domenica 3 agosto 2014

Bufera su Tavecchio. Empoli ritira appoggio a candidatura

'Le sue note dichiarazioni si allontanano molto dai nostri principi etici', scrive il presidente Fabrizio Corsi sul sito ufficiale


Figc: Tavecchio al Coni, incontro con Malagò (foto: ANSA)






L'Empoli ritira il sostegno a Carlo Tavecchio. "Ritengo sia giusto non appoggiare più la candidatura del presidente LND, Carlo Tavecchio, a presidente federale. Le sue note dichiarazioni si allontanano molto dai nostri principi etici, sportivi e non'', si legge in una nota del presidente del club toscano, Fabrizio Corsi, sul sito ufficiale.
"Vedo che Tavecchio ha intenzione di andare avanti con la candidatura nonostante l'appoggio gli stia un po' mancando. Ma il punto è un altro: non è logico, non è giusto che Lega Dilettanti e Lega Pro possano eleggere il presidente federale anche con una Serie A contraria''. Il presidente del Torino, Urbano Cairo, ha ribadito la sua opposizione alla candidatura di Carlo Tavecchio alla presidenza della Figc ai microfoni di Radio 24. ''C'è il rischio di una Serie A spaccata''. ''L'opposizione - ha aggiunto Cairo - è molto cresciuta. Dalle due squadre (Juventus e Roma, ndr) che erano praticamente astenute, c'è stato uno smottamento continuo: come noi hanno ritirato l'appoggio la Fiorentina, il Sassuolo, leggo oggi il Cagliari, mi pare Sampdoria ed Empoli e forse anche il Cesena".
Macalli, con questo clima difficile governare
"Da quello che si legge, visto il clima, penso sia molto difficile poter governare nei prossimi due anni. Siamo tutti in libertà provvisoria". Lo ha dichiarato Mario Macalli, presidente della Lega Pro, al termine del Consiglio federale della Figc. "Se fa bene Tavecchio ad andare avanti con la candidatura alla presidenza della Federcalcio? Dovreste chiederlo a lui, non a me. Sicuramente da questa situazione il calcio italiano non ci ha guadagnato''. ''Le dimissioni di Abete dovevano portare tranquillità - aggiunge Macalli - e invece si è scatenata una bagarre". Sulle parole del presidente del Coni, Giovanni Malagò, in riferimento alla necessità da parte dei due candidati (Tavecchio e Albertini) di non avere "cambiali da pagare" nella corsa alla poltrona di via Allegri, Macalli è stato chiaro: "Io di cambiali a mio favore non ne ho nemmeno una, bonifici non ne ho mai ricevuti''. ''Il comunicato che ho firmato non era sull'appoggio a Tavecchio, ma contro il commissariamento" ha infine specificato Macalli prima di lasciare la Federcalcio.
Nessuna resa, l'offensiva di Giovanni Malagò non va in gol e Carlo Tavecchio resta candidato IL PUNTOCon una difesa che ha ricordato il più classico dei catenacci del calcio all'italiana, il candidato a rifondare il mondo del pallone azzurro resiste alla sua partita più dura. La sua corsa alla presidenza della Figc, resa simile ad un calvario mediatico dalla frase infelice sugli extracomunitari e le banane, non si interrompe. Il faccia a faccia con Giovanni Malagò, l'incontro cruciale dopo una settimana di bufera e accuse seguite allo scivolone su "stranieri e banane", non porta al passo indietro che da più parti era stato invocato. Tavecchio, forte del sostegno delle quattro Leghe, del resto lo aveva detto all'Ansa già prima di recarsi al Foro Italico: "Vado avanti" e così anche di fronte al capo dello sport italiano non ha ceduto, ha retto, ribadendo la volontà di portare a termine la mission. Andare al voto il prossimo 11 agosto. Con una quasi certezza: diventare il prossimo presidente della Figc. Un vertice e soprattutto un'altra lunga giornata. L'incontro con Malagò dura oltre tre ore e al suo termine il n.1 del Coni, condanna quella frase di Tavecchio, definita ''inaccettabile per il mondo dello sport'' e ribadisce che ''non esiste l'ipotesi commissariamento perché le regole sono chiare è possibile solo se entrambi i candidati si ritirano''. Poco prima Tavecchio aveva ribadito la sua posizione: ''Con l'appoggio delle leghe vado avanti''. Il numero uno della Lnd ha illustrato al presidente del Coni il suo programma: ''ho dato tutte le spiegazioni richieste, finché ho il consenso vado avanti''. Nelle oltre tre ore si è parlato anche di quelli che sembrano i candidati più forti alla panchina azzurra, nell'ordine Antonio Conte, Roberto Mancini, Francesco Guidolin e Antonio Cabrini. In mattinata a varcare le porte del Palazzo H era stato Demetrio Albertini, l'altro candidato, sostenuto da Aic e Aiac e che in questi giorni ha raccolto le simpatie, non i voti, di alcuni club che si sono sfilati dal sostegno a Tavecchio. "Ho ribadito il mio no al commissariamento" aveva detto l'ex giocatore del Milan e della nazionale, approvando la decisione di Tavecchio di non mollare. "E' giusto che vada avanti" le parole a sostegno del rivale dette al termine dell'incontro con Malagò. "Ognuno è responsabile delle sue scelte" il tweet qualche ora più tardi. In attesa dell'assemblea elettiva dell'11 agosto, probabile che gli avversari della candidatura di Tavecchio puntino a sfarinarne ulteriormente la maggioranza, magari coagulando un partito delle schede bianche. Intanto la politica adesso forse tacerà: il premier Matteo Renzi che aveva detto di affidarsi alle parole e ai fatti di Malagò, ha spiegato a gran voce il motivo del suo "silenzio" sulla vicenda, che pure aveva sollevato qualche critica. "Se parlo di Tavecchio succede che squalificano l'Italia dalla Champions", le parole del presidente del consiglio, che proprio per questo motivo - evitare il rischio sanzioni a livello internazionale da Fifa e Uefa - aveva detto di voler rispettare l'autonomia dello sport. Intanto la Figc, rispettando i termini, ha inviato alla Fifa e all'Uefa il materiale sul caso firmato dal direttore generale Antonello Valentini, che ha fatto una cronaca degli avvenimenti e ha allegato un documento di spiegazione di Tavecchio: la federazione presieduta da Blatter infatti era intervenuta chiedendo un'indagine sulle presunte frasi razziste del candidato alla presidenza. Nessuna inchiesta interna, aveva spiegato il presidente dimissionario, Giancarlo Abete, solo il riassunto dei fatti ampiamente riportati dai media. E così è stato: una cronaca di quanto accaduto. Ma quelle frasi certo continueranno a far discutere. Anche Patrice Evra, neo arrivo in casa Juve, ha detto la sua: "Il razzismo è solo ignoranza: io non sono bianco, nero, giallo o rosso. Sono umano e felice così" le parole del giocatore francese di origine senegalese. 

(ANSA)

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