mercoledì 5 dicembre 2012

Procura 'restituisce' impianti ad azienda Incidente sul lavoro, ferito un operaio



Madre a Napolitano: veda bimbi con cancro


  Il ministro Corrado Clini

 Lo stabilimento Ilva di Taranto

 Napolitano firma il dl Ilva

 Ilva, Napolitano ha firmato il decreto

 Una manifestazione di operai dell'Ilva

  Operai dell'Ilva durante un corteo

 Un momento del corteo degli operai dell`Ilva di Genova

 L'Ilva dopo il passaggio della tromba d'aria

  Una tromba d'aria si e' abbattuta sull'Ilva e su Taranto

 L'Ilva dopo la tromba d'aria

  Lo stabilimento Ilva dopo la tromba d'aria

  Protesta dei lavoratori Ilva a Taranto e Genova

TARANTO - La Procura della Repubblica di Taranto ha emesso un provvedimento con il quale reimmette l'Ilva nel possesso degli impianti sequestrati il 26 luglio per disastro ambientale, così come chiesto ieri dall'azienda in base al decreto legge del 3 dicembre. Il provvedimento viene ora notificato dai carabinieri.
In un incidente sul lavoro in Ilva a Taranto un operaio è rimasto ferito tra un carrello e un camion, sullo stradone che dall'impianto Pca porta alla portineria D. L'operaio ferito è dipendente di una delle ditte dell'appalto. Soccorso, è stato condotto con un'ambulanza in ospedale. Dell'incidente dà notizia Cataldo Ranieri, operaio dell'Ilva e componente del Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti, su Facebook. Le condizioni dell'operaio - a quanto si è saputo - non sarebbero gravi. Ha riportato contusioni ed è stato condotto in ospedale per accertamenti l'operaio rimasto coinvolto oggi pomeriggio in un incidente nello stabilimento Ilva di Taranto. Lo rende noto la società, la quale comunica che alle 15.00 circa nello stabilimento è avvenuto un incidente stradale che ha visto coinvolti due mezzi di una ditta esterna: uno sky e una gru semovente. Nell'incidente - informa la società - "il cestello dello sky in cui sono posizionati i comandi di guida, è stato colpito dal braccio del semovente che lo seguiva e il conducente è stato sbalzato riportando delle contusioni"
IN CSM TOGATI SOLLECITANO POSIZIONE. VIETTI,PER ORA RISERBO - In apertura di plenum del Csm alcuni consiglieri togati hanno espresso "perplessità" sul decreto varato dal governo per l'Ilva di Taranto e hanno sollecitato una presa di posizione da parte del Consiglio, frenata dal vicepresidente Michele Vietti che ha consigliato "self-restraint". A sollevare il dibattito è stato il togato di magistratura indipendente Angelantonio Racanelli, che lamentato "perplessità" per "un decreto che annulla di fatto un provvedimento giurisdizionale" e "se fosse stato fatto da un altro governo, ben altra sarebbe stata la reazione di questo Consiglio". Secondo Vietti "si tratta di una vicenda complessa": difficile fare "imputazioni al Csm di avere un atteggiamento remissivo sulle iniziative del governo. Se qualcuno lo riterrà, ci saranno occasioni più appropriate per approfondire. Domani è attesa la pronuncia del Riesame, è opportuno il massimo self-restraint". Vietti ha anche condiviso la solidarietà espressa dai consiglieri ai magistrati di Taranto, aggiungendo che "analoga solidarietà va espressa nei confronti dei lavoratori dell'azienda che ne hanno patito difficoltà ". Il togato di Area, Roberto Rossi, ha voluto invece sottolineare la "preoccupazione" per il fatto che il decreto "costituisce precedente, e ciò non può non interessare il Csm". Stoppano i laici del centrodestra: secondo Niccolò Zanon "non è nostro compito intervenire sul potere del governo di fare decreti leggi che possano incidere su provvedimenti giurisdizionali. Non spetta a noi menare scandalo". A chiudere il dibattito, Annibale Marini: "Il decreto è stato adottato anche con la firma del Capo dello Stato, quindi questo dibattito é inopportuno".
"Mi interessa far ripartire l'azione di risanamento e mi auguro che nessuno si opponga a questo obiettivo che è sempre più urgente". Così, il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, interpellato su un'eventuale azione della magistratura sul decreto legge sull'Ilva pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. "Io sto alla legge ed è quella pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale. Se qualcuno vuole rispettarla non è questo di cui mi occupo. Mi interessa far ripartire il risanamento".
I legali dell'Ilva hanno depositato alla Procura di Taranto una istanza con la quale chiedono l'esecuzione di quanto contenuto nel decreto legge entrato in vigore ieri, consentendo all'azienda di rientrare in possesso degli impianti sequestrati. L'Ilva ha rinunciato all'istanza di dissequestro del prodotto finito e semi lavorato, istanza che doveva essere discussa dinanzi al tribunale del Riesame il 6 dicembre prossimo. La rinuncia è stata depositata dal'avvocato Egidio Albanese contestualmente al deposito in Procura di una istanza per l'attuazione del decreto legge firmato ieri
Sulla possibile contrapposizione tra Governo e magistratura è intervenuto anche il cardinale Bagnasco. "Non si può dare un taglio netto ma, come sempre in questi casi, bisogna trovare una via mediana".  "Apprezzo molto la firma del decreto da parte del Capo dello Stato", ha detto Bagnasco "perché permette di sbloccare una situazione che era sempre più drammatica per decine di migliaia di persone, preoccupate per la perdita del lavoro e per la salute propria, dei figli e dei familiari".
Intanto il 'Comitato donne per Taranto' ha chiesto alla Procura ionica di "sollevare il conflitto di attribuzione e di non dissequestrare gli impianti che provocano malattia e morte". Il Comitato in una nota ricorda che domani (dalle 10 alle 17) parteciperà sotto la prefettura di Taranto, insieme ad altre associazioni, comitati e cittadini, "al sit-in di sostegno alla magistratura e di denuncia verso un governo che ci sta 'uccidendo' a norma di legge". Secondo Rosella Balestra, portavoce del Comitato, "quanto sta accadendo ai danni della nostra vita, della nostra salute, della nostra economia non può più essere ignorato. Nessuno di noi si sente tutelato dalla proprietà Ilva, ma nemmeno da politici e amministratori, da governo e controllori". "Ora che i tarantini conoscono la verità, ora che si sono sentiti offesi da scelte vergognose, e traditi dai loro stessi politici e amministratori saranno pronti a difendere, anche a denti stretti, quanto - conclude Balestra - di più prezioso viene strappato a beneficio di una economia nazionale che sta attingendo dal nostro sangue e da quello dei nostri figli".

(ANSA)

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