero i requisiti
La Madia ha messo una norma nella riforma della PA scritta su misura per salvarlo dalla condanna della Corte dei Conti
Tra l'altro nessun tg ha mai detto una parola sulla prima condanna di Renzi per danno erariale per aver assunto dei suoi protetti in posti ben pagati senza che avessero i requisiti
La Madia ha messo una norma nella riforma della PA scritta su misura per salvarlo dalla condanna della Corte dei Conti
liberandolo così dal processo d'Appello della
magistratura contabile. 3 anni fa fu condannato (50mila euro di multa) per un
danno erariale quantificato dalla Procura contabile in 2 milioni e 155mila
euro
Ora va libero e giocondo! Stessa procedura di B che
finché ha potuto si è depenalizzato i reati
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LA COSTITUZIONE E’ VECCHIA?
La Costituzione americana ha 227 anni e a nessuno verrebbe in mente di dire che è vecchia?
Ancora più assurdo è dire che la Costituzione deve essere variata 'nel mio interesse' quando a farlo è una cricca che ubbidisce a forze di estrema destra come i neocon americani, o le maggiori banche di affari o gente, come Renzi e Napolitano, che obbedisce al Fondo MonetarIo che è l'appendice di poche centinaia di magnati che hanno sferrato la loro guerra iperliberista contro l'occidente pretendendo con manovre finanziarie quella devastazione che ormai è paragonabile allo scempio che i nemici fanno di un Paese conquistato
Ci sono diritti umani e valori irrinunciabili che non sono e non saranno mai vecchi. Al più se ne può aggiungere altri come il rispetto delle diversità sessuali o la protezione ai migranti o un maggiore intervento dei cittadini nella conduzione dello Stato e nel controllo di chi è stato delegato a governare, aumentando e fortificando i pochi istituti di democrazia diretta che ci restano.
Chi ha la faccia di dire che la Costituzione è vecchia ha solo la bieca intenzione di distruggere quei presidi e quei principi e quei contrappesi su cui si basa la democrazia.
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LAICITA’
"Laicità significa tolleranza, dubbio rivolto pure
alle proprie certezze, autoironia, demistificazione di tutti gli idoli, anche
dei propri, capacità di credere fortemente in alcuni valori, sapendo che ne
esistono altri, pur essi rispettabili.
Laicità significa fare i conti con le scelte e le rinunce implicite in ogni scelta, non confondere il pensiero con l'autentico sentimento - che è sempre rigoroso - , con la convinzione fanatica e con le viscerali reazioni emotive. Essa costituisce una profonda moralità e si oppone sia al moralismo inacidito - sempre fazioso -. sia alla disinvoltura etica.
Laico è chi sa aderire a una idea senza restarne succube, impegnarsi politicamente conservando l'indipendenza critica, ridere e sorridere di ciò che ama, continuando ad amarlo; chi è libero dal bisogno di idolatrare e di dissacrare, chi non la da a bere a se stesso, trovando mille giustificazioni ideologiche per le proprie mancanze, chi è libero dal culto di sé"
Laicità significa fare i conti con le scelte e le rinunce implicite in ogni scelta, non confondere il pensiero con l'autentico sentimento - che è sempre rigoroso - , con la convinzione fanatica e con le viscerali reazioni emotive. Essa costituisce una profonda moralità e si oppone sia al moralismo inacidito - sempre fazioso -. sia alla disinvoltura etica.
Laico è chi sa aderire a una idea senza restarne succube, impegnarsi politicamente conservando l'indipendenza critica, ridere e sorridere di ciò che ama, continuando ad amarlo; chi è libero dal bisogno di idolatrare e di dissacrare, chi non la da a bere a se stesso, trovando mille giustificazioni ideologiche per le proprie mancanze, chi è libero dal culto di sé"
(da: LA STORIA NON E' FINITA - Etica, Politica,
Laicità. - Claudio Magris)
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ERF : Fondo Europeo di Redenzione, European
Redemption Fund
Tutti gli Stati euro danno a un Fondo specifico le eccedenze delle parti di debito superiori al 60% del PIL e lo stesso Fondo, per finanziarsi e tramutare i titoli nazionali con quelli con garanzia comune, emetterà sul mercato dei capitali una sorta di super eurobond e avvalendosi della tripla A, concessa dalle Agenzie di rating alle emissioni della UE, potranno godere di tassi presumibilmente più
bassi rispetto a quelli di molti paesi periferici, in cambio viene pretesa a garanzia l’asservimento dei rispettivi asset patrimoniali nazionali, riserve valutarie e auree e parte del gettito fiscale (es. IVA). In questo modo si firmano cambiali in bianco e la
riduzione del debito avverrà automaticamente con la vendita dei beni patrimoniali seguendo la logica del curatore fallimentare più orientata a soddisfare i diritti del creditore che del debitore se non si sarà in grado di versare gli importi previsti ogni anno e per vent’anni!
Insomma una feroce Equitalia per gli stati deboli che
li ammazzerà completamente!
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LA FALSA ABOLIZIONE DELLE PROVINCE
Sulla Carta la Province sono state abolite. Nei fatti
no.
17 miliardi sono quanto le Province costavano e
costano ancora ogni anno (le cifre più caute parlano di 11 miliardi l'anno).
Renzi non ha mai detto in che modo ha ottenuto, se lo ha ottenuto, una riduzione
dei costi.
Mancano a tutt’oggi i 'decreti attuativi' per l'effettiva abolizione. Perché, al modo di Letta, anche Renzi ha il vizio di fare annunci a cui non seguono leggi (Letta fece 429 leggi ma 364 si vanificarono perché i suoi ministri non fecero i decreti attuativi!)
Purtroppo non solo i decreti attuativi non ci sono, ma dai fatti risulta che le Province sono più vive e vegete che mai e che addirittura in molte parti d'Italia stanno aumentando il proprio organico, e se non è una beffa questa??
Mancano a tutt’oggi i 'decreti attuativi' per l'effettiva abolizione. Perché, al modo di Letta, anche Renzi ha il vizio di fare annunci a cui non seguono leggi (Letta fece 429 leggi ma 364 si vanificarono perché i suoi ministri non fecero i decreti attuativi!)
Purtroppo non solo i decreti attuativi non ci sono, ma dai fatti risulta che le Province sono più vive e vegete che mai e che addirittura in molte parti d'Italia stanno aumentando il proprio organico, e se non è una beffa questa??
In apparenza il Parlamento ha già cancellato le
Province dalla Costituzione ma, guarda caso, ai primi di agosto, poco prima
delle ferie, il Parlamento ha fatto una piccola modifica (DL 90) che cancella il
risparmio dei soldi dei contribuenti.. Se la legge Delrio in origine vieta in
assoluto compensi ai futuri rappresentati provinciali (perché, ricoprendo già
un’altra carica, non possono ricevere due indennità), i deputati gliel'hanno
resa. Art. 23: “restano a carico della città metropolitana o della provincia gli
oneri per i permessi retribuiti, i rimborsi spese e le indennità di missione, la
partecipazione alle associazioni rappresentative degli enti locali e gli oneri
previdenziali, assistenziali e assicurativi”. Insomma resta la doppia indennità.
Renzi è una totale truffa. Difenderlo è come lavare l'asino, ci si rimette
ranno e sapone.
La cosa che veramente è stata abolita è il diritto
elettorale dei cittadini su chi dirige le Province. Il Partito Unico ha
dimostrato di voler ridurre sempre di più la sovranità popolare e l’uso degli
strumenti di partecipazione popolare alla vita democratica (referendum e leggi
di iniziativa popolare). La riforma costituzionale in discussione prevede un
Senato nominato dai consiglieri regionali. La riforma delle province e delle
città metropolitane ha previsto che i relativi consigli siano nominati dagli
stessi consiglieri comunali già eletti nelle province. Eletti che nominano
eletti, contravvenendo ai principi della “Carta europea dell’autonomia
locale”, sottoscritta dall’Italia nel 1985 e ratificata con la legge
439/1989, che all’art. 3 testualmente recita che i consigli e assemblee delle
autonomie locali siano "...costituiti da membri eletti a suffragio libero,
segreto, paritario, diretto ed universale..."
