martedì 4 dicembre 2012

Filosofia della poesia Alessandro D'ANGELO


Alessandro D'ANGELO ci invia questo intervento per PoesiAzionArte. Lo
riproduciamo integralmente -per ora- senza commenti. Buona lettura!
Per oggi è tutto dal vostro Moderatore.
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F I L O S O F I A D E L L A P O E S I A

La Parola "Poesia" deriva dal greco POEIO e significa invenzione,
Produzione, creazione, capacità dell1uomo di trasformare la realtà e
di
oggettivarla con un proprio stile. L'estetica moderna non ammette più
l1antica distinzione tra poesia e prosa come due forme di espressione
letterarie diverse.
Esiste l'espressione ritmica, quindi quella metrica in versi
misurabili e
perciò soggetta a certe regole musicali e un'altra sciolta e senza
regole.
E' importante riconoscere la validità della Poesia moderna come
espressione
di un tipo di cultura e manifestazione dell'oggi.
Quando i poeti, come tutti gli artisti Pervengono attraverso un
processo di
identificazione che si compie per tappe successive a vere e proprie
riimmersioni nel sentimento, allora ogni maniera di esprimersi è
valida.
In fondo Ogni modo di esporre poesia ha un suo ritmo e una sua
musicalità.
Ogni espressione, anche nel discorso non versificato, può essere
pregno di
una concreta forma di vita spirituale.
La Poesia è il linguaggio della immaginazione e del cuore~sentimento
espresso con un ritmo armonioso del verso; armonia intesa come
interiorizzazione ed estrinsecazione di uno stesso equilibrio.
Nella Poesia la realtà interiore affiora in versi liberi, in versi
rimati,
in ottave ecc. dando vita ad un'armonia fra "Forma" e "Sostanza"
delle Cose.
Quando viene ad Operare un buon equilibrio il poeta diviene uno
strumento
musicale "divino". E, ciò che scrive, non è più scritto dalla sua
Personalità, intesa nel senso normale del termine, ma egli scrive
come se
qualcuno gli dettasse.
Il poeta è una pedina del Grande Ordine dell'Universo che, vivendo
una vera
armonia nel suo tempo storico, è stato scelto da Dio per manifestare
l'essenza delle Cose alla luce di un Certo tipo di cultura e civiltà.
La Poesia è eterna; essa si esprime a]. di là della forma, anzi la
trascende
sublimandola.
Si dice che la poesia sia libera nei modi di esprimersi dell''animo
umano,
ebbene, secondo me non è cosi
Il poeta deve comunicare ai suoi simili "Messaggi" e "Realtà"
proprie
della sua era, quindi egli non può identificarsi con un tipo di
espressione
già esistente in altri periodi storici.
Molti letterati e uomini di Cultura asseriscono con profonda
convinzione che solo la Gerusalemme Liberata, l'Orlando Furioso, le
opere
del Petrarca o quelle del Leopardi sono "vere Poesie". Ma questi
poeti hanno
esternato dal loro animo ciò che la cultura del loro periodo
storico ha
consentito di manifestare grazie a precisi condizionamenti
storici,
Politici e Socio-culturali.
INel XX° secolo l'uomo vive in una civiltà meccanicistica, usa uno
stile di
vita semplice e lineare che riduce tutto all'essenziale.
Ciò è molto evidente se analizzando i ritmi musicali moderni che sono
venuti ad imporsi ai nostri sensi identificandosi con la civiltà
stessa.
Anche visitando una galleria d'arte notiamo in quasi tutte le opere
come
l'estrinsecazione dell'essenza della manifestazione terrena è
espressa con
pochi segni.
Lo stesso discorso vale per le rappresentazioni di sculture che,
espresse in
modo semplice, cercano cogliere l'essenza che può scaturire dalla
materia
elaborata.
Molti uomini illustri, si sono occupati del problema dell'estetica
come
intuizione pura e della poesia quale logica dell'armonia Cosmica (non
logica
della mente e del giudizio storico).
E' qui che 's'inserisce il discorso dei filosofi Vico, Kant, e dei
critici
Come il De Santis e il Croce, per non dimenticare Aristotele.
