Dell’Utri. La fuga tra faccendieri e simpatizzanti della Banda della Magliana? “Mi sto solo curando all’estero”
-G.C.-Lui è ufficialmente latitante. Condannato in appello a 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa, Marcello Dell'Utri è fuggito nei giorni scorsi dall'Italia, alla volta del Libano, per scampare così alla sentenza della Cassazione, che dovrebbe pronunciarsi su di lui prossimo 15 aprile.
Qualora la Suprema Corte confermi le sentenze di primo grado e secondo grado, per Dell'Utri dovrebbero spalancarsi le porte di un carcere di massima sicurezza. Dovrebbe scontare così la pena per aver intrattenuto rapporti con membri di Cosa Nostra e, non solo, favorito esponenti mafiosi.
Un futuro a cui l'ex senatore del centrodestra non avrebbe mai voluto sottostare. E' per questo motivo che già da tempo stava preparando la propria fuga verso Beirut e poi chissà, prima ancora che la Procura di Palermo ne ordinasse l'arresto.
La prova di ciò passa attraverso alcune intercettazioni datate 8 novembre 2013.
Quel giorno, il gemello di Marcello Dell'Utri, Alberto, si trova presso il ristorante Assunta Madre, vero e proprio punto di ritrovo della Capitale. In questo locale sfilano artisti, politici, attori, ma anche criminali e mafiosi. A gestirlo, Gianni Micalusi,indagato, come spiega L'Espresso, per riciclaggio e ritenuto vicino alla Banda della Magliana.
Quel giorno, il gemello di Marcello Dell'Utri, Alberto, si trova presso il ristorante Assunta Madre, vero e proprio punto di ritrovo della Capitale. In questo locale sfilano artisti, politici, attori, ma anche criminali e mafiosi. A gestirlo, Gianni Micalusi,indagato, come spiega L'Espresso, per riciclaggio e ritenuto vicino alla Banda della Magliana.
Proprio a causa del suo curriculum giudiziario, Micalusi è sorvegliato. Il ristorante di cui è titolare è seminato di micospie e cimici, in grado di consentire agli inquirenti di sapere sempre cosa si pianifichi tra quelle mura. E così diventa facile intercettare anche Alberto Dell'Utri, quel novembre, mentre parla con un amico di Micalusi, nonché condannato per corruzione, Vincenzo Mancuso.
I due sono seduti a uno stesso tavolo. Discutono tra loro, in special modo su quanto concerne la condanna dell'ex senatore. "Qua bisogna accelerare i tempi, finquanto che Marcello, se poi non ce la fa", confabulano, riferendosi all'udienza in Cassazione.
Dalla conversazione emerge chiaramente la pianificazione della fuga. Si scopre anche che Dell'Utri possiede un passaporto diplomatico della Guinea Bissau: "Lui è andato a Bruxelles insieme a questi della Guinea Bissau che lo hanno preso in seria considerazione e gli hanno dato il passaporto diplomatico", spiegano. "Gli hanno aperto le porte".
Ma Dell'Utri non sa ancora dove scappare, in quel novembre. Non è certo della destinazione, anche se sembra pendere verso il Libano. Dove poi, effettivamente, i testimoni l'hanno visto dirigersi, in aereo, agli inizi di questo mese. E dove gli agenti della Dia, che ora sono sulle sue tracce, hanno rilevato si trovasse il cellulare del politico, il 3 aprile scorso.
Non sorprende, d'altra parte: dieci giorni prima, Dell'Utri aveva pranzato con "un politico importante del Libano”. Il suo piano era quello di stabilirsi lì in tempi brevissimi, prima che la Cassazione si pronunciasse, e nel Paese riprendere una nuova vita, "senza trascurare la sua passione per l'arte".
Chi può averlo aiutato a mettere in atto la fuga? Alberto Dell'Utri se lo lascia sfuggire, davanti a quel tavolo, mesi fa. Cita "un certo Gennaro", che aveva fornito consigli utili all'ex senatore. Si tratta, secondo la Dia, di Gennaro Mokbel: faccendiere e pregiudicato, coinvolto nell'inchiesta su Finmeccanica, amico dei membri della Banda della Magliana e di Massimo Carminai.
Sarebbe stato lui a indicare al latitante appoggi per fuggire. Quelli necessari: "Marcello deve avere una casa, un appoggio", spiega il fratello del senatore. Deve avere gente disposta ad aiutarlo. E, evidentemente, l'ha trovata.
AGGIORNAMENTO:
Dell'Utri è ricomparso, autonomamente. L'ha fatto per mezzo di un comunicato diffuso dal suo avvocato, Giuseppe Di Peri. In esso, egli smentisce la propria fuga per sottrarsi al carcere. "In merito alle notizie stampa e alle diverse interpretazioni circa la mia 'irreperibilità'", si legge nella nota, "tengo innanzitutto a precisare che non intendo sottrarmi al risultato processuale della prossima sentenza della Corte di Cassazione; e che trovandomi in condizioni di salute precaria – per cui tralaltro ho subito qualche settimana fa un intervento di angioplastica – sto effettuando ulteriori esami e controlli".
"Apprendo della aberrante richiesta di preventiva custodia cautelarementre mi trovo già all'estero per il periodo di cura e riposo", prosegue l'ex senatore. "Rimango tuttavia in attesa fiduciosa del risultato che esprimerà la Massima Corte che ha già rilevato incongruenze e 'fumus' nella prima sentenza di appello, annullandola conseguentemente. Mi auguro quindi che un processo ventennale – per il quale ritengo di avere già scontato una grave pena – si possa concludere definitivamente e positivamente".
http://www.articolotre.com/2014/04/dellutri-la-pianificazione-della-fuga-tra-faccendieri-e-membri-della-banda-della-magliana/
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