Con questo sistema, nei futuri Consigli (e al Senato) troveremo solo i grandi partiti grazie al fatto che si eleggeranno da soli senza dover passare dalla consultazione popolare, decideranno ancora su scuole, trasporti, ambiente e territorio, tutti rigorosamente non eletti.
Il M5S si è sempre opposto e continuerà a farlo agli organi istituzionali intermedi tra comuni e regioni, che siano essi eletti a suffragio universale o in modo indiretto, e ritiene che siano sempre i cittadini a dover eleggere i propri organi legislativi e amministrativi.
Con questo sistema, nei futuri Consigli (e al Senato) troveremo solo i grandi partiti grazie al fatto che si eleggeranno da soli senza dover passare dalla consultazione popolare, decideranno ancora su scuole, trasporti, ambiente e territorio, tutti rigorosamente non eletti.
Il M5S si è sempre opposto e continuerà a farlo agli organi istituzionali intermedi tra comuni e regioni, che siano essi eletti a suffragio universale o in modo indiretto, e ritiene che siano sempre i cittadini a dover eleggere i propri organi legislativi e amministrativi.
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Mark
Con Berlusconi come partner per l’approvazione delle
riforme costituzionali, la lotta all’evasione e alla corruzione, e la revisione
della prescrizione, si allontaneranno. Il voto per l’assurda riforma del Senato
ha dimostrato che il Pd ha bisogno di Berlusconi e
di Forza Italia. Ovviamente il disegno di legge per l’istituzione del
reato di autoriciclaggio è stato ritirato dalla commissione
giustizia della Camera a nome del governo dal sottosegretario Cosimo Ferri agli
inizi di giugno: riportando tutto al punto di partenza e gettando al vento mesi
di lavoro. Magari sarebbe bene ricordare che è dal 1998 che l’Ocse ci invita a
creare il reato di autoriciclaggio per combattere evasione, e soprattutto
corruzione. E’ con questi complici che il Pd intende farlo?
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L’UNITA’
Cordy
Io non esulto perché ha chiuso l’Unità. Esulto perché
ha chiuso un giornale sdraiato al potere. Che era con Marchionne per Pomigliano
e non con gli operai. Che era con Monti durante Monti. Con Letta durante Letta.
E con Renzi con Renzi. Che quando i risparmiatori del MPS sono andati al
lastrico grazie a Bersani, D’Alema e Amato.. ha taciuto e omesso.. esattamente
come tante altre penne hanno omesso e taciuto le regalie a De Benedetti. Non una
inchiesta. Non un servizio di indagine. Solo chiacchiere ed opinioni prevedibili
… e poco fastidiose anche durante gli abissi di immoralità conclamati..(mai con
la verità. Mai col popolo italiano).
La stampa, se non è libera, è propaganda del potere.
Ed è dunque meglio chiusa, che aperta.
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LA PIAGA DELLA DISINFORMAZIONE
Tutta la stampa unanime nel dare la notizia FALSA di
valanghe di certificati medici per coprire lo sciopero di
Fiumicino. Peccato che non fosse vero. Ma, piuttosto che dare le notizie
allucinanti della perdita dell0 0,3 del Pil e di Draghi che, come nulla fosse,
ci preannuncia un commissariamento e un furto di sovranità popolare, meglio
sbattere il mostro in prima pagina. E cosa c’è di meglio se il mostro è un
lavoratore! Non sia mai che si mostri fica qualcuno della Casta! E dunque, come
dice Mario Miguel : “SBATTI
IL FACCHINO IN PRIMA PAGINA”
“E dei loschi dirigenti che, pur gestendo l’azienda
in modo fallimentare, si assegnano stipendi milionari, e vanno in pensione con
buone uscite pari al costo di un Boeing 777, non si parla mai? Abbiamo di
fronte, nella orrida stampa italiana, non semplice pigrizia intellettuale o di
accidentale complicità amicale, ma piuttosto, un putrido sistema
di disinformazione, funzionale soltanto a sostenere questa o quella tribù di
potentati economici in costante competizione tra loro; truculenti eserciti di
colletti bianchi a servizio di piovre che succhiano impunemente risorse allo
Stato per trasformarle in pantagruelici interessi privati. Il giornalismo
italiano non è mai stato né editorialmente, né intellettualmente, indipendente,
e deve essere pertanto considerato tra i maggiori responsabili della lunga
agonia morale, politica ed economica che sta soffrendo la nostra
Repubblica.”
Non c’è nei media italiani una singola notizia vera.
I tg dei prossimi 20 anni dovrebbero essere una continua rettifica delle falsità
scritte, lette, commentate e mandate in onda nei 20 anni precedenti. Una farsa a
cui un Senato o una Camera in più o in meno fa davvero poca differenza. Un Paese
in cui qualsiasi piano per l’economia non può esistere. Perché il vero piano per
l’economia sarebbe cominciare a far dimagrire i vari califfati in circolazione
ridistribuendo e riottimizzando risorse e ricchezze. Impossibile per due motivi.
Il primo è che quei califfati sono gli stessi a decidere dell’economia. Il
secondo è che quei califfati sono gli stessi che tengono in piedi la farsa
avendo in mano giornali e televisioni.
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Annamaria#1
Molto giusto mettere il dito sulla piaga
dell’informazione. Piaga purulenta. Perché quello che in queste ore si è
scatenato contro i ‘mostri’ del momento, i facchini Alitalia da additare al
pubblico odio, ha le identiche caratteristiche dell’accerchiamento ostile,
violento, feroce al limite del linciaggio che da anni il M5S subisce da TUTTO un
mondo dell’informazione conformato e organico al sistema di potere che oggi si
riconosce e si rifugia nel nuovo sgorbietto della Provvidenza. Il problema è
grave, anzi, gravissimo: perché un’informazione negligente, superficiale, non
libera, falsa e asservita al potere può arrecare enormi danni culturali,
politici, sociali.
Segnalo su questo tema (sui 5Stelle e
sull’accerchiamento mortale che subiscono dall’intero sistema di potere a cui si
contrappongono) un’ottima, lucida, intelligente analisi di Lucia Annunziata,
ospite de La7.
Non amo molto Lucia Annunziata, ma questo suo onesto
e persino ‘coraggioso’ riconoscimento della verità è per me una piacevole
sorpresa.
“..noi non possiamo capire neanche l’evoluzione del
M5S se non ricordiamo che la presenza del M5S ha terremotato tutto il percorso
politico fin qua. Cioè la ragione per cui non ce l’ha fatta Bersani. E’ perché
Bersani non ha voluto che si facesse alcun patto, aldilà della volontà del M5S!
L’idea di far entrare l’Italia in una situazione di Governo controllato per
tenere fuori il populismo …da un punto di vista li ha esaltati, dall’altro li ha
ghettizzati!
Annunziata spiega molto bene come Bersani si sia
rifiutato di fare un’alleanza con i 5 stelle, che non hanno nemmeno avuto la
possibilità di scambiarsi una sola opinione con il Pd! E poi ancora
Letta e
Renzie… e vedere
alle spalle Civati che
annuisce alle parole della giornalista… che effetto vi fa? (Fate vedere questo
video agli amici che sostengono sempre la solita balla: “Non voto il M5S perché
dice di no a tutti!” Ah sì?)
Potrebbe interessarti anche questo video:
Numerosi gli interventi di personaggi noti, politici
affezionati alle trasmissioni TV che hanno sempre detto, dichiarato, urlato e
ribadito: MAI
UN’ALLEANZA CON IL M5S!
