venerdì 11 aprile 2014

Lesbo: l’isola di Pasqua

Quest’anno la Pasqua greca coincide con quella cattolica. E la terza isola più grande della Grecia è perfetta per il ponte di primavera: le temperature sono ideali per godersi, oltre a riti e cerimonie, mare e spiagge senza folla

lo  spettacolo delle saline di Lesbo

I polpi appesi ad essiccare, un'immagine tipica delle isole greche

Le saline di Lesbo

Il monastero Moni Limonas

Sigri un villaggio  di pescatori battuto dal  vento

Un tramonto sull'isola

Cristo Pantacratore nel Monastero Taxiarchon

Una spiaggia di Lesbo

Una sala del museo archeologico di Mytilini

Cena a pelo d'acqua in una taverna dell'isola

Picasso e Matisse. Un teatro ellenistico tra i più grandi del mondo antico. Spiagge deserte e taverne a filo d’acqua. Passeggiate nella Foresta Pietrificata. Tartarughe Caretta carettache nascono vicino al mare. Processione di Pasqua per le stradine di Molivos, sotto archi di glicine. Sono alcuni spot di primavera a Lesvos (Lesbos), isola spersa nel blu intenso dell’Egeo, a 20 chilometri dalla costa turca. Ottomana e genovese nel passato, destinata alle arti per i personaggi che sono nati o hanno vissuto qui: da Saffo a Chagall, al premio Nobel per la letteratura (1979) Odysseus Elytis. Eppure la terza più grande isola greca (1630 kmq, 320 km di coste) è stata risparmiata dal turismo di massa, tanto da essere nella lista dei luoghi più integri del Paese, secondo il quotidiano inglese The GuardianPerfetta per un’estate senza folla come per il lungo ponte di aprile-maggio: quest’anno la Pasqua greca coincide con quella cattolica

Si noleggia una macchina e si esplora il capoluogo effervescente: Mitilene, una città universitaria vivace e affollata, con eleganti dimore ottocentesche e testimonianze ben più remote. Come il teatro di epoca ellenistica sulla collina di Agia Kyriaki, il castello bizantino, o il Museo Bizantino, con splendide icone (Mitropoleos 1, tel. 0030.22510.28.514). Da non perdere il Nuovo Museo Archeologico, per i pavimenti a mosaico delle lussuose ville romane, come quelli della Casa di Menandro, con il ritratto del commediografo, della Casa di Telefo e di Euripo, con splendide immagini di creature marine (8 November Street, 8.30-15, chiuso lun.). 

In tema d’arte, la sorpresa più autentica è a Varia, a pochi chilometri dal centro. Una casa signorile circondata dagli ulivi è oggi il Museo Tériade, donato da uno dei cittadini più insigni dell’isola, Stratis Eleftheriades. Trasferitosi giovanissimo a Parigi, fu poeta, pittore, critico d’arte e ideatore dei Grand livres, inedito (fino ad allora) connubio di pittura e scrittura. Nel museo sono conservati i Grandi libri con litografie originali di Picasso, Matisse, Léger, Le Corbusier, Miró, Giacometti. E Chagall, che venne sull’isola due volte per illustrare il libro dedicato al mito locale di Dafni e Cloe. Tériade fu anche scopritore di artisti greci, tra cui il pittore naïf Theophilos, a cui è dedicato il museo vicino. 

Non lontano, sulla collina di Taxiarhes Kagiani, la taverna Antonis Ouzeri (tel. 0030.22510.61.951) si affaccia su uno dei più bei panorami di Mitilene: tavoli in terrazza e ricette della tradizione con verdure dell’orto. Verso l’aeroporto, Oikies Small & Elegant è un b&b di 17 stanze ( doppia b&b da 75 €). Sulla strada tra Mitilene e l’aeroporto, una dimora del 1880 in stile eclettico è il Loriet Hotel (doppia b&b da 100 €). Per dormire nel centro di Mitilene si prenota invece il Theofilos Paradise Boutique Hotel ( doppia b&b da 70 €), con piccola spa e piscina. Altro indirizzo da segnare in agenda, Ermis, il più vecchio kafenio di Mitilene (1790), oggi ristorante dove gustare meze e ouzo,(Ermou 2, tel. 0030.22510.26.232). Atmosfera vivace al Mousiko Kafenio, ex café Regina che cento anni fa ospitava musicisti turchi e artisti locali (Vernardaki & Komninaki 1, aperto 7.30-2). 

Più a nord, vale una sosta Mantamados, villaggio con strette strade pavimentate e case tradizionali, per lo shopping di ceramiche nel laboratorio di Stamatis Stylianos (tel. 0030.22530.61091), e del gustoso Ladotiri, formaggio di pecora, alla Cooperativa Agricola di Mantamados. Di fronte, il sito di pellegrinaggio più importante di Lesbos, il Monastero di Taxiarches (aperto 8-20). Già menzionato nel 1661, ha oggi la forma di una magnifica basilica a tre navate con grandi colonne, risalente al 1879. Tra le tante icone, è venerata quella dell’arcangelo Gabriele, a cui è dedicata una festa la seconda domenica dopo la Pasqua ortodossa. 