Per chiarire il mio pensiero circa la poesia inizio una breve
trattazione
sul pensiero di questi grandi filosofi e Pensatori che hanno portato
avanti
con forza e risolutezza una loro linea di Pensiero ben precisa.
Aristotele nella "Poetica, esprime come il Compito del poeta, non è
tanto la
narrazione dei fatti avvenuti, ma di quelli che sarebbero potuti
accadere.
Non è l'uso del verso o della prosa Che distingue lo storico dal
poeta: si
potrebbe infatti mettere in versi la storia di Erotodo, e pure in
versi
sarebbe storia come in prosa. Secondo Aristotele la vera differenza
fra
storia e poesia è che l'una racconta ciò che è stato, l'altra ciò che
sarebbe potuto essere.
Per questo la poesia è più filosofica che storica: una esprime il
Particolare in un periodo temporale, l'altra esprime "l'Eterno"
nell
'Universale.
Per Gian Battista Vico, l'essenza della poesia, come "prima
operazione della
mente umana" è "Eterna fantasia" che precede idealmente la riflessione
logica solare.
Si Conosce il Vico come colui che si esprime asserendo : "il più
sublime
lavoro di poesia è dare alle cose insensate un senso e una passione".
Chiaramente il filosofo, quando parla di poesia lascia intendere Che
essendo
essa:" la prima Operazione della mente umana", non limita il modo di
estrinsecare la stessa.
La vera poesia per i]. Vico, come in fondo anche per me, non può
essere ne'
falsa, ne' limitata: essa sgorga il "Vero" della mente, si converte
nell'oggetto della poesia come un raggio di luce che si rifrange
dall'esterno all'interno e poi, dopo trasmutazioni alchemiche,
riilumina
l'esterno.
Dunque, Vico, come altri scrittori e filosofi lascia intendere che
quell'eterno quid difficilmente inesprimibile che vive nell'uomo, e
rappresentabile dalla poesia in qualsiasi forma grammaticale venga
espressa.
Importante nell'analizzare la poesia da un punto di vista
storico-evolutivo è prendere in considerazione anche le idee Kantiane.
Per Kant, l'intuizione estetica è l'espressione sensibile dell'idea
intellegibile, è il manifestarsi della libertà nella natura; è
l'individuarsi dell'Universale in modo che questo venga sentito e
traspaia.
Ma l'idea principale di Kant esprime che la bellezza non è una
proprietà
dei Corpi, ma un favore con il quale accogliamo la natura elevandola
allo
stato umano"
Anche qui la poesia è la "superba prima arte", è il mezzo più idoneo
per
risvegliare l'Eterno", la bellezza, la grazia che vivono ed
aspettano di
venire alla luce.
Mentre Benedetto Croce, quando parla di Ludovico Ariosto così si
esprime:
"Egli avrebbe ritratto quel vario modo umano senza interporre mai
nulla tra
se' e le cose, senza ricavare queste da se' stesso, ossia dal proprio
sentire e avrebbe perciò tenuto il metodo prettamente
osservatore
oggettivo.
Il Croce così prosegue: "La teoria dell'arte per
l'arte, la
poesia per la poesia, interpretata come teoria del mero diletto
dell'immaginazione o della indifferente riproduzione oggettiva delle
cose,
deve essere fermamente respinta poiché contrasta con la natura
dell'arte e
dello spirito Universale"
Secondo me invece, sia che l'uomo adoperi nella realizzazione
artistica il
mero diletto della immaginazione, sia che adoperi l'indifferente
riproduzione Oggettiva delle cose, quando nell'azione esprime
il "Foat", la
luce, quel quid inesprimibile che si sente come un tuono silenzioso
che va
oltre le parole, quando c'e' quella scaturiggine che sublima il modo
di
categorizzare il pensiero umano, l'uomo si avvicina all 'universale..
Anche la indifferente riproduzione Oggettiva può diventare arte,
sentimento,
Creazione, vita.
Per i moderni, tra i quali il critico Argan, l'arte è pura
metafisica,
non ha legami con la realtà naturale e storica che sia, neppure per
trascenderla. Non ha fini Conoscitivi, ne' fini pratici, ne'
funzionali.