Fassino: “Se Grillo vuol fare
politica faccia un partito” Si presenti alle elezioni! E perché non lo
fa?”
“Se Grillo si trovasse ad essere
il 2°è partito, vi alleereste con lui?”
Finocchiaro. “Francamente io non
credo proprio”
Un’altra Pd: “L’idea non era di
fare una alleanza con M5S. L’idea era di chiedergli, cosa che abbiamo fatto, di
consentire che nascesse un governo di csx pur rimanendo cosa distinta, poi loro
non l’hanno voluto (Vespa chiede: “Ma questo non implica che il M5S facesse
parte della maggioranza?) “No. Avevamo chiesto loro di non
opporsi, di consentire tecnicamente la nascita di un governo
Bersani: “Mica che io volevo
fare una alleanza con Grillo! Son mica matto!”
“Io non ho mai proposto a Grillo
una alleanza! Io mi sono rivolto negli incontri con la seguente proposta:
consentite (e la storia d’Italia ne ha viste di tutti i colori e le soluzioni
tecniche di sono), consentite la partenza di un governo di composizione nuova su
8 punti di cambiamento. Questo è. Conoscendo la mia gente a cui voglio bene, se
il giorno dopo avessi detto: sapete cos’è? si fa il governo con B, non oso
immaginare cosa sarebbe successo (e infatti quando l’ha detto e fatto Renzi non
è successo niente).
.
Alfonso
Media? Tg? Fuffa! Ma interessa poi a qualcuno se
Renzi è di dx o di sx? Ci sono quelli contenti perché hanno gli 80 euro (lordi)
e quelli che pagano la Tasi sentendosi liberati dall’ingiusta IMU (che poi
liberava dall’ingiustissima ICI) e quelli che con 4 soldi della cassa
integrazione che ricevono (che finirà prima o poi) tirano avanti. E quelli che
fanno la fame, ma fanno meno notizia del culo della Boschi. Questa è l’Italia,
my friends, per chi ha ancora dei dubbi … #cambiaverso!
Ah, la sinistra: non pervenuto. Di “uguaglianza” se
ne parla ancora?
Pari diritti, pari opportunità, buona istruzione e buona sanità per tutti, etc, cose così, cose dell’altro secolo. Qualcuno ne parla ancora?
Pari diritti, pari opportunità, buona istruzione e buona sanità per tutti, etc, cose così, cose dell’altro secolo. Qualcuno ne parla ancora?
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"E' un fatto incontrovertibile che il disastro che
dura da 14 anni in Italia coincide con l'adesione all'Uem. L'Italia è in depressione da
quasi 6 anni. Il crollo è stato costellato da false riprese,
sopraffatte ogni volta dai dilettanti monetari responsabili della politica UEM.
L'ultima è svanita dopo un solo trimestre. L'economia è di nuovo in recessione
tecnica. La
produzione è crollata del 9.1% dal suo picco, indietro a livelli
di 14 anni fa. La produzione industriale è scesa a livelli del 1980. Ci vogliono
errori di politica economica madornali per realizzare un tale risultato in una
economia moderna. L'Italia non ha subito niente di simile durante la Grande
Depressione, facendo segnare una crescita del 16% tra il 1929 e il 1939. Nemmeno
Mussolini era così maniacale da perseguire i suoi deliri sul Gold Standard fino
all'amaro finale. Le autorità italiane intravvedono segnali di ripresa
inesistenti. I prestiti bancari alle imprese sono ancora in calo a un tasso del
4.5%. Moody's dice che quest'anno l'economia si contrarrà dello 0.1%. Société
Génerale prevede -0.2%.
Il crollo della proprietà
immobiliare non ha ancora toccato il fondo. La Banca d'Italia ha detto che il numero dei mesi
necessari per vendere una casa è salito a 9,4, da 8,8 della fine dell'anno
scorso. L'indice del peggioramento delle condizioni di mercato è passato da
19.6% a 34.7% in tre mesi. "Non possiamo
andare avanti più a lungo", hanno dichiarato alla filiale di Taranto
dell'associazione degli industriali italiana, Confindustria, in una lettera
aperta al Presidente della Repubblica. La regione sta diventando un "deserto industriale", hanno avvertito,
con le piccole imprese sull'orlo della
chiusura e dei licenziamenti di massa. Il mix letale di
contrazione economica e inflazione zero sta portando la traiettoria del debito
in Italia a crescere in maniera esponenziale, nonostante l'austerità e un avanzo
primario del 2% del PIL.
Nel primo trimestre il debito pubblico è salito al 135.6%, dal 130.2% dell'anno prima. Questo è un effetto meccanico, il risultato dell'onere dell'interesse composto su una base nominale statica. I tassi di interesse reali sullo stock del debito italiano di € 2.100 miliardi - con una scadenza media di 6,3 anni - sono in realtà in aumento a causa dell'arrivo della deflazione.
Il rapporto del debito può arrivare al 140% entro la fine dell'anno, in acque inesplorate per un paese che in realtà si indebita in D-Marks. "Nessuno sa quando i mercati reagiranno" ha detto un banchiere italiano.
La recessione sta erodendo le entrate fiscali così gravemente che Renzi dovrà venirsene fuori con nuovi tagli, dai 20 ai 25 miliardi di €, per soddisfare gli obiettivi di disavanzo dell'UE, perpetuando il circolo vizioso.
Il compito è senza speranza. Uno studio del think-tank Bruegel ha rilevato che l'Italia deve realizzare un avanzo primario del 5% del PIL per stabilizzare il debito con un'inflazione al 2%. L'avanzo sale al 7.8% a inflazione zero. Qualsiasi tentativo di raggiungere questo obiettivo porterebbe ad una implosione autodistruttiva dell'economia italiana.
Nel primo trimestre il debito pubblico è salito al 135.6%, dal 130.2% dell'anno prima. Questo è un effetto meccanico, il risultato dell'onere dell'interesse composto su una base nominale statica. I tassi di interesse reali sullo stock del debito italiano di € 2.100 miliardi - con una scadenza media di 6,3 anni - sono in realtà in aumento a causa dell'arrivo della deflazione.
Il rapporto del debito può arrivare al 140% entro la fine dell'anno, in acque inesplorate per un paese che in realtà si indebita in D-Marks. "Nessuno sa quando i mercati reagiranno" ha detto un banchiere italiano.
La recessione sta erodendo le entrate fiscali così gravemente che Renzi dovrà venirsene fuori con nuovi tagli, dai 20 ai 25 miliardi di €, per soddisfare gli obiettivi di disavanzo dell'UE, perpetuando il circolo vizioso.
Il compito è senza speranza. Uno studio del think-tank Bruegel ha rilevato che l'Italia deve realizzare un avanzo primario del 5% del PIL per stabilizzare il debito con un'inflazione al 2%. L'avanzo sale al 7.8% a inflazione zero. Qualsiasi tentativo di raggiungere questo obiettivo porterebbe ad una implosione autodistruttiva dell'economia italiana.
Ashoka Mody, fino a
poco tempo fa alto funzionario del piano di salvataggio del FMI in Europa, ha
detto che gli studi interni del Fondo hanno ritenuto impossibile realizzare
avanzi primari nella scala necessaria. Consiglia alle autorità italiane di
cominciare a consultare "dei bravi avvocati
per garantire una ristrutturazione ordinata del debito sovrano".
"Non deve essere un cataclisma. Ci sono
modi di dilazionare gli obblighi di pagamento nel corso del tempo. Ma non c'è
nessuna ragione di attendere fino a che il rapporto giunga al 150%. Dovrebbero
andare avanti in questo senso da subito" ha detto.