Il borgo più chic dell’isola è Molivos, per le case in pietra colorate che richiamano l’architettura ligure, gli yali con gli sporti color cinabro dominati dalla sagoma possente del castello. È emozionante salire sulle mura merlate, panoramicissime. La fortezza bizantina passò in mano a Veneziani, Belgi, Catalani e fu ricostruita dalla famiglia genovese dei Gattilusio e poi dagli Ottomani . Altrettanto suggestiva è la stretta strada acciottolata del mercato, ricoperta dal viola del glicine: qui, a Pasqua, durante la processione dell’Epitaffio, l’odore dell’incenso si mescola al profumo dei fiori.Il porto è imperdibile al tramonto, quando il sole colora le barche dei pescatori e la collina, su fino alla sagoma del castello. Tanta magia ha attirato e continua ad attirare protagonisti dell’arte e della cultura (Ingrid Bergman, Peter Brook, Leonard Cohen), che hanno trovato il loro buen retiro nelle dimore antiche con giardini, come Manor House che si può affittare (prenotare dall’Italia: tel. 055.26.70.569,www.attikasa.com. Prezzi: 115-300 € in agosto). Per la cena si scende al porto, a Le Grand Bleu ( tel. 0030.22530.71.317) o a Octapus (tel. 0030.22530.71.31). 

Da Molivos si va alla vicina Eftalou per una passeggiata sulla spiaggia e un bagno nella fonte termale in riva al mare, protetta da una costruzione del XVII secolo. Da qui inizia la strada bianca, percorribile con una jeep, che porta al borgo marinaro di Skala Skamnias. Pare uscito da una cartolina del secolo scorso, con le sedie in paglia dei ristoranti sotto i grandi alberi che ombreggiano la piazza, il porto con le barche in legno dei pescatori e sull’altro lato la piccola chiesa candida di Panagia Gorgona, la Madonna delle Sirene, appollaiata sugli scogli davanti al blu del mare. Da Molivos si raggiunge Petra, sulla lunga spiaggia in estate affollata di turisti del Nord Europa. Vale la pena affrontare i 114 scalini scavati nella pietra per la Panagia Glykophilousa, la chiesa che domina il paese. Più comoda la chiesa di Agios Nikolaos, in centro, con pregevoli affreschi. Non lontano, l’Archontikò Vareltzidena è un bell’esempio di casa nobiliare, con pareti di legno affrescate. Per visitarla bisogna chiedere alla Cooperativa delle Donne (la prima sull’isola), che affitta stanze e gestisce il ristorante nella piazza principale (in estate, tel. 0030.22530.41.238).

Verso la parte ovest di Lesvos, vale la visita Vatousa, borgo di case in pietra e porte colorate dove è diventato un museo Casa Gogos, del 1890. Scenografico, scendendo a sud, il Moni Ypsilou, monastero-fortezza medievale, abbarbicato sul Monte Ordymnos, sulla strada per Sigri (aperto 8-20), che regala splendidi panorami e l’affascinante sito della Foresta Pietrificata,bizzarria geologica che risale a 20 milioni di anni fa, inserita nei geoparchi protetti dall’Unesco. Un’area di 15.000 ettari con centinaia di alberi trasformati in fossilidall’attività vulcanica durante il Basso Miocene. Una piccola parte, con i tronchi tramutati in enormi cristalli multicolori, è visitabile nel parco prima di Sigri. Ma per conoscerne i segreti, meglio visitare il museo in paese, con schermi interattivi, che organizza escursioni in barca alla piccola isola di Nisiopi, davanti al porto, dove è stata aperta una nuova area di scavi con centinaia di alberi pietrificati, dai colori stupefacenti. 

Sigri, villaggio di pescatori battuto dal vento, con la bella spiaggia di Fenoromeni, è meta degli amanti del windsurf. In paese da non perdere il fritto di gamberetti di Cavo d’Oro (tel. 0030.22530.54.221). Per la notte, stanze confortevoli e ottimi prezzi da Orama, immerso nei campi fuori dal paese, con piscina nel giardino (tel.0030.22530.54226). Da Sigri, la strada bianca che porta a Eressos concede panorami intatti tra montagne vulcaniche fino al paese, autenticamente greco. Una strada fiancheggiata da gelsi e pioppi porta a Skala Eressos, che diede i natali alla poetessa Saffo. Oggi è il paese più turistico della zona, frequentato da lesbiche di mezza Europa ma non solo, per la lunga spiaggia, l’atmosfera di libertà e i lounge bar sul mare. Come Roots, interni multicolori e musica dal vivo, e l’affollato Parasol, tetto in paglia e splendida vista sullo scoglio di fronte. L’ouzo è l’altro vanto di Lesbos: il liquore nazionale qui è prodotto con ingredienti e metodi tradizionali. Barbayannis, a Plomari, lo distilla dal 1860. Da visitare, infine, il Museo Vranas a Papados, nel frantoio costruito nel 1887 dal nonno del premio Nobel Odysseus Elytis. La rassegna di antichi orci e vecchi macchinari è stata integrata nel 2011, per il centesimo anniversario del poeta, con un’esposizione dedicata alla vita dell’artista.

LE SPIAGGE DA NON PERDEREVatera, 8 km, Bandiera Blu, offre un’acqua trasparente e quiete a dispetto di alberghetti e taverne. È sulla costa sud. Agios Ermogenis è un lembo di ciottoli bianchi, mare smeraldo, rocce rossastre. Sulla costa nord: Eftalou, Petra e Anaxos sventolano Bandiera Blu, ma vale la pena di spingersi fino ad Antissa e Gavathas, per le dune di Kampos.

http://viaggi.corriere.it/viaggi/vacanze/mare/14_aprile_08/lesbo-l-isola-pasqua-bf1e71ee-bf22-11e3-9575-baed47a7b816.shtml?photo=1

Nessun commento:

Posta un commento