L'essere arte, dunque anche poesia, è essere per essere, poetizzare
per
poetizzare, dipingere per dipingere; non esistono altri come o perchè.
Comunque, al di là delle opinioni di questi grandi pensatori, si può
essere
d' accordo con alcune Correnti le quali lasciano intendere che la
poesia non
deve essere solo un messaggio breve che scuote l'animo umano, senza
dare
risposta a una situazione di problematica esistenziale.
E' chiaro dunque che Compito del poeta, come di chiunque altro
artista, non
è soltanto quello di scuotere o risvegliare gli animi altrui per
portare
alla luce una certa "Realtà" per lo più nuova, ma è anche quello di
dare
nello stesso tempo alcuni mezzi per dimostrare in modo chiaro una
realtà che
rimarrebbe ottenebrata e piena di ombre e di ambiguità.
Spesso in certi ambienti si sente dire che i poeti di oggi come ad
esempio
Ungaretti, Montale, o Quasimodo al quali manca la metrica , non c'è
musicalità nei loro versi e la loro poesia non è completa come lo era
invece
quella del Tasso o dell'Ariosto o anche del Tassoni, per parlare del
1400 o
come quella più recente di Leopardi O Foscolo.
Tutto ciò che accade sulla terra è estremamente preciso,
anche se a noi può sembrare caotico. Solo la Grande Legge Universale
sa
perchè oggi 1 'arte si esprime in modo diverso.
Tutte le manifestazioni poetiche, dall'epopea alla tragedia, dalla
Commedia
alla lirica, dal dramma all'epica, così come 1' arte della musica,
della
pittura, della scultura, della danza nel loro insieme non sono
secondo me
imitazioni come scrive Gian Battista Vico, ma riflessioni, anzi
espressioni
di una realtà ben precisa.
Non bisogna credere che la poesia sia una cosa personale e soggettiva:
l'uomo in ogni espressione va analizzato alla luce della civiltà e
dell'epoca in cui egli si rivela.
Al di là del soggettivo e dell'oggettivo, esiste l'Essere come cosa
~a" ed
Eterna che in continuo divenire permette ad alcune persone di
esprimere una
certa realtà
La vera Poesia nasce da un'alchimia interiore da trasmutazioni che, se
estrinsecate in maniera veramente sentita , divengono sublimi (Kant)
creazioni o invenzioni nell'Essere della Creazione.
Fra prosa e poesia la differenza non è solo formale, ma soprattutto
sostanziale: ci sono prose più poetiche della poesia, mentre alcune
poesie
sono addirittura in prosa.
Così Come le forme e i colori delle nuvole cambiano con il vento, ma
la loro
sostanza, cioè il vapore acqueo rimane sempre lo stesso, così si Può
dire di
ogni sentimento che scaturisce dall' animo umano.
I modi di espressione sono molteplici: poesia, pittura, musica ecc.,
ma
l'essenza di "Indefinibile" Che è oltre le idee e sfiora il divino è
sempre
la stessa.
Da questo assioma bisogna partire per collocare nella giusta
dimensione e
nella giusta importanza la forza di tutte le arti compresa la poesia
con
tutte le sue varietà di espressione.
Non si può essere superbi e dire che i poeti di oggi non sono più
poeti
perchè non misurano la loro metrica Con il metodo della metrica
tradizionale.
Le scintille di Luce Eterna devono continuare a vivere anche se non
sono
apprezzate da chi è annebbiato dalla cultura Classica. Il nozionismo
scolastico fa perdere 1' essenza reale dell'"UNO" quale espressione
iperuranica e lunisolare che esprime 1' Eterno.
Personalmente non mi sentirei di criticare alcun tipo di espressione.
L'uomo in quanto agisce, crea vibrazioni, cioè si muove nel mondo
delle
energie e tutte si adattano all'"Essere", che altrimenti
non "Sarebbe".
Dare importanza a tutti i modi di esprimersi come rappresentazione di
una
parte della manifestazione e accettare con elasticità ogni forma di
espressione, può essere segno di intelligenza aperta, anche di
vicinanza
verso l'Uno, quindi verso Dio.

di Alessandro D'ANGELO


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