Scalfari, il decano de La Repubblica e leader dell'establishment UEM in Italia, dice che la ricaduta degli ultimi mesi ha ucciso tutte le illusioni. Ha raccomandato a Renzi di prepararsi a un salvataggio. "Devo esprimere una amara verità, perché tutti noi possiamo vedere la realtà davanti i nostri occhi. Forse l'Italia dovrebbe mettersi sotto il controllo della Troika di Commissione, BCE e FMI" ha detto. Scalfari sembra pensare che la democrazia in Italia dovrebbe essere sospesa per salvare l'euro, che il paese dovrebbe raddoppiare le politiche di terra bruciata, imbarcandosi in uno sforzo ancora più draconiano per recuperare competitività attraverso un svalutazione interna.
Il giovane Renzi – appena diciassettenne quando fu firmato il Trattato di Maastricht, e quindi libero dal peccato originale - potrebbe equamente concludere il contrario, che l'euro dovrebbe essere abbandonato per salvare l'Italia. E' un fatto incontrovertibile che il disastro italiano che dura da 14 anni coincide con l'adesione all'UEM. L’UEM ha messo in moto una dinamica molto distruttiva per le particolari condizioni dell'Italia, e ora impedisce al paese di uscire dalla trappola. Ci dimentichiamo che l'Italia registrava abitualmente un surplus commerciale nei confronti della Germania nel periodo pre-UEM. Le industrie italiane del nord erano viste come concorrenti formidabili, quando la lira era debole.
Antonio Guglielmi, di Mediobanca, dice che l'Italia teneva, prima di agganciare la lira al marco nel 1996. Solo allora è entrata in una "spirale negativa della produttività". In un rapporto che è una condanna, egli ha mostrato come negli ultimi 40 anni la crescita della produttività e della competitività in Italia ha vacillato ogni volta che la valuta nazionale è stata agganciata a quella tedesca. E si è ripresa dopo ogni svalutazione. Una ragione è che l'economia Italiana ha un "gearing" del 67% sul tasso di cambio a causa dei tipi di prodotti che fabbrica, rispetto al 40% della Germania. Il tallone d'Achille è la metà arretrata dell'economia Italiana, soprattutto il Mezzogiorno, che compete testa a testa con la Cina e le economie emergenti dell'Asia, la Turchia e l'Europa orientale in settori sensibili ai prezzi. Gli economisti avevano detto che le nazioni UEM avrebbero dovuto convergere. Gli antropologi e gli storici hanno sostenuto che una cosa simile non sarebbe accaduta.
E ora siamo arrivati a una situazione insostenibile. L'Italia è sopravvalutata del 30% rispetto alla Germania. Non può recuperare attraverso la deflazione, in quanto la stessa Germania è vicina alla deflazione. Le élite della UEM esortano l'Italia a fare le "riforme", un termine che viene buttato là liberamente. "E' tutto un pio desiderio. Le metriche del mercato del lavoro per la Germania e l'Italia non sembrano così diverse. Non è più facile assumere e licenziare in Germania", ha detto Modi, che era il direttore del FMI in Germania.
Scalfari, il decano de La Repubblica e leader dell'establishment UEM in Italia, dice che la ricaduta degli ultimi mesi ha ucciso tutte le illusioni. Ha raccomandato a Renzi di prepararsi a un salvataggio. "Devo esprimere una amara verità, perché tutti noi possiamo vedere la realtà davanti i nostri occhi. Forse l'Italia dovrebbe mettersi sotto il controllo della Troika di Commissione, BCE e FMI" ha detto. Scalfari sembra pensare che la democrazia in Italia dovrebbe essere sospesa per salvare l'euro, che il paese dovrebbe raddoppiare le politiche di terra bruciata, imbarcandosi in uno sforzo ancora più draconiano per recuperare competitività attraverso un svalutazione interna.
Il giovane Renzi – appena diciassettenne quando fu firmato il Trattato di Maastricht, e quindi libero dal peccato originale - potrebbe equamente concludere il contrario, che l'euro dovrebbe essere abbandonato per salvare l'Italia. E' un fatto incontrovertibile che il disastro italiano che dura da 14 anni coincide con l'adesione all'UEM. L’UEM ha messo in moto una dinamica molto distruttiva per le particolari condizioni dell'Italia, e ora impedisce al paese di uscire dalla trappola. Ci dimentichiamo che l'Italia registrava abitualmente un surplus commerciale nei confronti della Germania nel periodo pre-UEM. Le industrie italiane del nord erano viste come concorrenti formidabili, quando la lira era debole.
Antonio Guglielmi, di Mediobanca, dice che l'Italia teneva, prima di agganciare la lira al marco nel 1996. Solo allora è entrata in una "spirale negativa della produttività". In un rapporto che è una condanna, egli ha mostrato come negli ultimi 40 anni la crescita della produttività e della competitività in Italia ha vacillato ogni volta che la valuta nazionale è stata agganciata a quella tedesca. E si è ripresa dopo ogni svalutazione. Una ragione è che l'economia Italiana ha un "gearing" del 67% sul tasso di cambio a causa dei tipi di prodotti che fabbrica, rispetto al 40% della Germania. Il tallone d'Achille è la metà arretrata dell'economia Italiana, soprattutto il Mezzogiorno, che compete testa a testa con la Cina e le economie emergenti dell'Asia, la Turchia e l'Europa orientale in settori sensibili ai prezzi. Gli economisti avevano detto che le nazioni UEM avrebbero dovuto convergere. Gli antropologi e gli storici hanno sostenuto che una cosa simile non sarebbe accaduta.
E ora siamo arrivati a una situazione insostenibile. L'Italia è sopravvalutata del 30% rispetto alla Germania. Non può recuperare attraverso la deflazione, in quanto la stessa Germania è vicina alla deflazione. Le élite della UEM esortano l'Italia a fare le "riforme", un termine che viene buttato là liberamente. "E' tutto un pio desiderio. Le metriche del mercato del lavoro per la Germania e l'Italia non sembrano così diverse. Non è più facile assumere e licenziare in Germania", ha detto Modi, che era il direttore del FMI in Germania.
Giuseppe Ragusa, della Luiss Guido Carli di Roma, ha
detto che il principale fallimento in Italia è la mancanza di investimenti in
capitale umano. "Ciò che
veramente colpisce è quanto siamo indietro nell'istruzione", ha
detto. I dati dell'OCSE mostrano che l'Italia spende solo il 4.7% del
PIL per l'istruzione, rispetto al 6.3% di tutta l'OCSE. La quota
di giovani di età compresa tra 25-34 anni che hanno completato gli studi
superiori è del 21%, rispetto ad una media del 39%. Gli insegnanti sono pagati
una miseria.
Questo è davvero un grosso problema strutturale, ma non può essere risolto dalle "riforme", figuriamoci dall'austerità. Pochi contestano che lo Stato italiano ha bisogno di una revisione radicale. Ma ciò di cui l'Italia ha bisogno è anche un New Deal, un massiccio investimento in infrastrutture e competenze, sostenuto da uno stimolo monetario per sollevare il paese dalla sua soffocante tristezza cosmica. Renzi deve ormai aver capito che questo non può essere fatto sotto l'attuale regime dell'UEM. Improvvisamente si ritrova nella stessa situazione terribile di Hollande in Francia. Da outsider, si è scagliato contro l' austerità dell'UEM, solo per sottomettersi tranquillamente una volta in carica, rassicurato dai suoi consiglieri che la ripresa era a portata di mano. Entrambi si ritrovano con il cappio al collo. La differenza è che Hollande è oltre ogni possibilità di salvarsi. Il regime depressivo dell'UEM ha distrutto la sua presidenza, si parla di dimissioni anticipate. Il signor Renzi non ha ancora bruciato il suo capitale politico, ed è un giocatore d'azzardo per natura. Non c'è più alcuna possibilità che Italia e Francia conducano una rivolta dei paesi latini, mettendo insieme una maggioranza in seno al Consiglio europeo e alla Banca centrale per imporre una strategia di rilancio a livello dell'UEM che cambi completamente il panorama economico. Con l'adesione alla Germania a tutti i costi, la forza politica di Hollande è bruciata. Gli Spagnoli pensano - sbagliando - di essere fuori dal guado, e di non averne bisogno. Renzi è solo. Egli si trova davanti una BCE che ha sostanzialmente violato il suo contratto con l'Italia, lasciando cadere l'inflazione a 0.4% sapendo che questo avrebbe fatto andare in metastasi la crisi italiana. Egli si trova davanti una Commissione subentrante che promette di attuare le stesse disastrose politiche economiche che si sono già dimostrate rovinose. Non vi è alcuno spazio di negoziazione. Queste istituzioni non sono riuscite a garantire un aggiustamento simmetrico che costringa sia il Nord che il Sud ad adottare delle misure per chiudere il divario intra-UEM da entrambe le estremità, assumendosi pari responsabilità per la cattiva gestione della joint venture UEM nei suoi primi anni. Sostenendo solo la volontà dei creditori, hanno messo a terra l'unione monetaria. Non hanno più alcuna legittimità.
