venerdì 11 aprile 2014

L’aereo solare che farà il giro del mondo

Il viaggio durerà circa quattro mesi con cinque tappe di cinque giorni ciascuna senza scalo. La cabina non è pressurizzata o riscaldata


di Giovanni Caprara


PAYERNE (Svizzera) – L’aereo che farà il primo giro del mondo alimentato a energia solare ora esiste. Chiuso in un hangar dell’aeroporto militare di Payerne è pronti a spiccare il volo. Non mancherà molto. Nei prossimi mesi si ultimeranno le strategie della complessa impresa, si stipuleranno gli ultimi accordi per garantire il sorvolo dei continenti e intanto i due piloti protagonisti dell’ardua sfida continueranno a simulare le rotte, i problemi possibili e le soluzioni da adottare per raggiungere l’ambito obiettivo.
Un destino di famiglia
L’aereo destinato ad entrare nella storia dell’aviazione è il Solar Impulse 2 e il personaggio che si è inventato il grande volo mai tentato finora è Bertrand Piccard, lo stesso che nel 1999 riusciva a compiere il giro del mondo in pallone. Bertrand è il nipote di Auguste che negli anni Trenta saliva nella stratosfera chiuso in una bolla metallica appeso a un pallone e figlio di Jacques che nel 1960 con il batiscafo Trieste scendeva nella fossa delle Marianne, nel cuore più profondo dell’oceano Pacifico. Ora, condivide il sogno di Piccard l’ingegnere e pilota André Borschberg, e i due si alterneranno nel compiere il giro del mondo partendo nel marzo dell’anno prossimo.
Solar Impulse 2
Il viaggio durerà circa quattro mesi con cinque tappe per consentire l’alternanza del pilota che sarà impegnato in cinque giorni consecutivi, da solo nella cabina del velivolo nel quale dovrà vivere e pilotare. L’impegno sarà gravoso anche perché la cabina non è pressurizzata o riscaldata e i velivolo dovrà volare alla quota che gli consentirà di raccogliere l’energia solare da immagazzinare nelle batterie, così da poter volare in continuazione anche di notte senza alcun raggio luminoso. L’aereo è stato presentato dai due piloti e dai protagonisti industriali che hanno reso possibile la costruzione.
Senza carburante
«Non è stato facile», racconta Piccard, «perché quando mi sono rivolto ai costruttori aeronautici chiedendo loro di fabricare un aereo del genere tutti mi hanno risposto che non era impossibile. E invece l’aereo adesso è qui pronto a compiere il lungo volo. E sarà il primo a realizzare l’impresa senza bruciare una goccia di petrolio». Ciò grazie alla disponibilità e all’impegno di fabbricanti di barche pratici di materiali compositi e di società di vario genere che hanno accettato di condividere un progetto di ricerca tecnologica avanzata quale era il Solar Impulse il quale richiedeva, prima di tutto, un balzo nell’innovazione in vari campi.
Sfida tecnologica
La prima società ad accettare la sfida è stata la Solvay, diventandone il main sponsor. «Abbiamo voluto condividere il progetto», nota l’amministratore delegato Jean-Pierre Clamadieu, «come partner tecnici dell’impresa perché l’aereo rappresentava per noi una frontiera di conoscenza per la quale bisognava inventare soluzioni chimiche, mettere insieme materiali avanzati e trovare sorgenti di energia adeguate». La prima sfida era rappresentata dal peso e dall’energia da generare per far girare le quattro eliche con i loro motori elettrici.
Quattro eliche con motori elettrici
Il Solar Impulse 2, impiegando materiali compositi e carbonio, pesa appena 2.300 chilogrammi mentre la sua apertura alare di 72 metri è più ampia di quella di un Boeing 747 Jumbo. Ci sono 17 mila celle fotovoltaiche, in parte prodotte con materiali preparati nella sede italiana di Solvay a Bollate, che generano la potenza necessaria. «E sono celle su film sottili che devono resistere alla flessibilità e ai movimenti della grande ala», precisa Claude Michel, che in Solvay ha guidato la partecipazione fornendo anche altri elementi strategici: da strutture leggerissime a componenti delle batterie al litio, ai lubrificanti che devono resistere a temperature variabili dai 40 gradi sottozero ai 40 gradi centigradi sopra zero.
Partner
Altre tre società hanno condiviso il ruolo di partner maggiori: Omega (che ha sviluppato sistemi di guida particolari), Schindler e Abb. Negli anni scorsi si era sperimentato il prototipo Solar Impulse 1 con il quale si sono messe a punto le tecnologie necessarie e si sono compiuti i collaudi in cielo arrivando anche a effettuare la trasvolata degli Stati Uniti.
Le prossime tappe
Se il giro del mondo a tappe avrà il successo sperato per il quale si lavora da dodici anni, allora si tenterà anche un volo senza scalo. «Ma quello che ci interessa è dimostrare attraverso il nostro aeroplano», ha sottolineato Piccard, «che la tecnologia può aiutare l’uomo combattendo l’inquinamento e proteggendo l’ambiente. La natura si protegge da sola; l’uomo invece deve affidarsi alla tecnologia per vivere meglio e per non distruggere il mondo in cui vive cercando semmai di vivere meglio».


http://www.corriere.it/scienze/14_aprile_11/aereo-solare-che-fara-giro-mondo-1a6dba04-c14f-11e3-9f36-c28ea30209b6.shtml

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