L'Italia deve badare a se stessa. Si può riprendere solo se si libera dalla trappola UEM, riprende il controllo dei suoi strumenti di politica economica e ridenomina i suoi debiti in lire, con controlli dei capitali fino a quando le acque si calmano. L'Italia non si troverebbe ad affrontare una crisi immediata di finanziamento, dal momento che ha un avanzo primario di bilancio. La sua posizione patrimoniale netta sull'estero è al -32% del PIL, a fronte di un -92% della Spagna e -100% del Portogallo. Il paese non soffre di eccesso di debito da un punto di vista fondamentale. Il debito ipotecario è molto basso. Il debito aggregato è circa il 270% del PIL, molto inferiore a quello di Francia, Gran Bretagna, Spagna, Giappone, Stati Uniti, Svezia e Paesi Bassi. Il problema principale è un disallineamento del tasso di cambio che crea una crisi del debito pubblico non necessaria, attraverso i meccanismi perversi della UEM.
Non vi è un modo facile di uscire dall'euro. Le strutture ad incastro dell'unione monetaria sono andate ben oltre un aggancio di cambio fisso. Gli interessi costituiti sono potenti e spietati. Eppure non è impossibile. La faccenda sicuramente precipiterà quando la traiettoria del debito italiano entrerà nella zona di pericolo. Questa volta potrebbe non essere così evidente che il paese vuole essere salvato alle condizioni europee. Renzi può giustamente concludere che l'unico modo possibile per adempiere al suo compito di un Risorgimento per l'Italia, e costruirsi il proprio mito, è quello di scommettere tutto sulla lira."
Questo è davvero un grosso problema strutturale, ma non può essere risolto dalle "riforme", figuriamoci dall'austerità. Pochi contestano che lo Stato italiano ha bisogno di una revisione radicale. Ma ciò di cui l'Italia ha bisogno è anche un New Deal, un massiccio investimento in infrastrutture e competenze, sostenuto da uno stimolo monetario per sollevare il paese dalla sua soffocante tristezza cosmica. Renzi deve ormai aver capito che questo non può essere fatto sotto l'attuale regime dell'UEM. Improvvisamente si ritrova nella stessa situazione terribile di Hollande in Francia. Da outsider, si è scagliato contro l' austerità dell'UEM, solo per sottomettersi tranquillamente una volta in carica, rassicurato dai suoi consiglieri che la ripresa era a portata di mano. Entrambi si ritrovano con il cappio al collo. La differenza è che Hollande è oltre ogni possibilità di salvarsi. Il regime depressivo dell'UEM ha distrutto la sua presidenza, si parla di dimissioni anticipate. Il signor Renzi non ha ancora bruciato il suo capitale politico, ed è un giocatore d'azzardo per natura. Non c'è più alcuna possibilità che Italia e Francia conducano una rivolta dei paesi latini, mettendo insieme una maggioranza in seno al Consiglio europeo e alla Banca centrale per imporre una strategia di rilancio a livello dell'UEM che cambi completamente il panorama economico. Con l'adesione alla Germania a tutti i costi, la forza politica di Hollande è bruciata. Gli Spagnoli pensano - sbagliando - di essere fuori dal guado, e di non averne bisogno. Renzi è solo. Egli si trova davanti una BCE che ha sostanzialmente violato il suo contratto con l'Italia, lasciando cadere l'inflazione a 0.4% sapendo che questo avrebbe fatto andare in metastasi la crisi italiana. Egli si trova davanti una Commissione subentrante che promette di attuare le stesse disastrose politiche economiche che si sono già dimostrate rovinose. Non vi è alcuno spazio di negoziazione. Queste istituzioni non sono riuscite a garantire un aggiustamento simmetrico che costringa sia il Nord che il Sud ad adottare delle misure per chiudere il divario intra-UEM da entrambe le estremità, assumendosi pari responsabilità per la cattiva gestione della joint venture UEM nei suoi primi anni. Sostenendo solo la volontà dei creditori, hanno messo a terra l'unione monetaria. Non hanno più alcuna legittimità.
L'Italia deve badare a se stessa. Si può riprendere solo se si libera dalla trappola UEM, riprende il controllo dei suoi strumenti di politica economica e ridenomina i suoi debiti in lire, con controlli dei capitali fino a quando le acque si calmano. L'Italia non si troverebbe ad affrontare una crisi immediata di finanziamento, dal momento che ha un avanzo primario di bilancio. La sua posizione patrimoniale netta sull'estero è al -32% del PIL, a fronte di un -92% della Spagna e -100% del Portogallo. Il paese non soffre di eccesso di debito da un punto di vista fondamentale. Il debito ipotecario è molto basso. Il debito aggregato è circa il 270% del PIL, molto inferiore a quello di Francia, Gran Bretagna, Spagna, Giappone, Stati Uniti, Svezia e Paesi Bassi. Il problema principale è un disallineamento del tasso di cambio che crea una crisi del debito pubblico non necessaria, attraverso i meccanismi perversi della UEM.
Non vi è un modo facile di uscire dall'euro. Le strutture ad incastro dell'unione monetaria sono andate ben oltre un aggancio di cambio fisso. Gli interessi costituiti sono potenti e spietati. Eppure non è impossibile. La faccenda sicuramente precipiterà quando la traiettoria del debito italiano entrerà nella zona di pericolo. Questa volta potrebbe non essere così evidente che il paese vuole essere salvato alle condizioni europee. Renzi può giustamente concludere che l'unico modo possibile per adempiere al suo compito di un Risorgimento per l'Italia, e costruirsi il proprio mito, è quello di scommettere tutto sulla lira."
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VV
Avete notato che Scalfari ha cominciato a criticare
Renzi?
Scalfari fa capo in Italia a un sistema finanziario
che vede Draghi connesso a Napolitano e ubbidisce a padroni ben più alti di
Renzi
Se Scalfari ieri incensava Renzi e oggi lo critica,
forse il vento iperliberista sta per girare e chiede che Renzi sia
sacrificato per uno anche peggiore di lui, o forse è il gran patron De Benedetti
che si accinge a scendere in politica
Ovviamente in tutti questi giochi di potere la
democrazia è avulsa.
e Ubi maior, minus cessat.
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SE NON SI ESCE ALL’EURO, SARA’
BENE CH EL’EURO SVALUTI
Lo dice perfino l’economista
Nouriel Roubini e il finanziere
ultra miliardario George Soros. Roubini è l’economista che ha
previsto la Grande Crisi del 2008. L’altro è uno dei maggiori investitori del
pianeta. Se la domanda interna europea continuerà ad essere debole, anche a
causa dei vari aggiustamenti fiscali e di bilancio adottati nel settore pubblico
e privato, ci sarà il bisogno di riportare in attivo la bilancia commerciale e
tornare esportatori netti per ripristinare la crescita economica. Per migliorare
il saldo della bilancia commerciale, favorendo le esportazioni, è “necessario un
indebolimento del cambio e una politica monetaria più accomodante, che produca
quel deprezzamento, in termini nominali e reali, di cui al momento l’eurozona ha
bisogno. Ecco perché c’è recessione.
“L’euro – ha detto Soros – sta mettendo in serio
pericolo la coesione politica dell’Unione e se si continuerà su questa strada il
tutto potrebbe portare addirittura alla distruzione dell’Europa. Insieme alla
profonda crisi economica, sociale e morale, possiamo osservare questo processo
di disintegrazione”.
Si potrebbe rilanciare l’economia riducendo il valore dell’euro alla parità con il dollaro. Così avremmo il taglio del debito e il rilancio dell’export. Svalutando l’euro del 30% ci sarebbero subito vantaggi per l’export europeo verso l’estero.
Per Giulio Sapelli, storico di economia alla Statale di Milano, la soluzione migliore per ripristinare tutta la “baracca” dell’ Eurozona sarebbe quella in cui la Bce svalutasse l’euro e finanziasse il debito pubblico. “La storia dimostra che i debiti pubblici non si eliminano con le misure di austerity, ma con la creazione di inflazione”.
Draghi ha tagliato i tassi ai minimi storici, portandoli all’1%, ha iniettato mille miliardi di euro di nuova liquidità nel sistema bancario, con l’obiettivo di placare la tensione dei titoli di Stato e alleviare le sofferenze delle banche. L’effetto è durato poco 4 mesi e lo spread tra Btp italiani e Bund tedeschi è tornato sopra i 400 punti base, mentre il rendimento del decennale spagnolo ha sforato il 6%. In pratica: il sistema euro è malato e farà molta fatica a salvarsi.
Si potrebbe rilanciare l’economia riducendo il valore dell’euro alla parità con il dollaro. Così avremmo il taglio del debito e il rilancio dell’export. Svalutando l’euro del 30% ci sarebbero subito vantaggi per l’export europeo verso l’estero.
Per Giulio Sapelli, storico di economia alla Statale di Milano, la soluzione migliore per ripristinare tutta la “baracca” dell’ Eurozona sarebbe quella in cui la Bce svalutasse l’euro e finanziasse il debito pubblico. “La storia dimostra che i debiti pubblici non si eliminano con le misure di austerity, ma con la creazione di inflazione”.
Draghi ha tagliato i tassi ai minimi storici, portandoli all’1%, ha iniettato mille miliardi di euro di nuova liquidità nel sistema bancario, con l’obiettivo di placare la tensione dei titoli di Stato e alleviare le sofferenze delle banche. L’effetto è durato poco 4 mesi e lo spread tra Btp italiani e Bund tedeschi è tornato sopra i 400 punti base, mentre il rendimento del decennale spagnolo ha sforato il 6%. In pratica: il sistema euro è malato e farà molta fatica a salvarsi.
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PERCHE’ RENZI PARLA CON LEDEEN?
Michael Ledeen, mente della strategia
aggressiva nella Guerra Fredda di Ronald Reagan, ideologo degli squadroni della
morte in Nicaragua, consulente del Sismi negli anni della Strategia della
tensione, una delle intelligenze nella guerra al terrore promossa da Bush,
teorico della guerra all'Iraq e della potenziale guerra all'Iran, uno dei
consulenti del ministero degli Esteri israeliano. Che ci è andato a fare da
Renzi?
Prima i soldi e gli indottrinamenti di Verdini, poi i contatti con questo ambiguo personaggio.
Prima i soldi e gli indottrinamenti di Verdini, poi i contatti con questo ambiguo personaggio.
Ma a chi ubbidisce Renzi? Di chi è l'uomo di
paglia?
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LA PARITA’ DI BILANCIO STOPPA
OGNI RIPRESA
berluscameno
Qualche giurista pensa che la causa della nostra
recessione e disoccupazione dilagante vada ricercata nella disciplina giuridica
dell’ Eurozona e dell’Ue. In particolare, “non esiste precedente storico di
stati UE che, per perseguire obiettivi di crescita, si siano rigidamente
vincolati al rispetto della parità di bilancio”. Vincoli che tra l’altro sono
stati imposti illegalmente. Incluso il Fiscal compact firmato lo scorso marzo
2012 e negoziato nel dicembre 2011, cioè nel momento di massima tensione sui
mercati per le sorti dell’Europa. “Prendiamo l’articolo 3 del Fiscal compact. E’
qui che si introduce l’obbligo per gli stati di mantenere ‘la posizione di
bilancio della pubblica amministrazione in pareggio o in avanzo’”. Norma
draconiana, non c’è che dire. “Inapplicabile, piuttosto.
All’ articolo 2 del Fiscal compact, infatti, si ripete per due volte che questo accordo internazionale deve essere interpretato e applicato soltanto finché compatibile ‘con i trattati su cui si fonda l’Ue e con il diritto dell’Ue’”. Tuttavia i trattati costitutivi non restringono a tal punto la possibilità di indebitarsi dei paesi membri. Il Trattato di Lisbona, documento fondamentale dell’ Ue che è entrato in vigore nel 2009 “fondendo” il trattato sull’ Ue e il trattato che istituisce la Comunità europea, “fissa al 3% il limite che l’indebitamento non può superare. Il Fiscal compact, invece, riduce il limite a zero punti. Insomma il Fiscal compact sopprime la sovranità fiscale degli stati firmatari, in violazione del Trattato di Lisbona al quale pure si richiama. E’ probabile che il Fiscal compact sia stato una scorciatoia, visto che l’unanimità tra i 27 paesi membri necessaria a modificare il Trattato di Lisbona non sarebbe mai stata raggiunta. Fatto sta che resta illegale e non ha la forza costituzionale per modificare il Trattato di Lisbona”. Non soltanto il riferimento ai trattati, anche quello al “diritto dell’Ue” contenuto nel Fiscal compact pare fuori bersaglio, visto che l’azzeramento del deficit non è previsto dal regolamento 1175 del 2011, vigente tuttora in materia di politica di bilancio. Gli stati europei, dunque,negli ultimi anni si stanno infliggendo più rigore fiscale – a colpi di azzeramento dei deficit e rientro dei debiti pubblici – di quanto il diritto comunitario ne preveda.
D’ altronde non è la prima volta che “l’euro è gestito applicando principi privi di base giuridica certa”.
Fino al 6 dicembre 2011, giorno d’entrata in vigore dell’attuale Regolamento n° 1175, infatti, era già stato applicato un altro regolamento “viziato da incompetenza assoluta”, il numero 1466 del 1997.
Nel 1997, mentre si concludeva la fase transitoria che avrebbe dovuto rendere più omogenee tra loro le economie dell’ Eurozona in vista dell’introduzione della moneta unica, “la Commissione si arbitrò di sostituire l’articolo 104 C del trattato dell’Unione europea con due regolamenti, uno dei quali è appunto il 1466/97”.
In sintesi: il parametro dell’indebitamento al 3% – uno dei famosi “parametri di Maastricht” – veniva sostituito “con il parametro dello zero per cento, cioè il pareggio di bilancio, togliendo invece rilevanza al parametro del rapporto debito/pil al 60%”.
I ministri della Repubblica italiana(che naturalmente di tutto questo imbroglio giuridico nulla sapevano) continuavano a parlare di ‘parametri di Maastricht’, in realtà operavano imperterriti ottemperando a vincoli ancora più stringenti”.
All’ articolo 2 del Fiscal compact, infatti, si ripete per due volte che questo accordo internazionale deve essere interpretato e applicato soltanto finché compatibile ‘con i trattati su cui si fonda l’Ue e con il diritto dell’Ue’”. Tuttavia i trattati costitutivi non restringono a tal punto la possibilità di indebitarsi dei paesi membri. Il Trattato di Lisbona, documento fondamentale dell’ Ue che è entrato in vigore nel 2009 “fondendo” il trattato sull’ Ue e il trattato che istituisce la Comunità europea, “fissa al 3% il limite che l’indebitamento non può superare. Il Fiscal compact, invece, riduce il limite a zero punti. Insomma il Fiscal compact sopprime la sovranità fiscale degli stati firmatari, in violazione del Trattato di Lisbona al quale pure si richiama. E’ probabile che il Fiscal compact sia stato una scorciatoia, visto che l’unanimità tra i 27 paesi membri necessaria a modificare il Trattato di Lisbona non sarebbe mai stata raggiunta. Fatto sta che resta illegale e non ha la forza costituzionale per modificare il Trattato di Lisbona”. Non soltanto il riferimento ai trattati, anche quello al “diritto dell’Ue” contenuto nel Fiscal compact pare fuori bersaglio, visto che l’azzeramento del deficit non è previsto dal regolamento 1175 del 2011, vigente tuttora in materia di politica di bilancio. Gli stati europei, dunque,negli ultimi anni si stanno infliggendo più rigore fiscale – a colpi di azzeramento dei deficit e rientro dei debiti pubblici – di quanto il diritto comunitario ne preveda.
D’ altronde non è la prima volta che “l’euro è gestito applicando principi privi di base giuridica certa”.
Fino al 6 dicembre 2011, giorno d’entrata in vigore dell’attuale Regolamento n° 1175, infatti, era già stato applicato un altro regolamento “viziato da incompetenza assoluta”, il numero 1466 del 1997.
Nel 1997, mentre si concludeva la fase transitoria che avrebbe dovuto rendere più omogenee tra loro le economie dell’ Eurozona in vista dell’introduzione della moneta unica, “la Commissione si arbitrò di sostituire l’articolo 104 C del trattato dell’Unione europea con due regolamenti, uno dei quali è appunto il 1466/97”.
In sintesi: il parametro dell’indebitamento al 3% – uno dei famosi “parametri di Maastricht” – veniva sostituito “con il parametro dello zero per cento, cioè il pareggio di bilancio, togliendo invece rilevanza al parametro del rapporto debito/pil al 60%”.
I ministri della Repubblica italiana(che naturalmente di tutto questo imbroglio giuridico nulla sapevano) continuavano a parlare di ‘parametri di Maastricht’, in realtà operavano imperterriti ottemperando a vincoli ancora più stringenti”.
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LA BCE VUOLE SOLO LA STABILITA’ DEI
PREZZI
berluscameno
“L’obiettivo principale del Sistema europeo di banche
centrali (SEBC) è il mantenimento della stabilità dei prezzi. Ma il SEBC
dovrebbe sostenere le politiche economiche generali nella Comunità al fine di
contribuire alla realizzazione degli obiettivi della Comunità definiti nell’
art.2 (articolo 105, paragrafo 1, del Trattato che istituisce la Comunità
europea): un elevato livello di occupazione e una crescita sostenibile e non
inflazionistica”.
Nella versione modificata, viene enfatizzata l’esigenza della stabilità dei prezzi. Ma non è vero che la BCE ha il compito esclusivo del controllo dell’inflazione. Essa ha anche quello di sostenere le politiche economiche generali dell’UE. Il problema è che la Germania (che dirige di fatto la BCE) oltre ad avere uno strapotere economico, industriale e commerciale, ha anche uno strapotere (negativo per gli interessi economici dell’Italia) nell’ interpretazione “autentica” dello statuto BCE e nell’applicazione concreta dei trattati UE (il tutto basato sul rigore del bilancio e sulla politica errata dell’ austerity in un periodo economico di forte recessione!).
Ma dove ha studiato Draghi macro economia e politica economica in periodo di recessione, forse al Bar dello Sport di Milano ?
Draghi straparla, i governi stiano zitti: “Per i Paesi dell’ Eurozona è arrivato il momento di cedere sovranità all’ Europa per quanto riguarda le riforme strutturali”. Cedere sovranità all’ Europa? Cioè a chi? Al Parlamento europeo per il quale abbiamo appena votato? No, non ha questi poteri.
Al Consiglio dei capi di Stato e di governo, ossia a un organismo formato da persone elette democraticamente nei rispettivi paesi? No, non si occupa di queste cose.
Non resta che la Commissione, ossia un organismo i cui membri non sono eletti da nessuno (solo il presidente Juncker può vantare, per la prima volta, un giudizio indiretto dei cittadini europei, che insieme al partito votavano il candidato alla Commissione da questo proposto; il che, comunque, non determinava automaticamente la successiva nomina).
Quindi, riassumendo, Draghi ha detto:”I governi democraticamente eletti dei vari Stati UE non si sono dimostrati in grado o non vogliono fare le riforme di struttura che io e quelli che la pensano come me ritengono giuste e necessarie, quindi facciano il favore di mettersi da parte e affidare il compito ai tecnici della Commissione UE.”
Che tutto questo abbia ben poco a che fare con i meccanismi della democrazia è evidentemente un problema che il presidente della Bce o non capisce, il che sarebbe grave, o più probabilmente giudica irrilevante, il che sarebbe ancora più grave. E’ strano che, a quanto risulta, nessun capo di governo, ascoltata questa frase, abbia detto: “Ma lei Draghi (o Merkel)come si permette? Dare indicazioni politiche è del tutto fuori dai suoi compiti e dalle sue competenze. Pensi piuttosto a riportare l’inflazione a quel 2% che è nella missione dichiarata della Bce – e che nella situazione attuale sarebbe pure troppo basso – visto che non sta facendo tutto il necessario in proposito”. Questo dovrebbe dire non uno, ma tutti i capi di governo dell’ Eurozona.
E perché non lo dicono?
Molti – a cominciare dalla signora Merkel – perché sono del tutto d’accordo con Draghi. Altri perché in fin dei conti Draghi in certe situazioni critiche può essere il solo in condizioni di lanciare una ciambella di salvataggio, e non è il caso di farselo nemico. Resta il fatto che la politica economica egemone in Europa e che Draghi ha impropriamente sostenuto non solo non è verità rivelata, ma a giudizio di molti è al contrario profondamente e totalmente sbagliata.
Se in Europa la crescita è a zero e c’è una disoccupazione altissima si può sempre dare la colpa alle riforme non fatte o alle tensioni internazionali. Ma, continuando così la situazione peggiorerà di sicuro.”
Nella versione modificata, viene enfatizzata l’esigenza della stabilità dei prezzi. Ma non è vero che la BCE ha il compito esclusivo del controllo dell’inflazione. Essa ha anche quello di sostenere le politiche economiche generali dell’UE. Il problema è che la Germania (che dirige di fatto la BCE) oltre ad avere uno strapotere economico, industriale e commerciale, ha anche uno strapotere (negativo per gli interessi economici dell’Italia) nell’ interpretazione “autentica” dello statuto BCE e nell’applicazione concreta dei trattati UE (il tutto basato sul rigore del bilancio e sulla politica errata dell’ austerity in un periodo economico di forte recessione!).
Ma dove ha studiato Draghi macro economia e politica economica in periodo di recessione, forse al Bar dello Sport di Milano ?
Draghi straparla, i governi stiano zitti: “Per i Paesi dell’ Eurozona è arrivato il momento di cedere sovranità all’ Europa per quanto riguarda le riforme strutturali”. Cedere sovranità all’ Europa? Cioè a chi? Al Parlamento europeo per il quale abbiamo appena votato? No, non ha questi poteri.
Al Consiglio dei capi di Stato e di governo, ossia a un organismo formato da persone elette democraticamente nei rispettivi paesi? No, non si occupa di queste cose.
Non resta che la Commissione, ossia un organismo i cui membri non sono eletti da nessuno (solo il presidente Juncker può vantare, per la prima volta, un giudizio indiretto dei cittadini europei, che insieme al partito votavano il candidato alla Commissione da questo proposto; il che, comunque, non determinava automaticamente la successiva nomina).
Quindi, riassumendo, Draghi ha detto:”I governi democraticamente eletti dei vari Stati UE non si sono dimostrati in grado o non vogliono fare le riforme di struttura che io e quelli che la pensano come me ritengono giuste e necessarie, quindi facciano il favore di mettersi da parte e affidare il compito ai tecnici della Commissione UE.”
Che tutto questo abbia ben poco a che fare con i meccanismi della democrazia è evidentemente un problema che il presidente della Bce o non capisce, il che sarebbe grave, o più probabilmente giudica irrilevante, il che sarebbe ancora più grave. E’ strano che, a quanto risulta, nessun capo di governo, ascoltata questa frase, abbia detto: “Ma lei Draghi (o Merkel)come si permette? Dare indicazioni politiche è del tutto fuori dai suoi compiti e dalle sue competenze. Pensi piuttosto a riportare l’inflazione a quel 2% che è nella missione dichiarata della Bce – e che nella situazione attuale sarebbe pure troppo basso – visto che non sta facendo tutto il necessario in proposito”. Questo dovrebbe dire non uno, ma tutti i capi di governo dell’ Eurozona.
E perché non lo dicono?
Molti – a cominciare dalla signora Merkel – perché sono del tutto d’accordo con Draghi. Altri perché in fin dei conti Draghi in certe situazioni critiche può essere il solo in condizioni di lanciare una ciambella di salvataggio, e non è il caso di farselo nemico. Resta il fatto che la politica economica egemone in Europa e che Draghi ha impropriamente sostenuto non solo non è verità rivelata, ma a giudizio di molti è al contrario profondamente e totalmente sbagliata.
Se in Europa la crescita è a zero e c’è una disoccupazione altissima si può sempre dare la colpa alle riforme non fatte o alle tensioni internazionali. Ma, continuando così la situazione peggiorerà di sicuro.”
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Mark
Anche se Renzi volesse dimostrarsi di sinistra, i
tagli e la revisione della spesa non potranno che essere nella riduzione dei
diritti e delle spese sociali. Ciò chiedono i mercati; ciò vuole l’establishment
internazionale ed economico (i poteri finanziari). La domanda è: quale governo
ha la forza e il potere di opporsi a queste pressioni? Obama stesso non ha
saputo riformare e regolamentare la finanza; anzi le vecchie pratiche che hanno
portato alla crisi hanno ripreso allegramente a devastare, come se l’esperienza
pregressa non avesse insegnato nulla, e probabilmente è così poiché gli stati si
sono indebitati per far fronte a debiti, errori e rendite private.
Se Obama non ha potuto opporsi e regolamentare e riformare la finanza, perché dovrebbe riuscirci Renzi?
Se Obama non ha potuto opporsi e regolamentare e riformare la finanza, perché dovrebbe riuscirci Renzi?
Nell’autunno 2011, davanti all’inoperosità del
governo di B, alle richieste di Trichet e di Draghi, la BCE smise di comprare i
nostri titoli e lo spread schizzò a livelli insostenibili, chiudendo
definitivamente ogni velleità di governo del condannato. Le aspettative e le
istanze che Renzi dovrà accontentare, sono le stesse: quelle dei mercati, non
purtroppo dell’elettorato italiano.
.
“La differenza tra Democrazia e Dittatura è che in
Democrazia prima si vota e poi si prendono ordini; in una Dittatura non c'è
bisogno di sprecare il tempo andando a votare. “
Charles Bukowski
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L'adulto non crede a Babbo Natale.
Vota.
Pierre Desproges
Pierre Desproges
.
Non sempre chi ha ragione viene votato: e il motivo è
lo stesso per cui è raro che l'onesto diventi ricco.
Raffaello Franchini
.
Allo stato attuale della cosiddetta
democrazia..
“se votare servisse a qualcosa, sarebbe illegale”. (Emma Goldman)
Per questo non avremmo bisogno solo di una nuova democrazia, avremmo bisogno addirittura di un termine nuovo per parlare di governo del popolo.
“se votare servisse a qualcosa, sarebbe illegale”. (Emma Goldman)
Per questo non avremmo bisogno solo di una nuova democrazia, avremmo bisogno addirittura di un termine nuovo per parlare di governo del popolo.
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Il diritto di voto dovrebbe anche essere diritto di
veto.
Roberto Gervaso
Roberto Gervaso
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Quanto meglio sarebbe se i voti si potessero pesare,
anziché contare.
(Georg Lichtenberg)
Quanto possono valere i voti di gente disinformata o, peggio, manipolata e ingannata?
(Georg Lichtenberg)
Quanto possono valere i voti di gente disinformata o, peggio, manipolata e ingannata?
In cui una larga parte è analfabeta di ritorno, non è
in grado di capire il senso di un articolo di giornale, non conosce i termini
per capire l'economia e la politica, ha sulla democrazia idee vaghe e confuse e
si lascia giocare dalla demagogia scambiando l'imposizione di un tiranno per
governo del popolo?
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Una società sana non dovrebbe tendere alla
manipolazione di un alto numero di cervelli, ma all'educazione di un alto numero
di coscienze
(Viviana)
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Forrest Gump
Alla base della filosofia del neoliberismo c'è il
superamento dei sistemi democratici, la riduzione dei governi all'impotenza
decisionale, esecutori dei poteri economici, pompieri e bersagli del malumore
crescente e tutori della sicurezza del potere reale dalla reazione delle masse
impoverite. non è un caso ma una SCELTA IDEOLOGICA
Il parallelo con Renzi e predecessori è d'obbligo.
Il vulnus principale alla nostra democrazia è venuto dai governi Craxi (anni '80) e Berlusconi (‘94-2000) che mentre attaccavano i progressi sociali hanno INDEBITATO sistematicamente lo Stato a favore di attività private, amici e clientele elettorali, svendendo le attività e acquisendo debito. Dal 1983 ad oggi il Debito Pubblico è QUINTUPLICATO, da 450 mil. a 2.200 mil. diventando INSANABILE.
"Affama la Belva" è uno degli slogan di Neo-Con e Tea Party in USA.
Chiunque venga eletto a PdC è ormai IMPICCATO dal debito, come noi d'altronde, non può decidere niente senza l'assenso dei creditori, come spiegato da Draghi.
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Il parallelo con Renzi e predecessori è d'obbligo.
Il vulnus principale alla nostra democrazia è venuto dai governi Craxi (anni '80) e Berlusconi (‘94-2000) che mentre attaccavano i progressi sociali hanno INDEBITATO sistematicamente lo Stato a favore di attività private, amici e clientele elettorali, svendendo le attività e acquisendo debito. Dal 1983 ad oggi il Debito Pubblico è QUINTUPLICATO, da 450 mil. a 2.200 mil. diventando INSANABILE.
"Affama la Belva" è uno degli slogan di Neo-Con e Tea Party in USA.
Chiunque venga eletto a PdC è ormai IMPICCATO dal debito, come noi d'altronde, non può decidere niente senza l'assenso dei creditori, come spiegato da Draghi.
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Il periodico rimescolamento della solita melma con
del liquame fresco lo chiamano, per obbligo di convenienza, “votare”; e a tale
pratica ogni buon cittadino si dedica tutte le volte con una patetica
illusorietà da alchimista, convinto com’è di riuscire a ricavare da
quest’immonda fanghiglia acque pure e cristalline.
Giovanni Soriano
Giovanni Soriano
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