mercoledì 5 dicembre 2012

CAVALIERE, NON CAPISCONO LA SUA GRANDEZZA.....




Via Cavaliere non si incazzi.
Ormai è chiaro che non la capiscono, non c´è niente da fare. Il Suo fine umorismo, la Sua inarrivabile simpatia, il Suo spiccato senso dello spettacolo, il Suo sincero amore per l´ironia.
Dai Suoi e nostri connazionali non Si è mai aspettato più di tanto, nonostante che in pubblico ostenti quando può il Suo amore per loro. Ma dentro di Sé lo sa benissimo che non c´è da fidarsi degli italiani. Da che mondo è mondo si dividono in due distinte categorie: quelli che La adorano ed i malvagi comunisti.
Dei secondi non vale neanche la pena di stare qui a discutere, si sa, bevitori di sangue, stupratori di bambine, insomma cose ormai risapute ed universalmente riconosciute.
Dei primi nonostante che La adorino La addolora un po’ il fatto che abbia dovuto spendere tutti quei soldi per ridurli, attraverso le Sue tv, all’attuale stato di assenza delle facoltà cerebrali che li contraddistingue. Uno stato invidiabile per carità, lo sappiamo tutti che più si è idioti e più si riesce ad essere felici in questo mondo di merda (mi perdoni il francesismo cambronniano* si sa che a Lei i francesi non sono mai stati simpatici), ma insomma via con tutti i miliardi che ha speso non è riuscito a lobotomizzarne neanche il 50 per cento, eccheccazzo!
Degli europei poi non ne parliamo: ma cosa vuole che capisca quel mangiacrauti rosso che ha osato farLe due o tre domande impertinenti sulla giustizia e sul conflitto di interessi proprio nel giorno della Sua incoronazione a Monarca del continente. Lei ha cercato di controbattere col consueto mirabile garbo equiparandolo simpaticamente al kapò di un lager nazista (il fatto che il Suo interlocutore fosse addirittura tedesco aggiunge ovviamente una dose di finissimo humor alla già di per se esilarante battuta) e quello che fa? Addirittura si incazza, si indigna, pretende delle scuse ufficiali!
E tutti quegli altri: lo spagnolo Crespo, cognome da infido interista, che si permette di rampognarLa con quel modo di fare mellifluo (come tutti i bolscevichi sarà sicuramente un culattone....) e osa chiederLe anche lui di scusarsi col Parlamento Europeo. Scusarsi Lei? Lei, il Duce assoluto per ben sei mesi di quell'aula sorda e grigia che con un solo cenno potrebbe trasformare in un bivacco di doppiopetti e cravatte a pois? Che ipocrita. E che irriconoscente soprattutto: si è già scordato, lui ed il suo popolo di toreri falliti, di quando il di Lei illustre predecessore, il Cavalier Benito, mandò i nostri baldi giovani in camicia nera nel ´36 a salvarli dalle sanguinarie orde staliniane?
E tutti quegli altri, con quei cartelli in tutte le lingue dell'Unione, a ricordarLe sempre 'sta storia della giustizia, 'sta menata del conflitto di interessi: che palle!!!!!! Ma come fa a sopportarli? Lei è infinitamente buono Cavaliere e dall'alto del Suo grande amore riesce addirittura a perdonarli, nonostante la loro inutile e perfida crudeltà. Come La ammiriamo!
Di tutti questi, nonostante la loro evidente malvagità, è riuscito a farsene una ragione. Ma la cosa che veramente La fa star male è il vedere la reazione che le Sue immortali parole (il kapò nazista, i dilettanti della democrazia ...) hanno provocato nei Suoi servi ......ops, mi scusi volevo dire alleati....
Vabbè, non parliamo di Romano Prodi e Mario Monti, che certo Suoi alleati non sono e che alle sue frasi si sono trasformati, come la biblica moglie di Lot, in due pallide statue di sale (chissà poi perché...). Ma quel Buttiglione, seduto alle Sue spalle, che già l´aveva inutilmente infastidita durante il Suo discorso di investitura tormentandosi continuamente le mani come uno che si aspetta da un momento all'altro chissà quale disgrazia, e nel momento più alto della sua orazione (il kapò nazista) viene colpito da ischemia parietale destra fulminante. A causa di ciò per spiare furtivamente (e con manifesta, inspiegabile vergogna) le reazione indignata degli europoidi nell'emiciclo, ha rischiato seriamente di rimanere strabico a vita.
Quel Follini, che dimostrandosi lo squallido gesuita di sempre ardiva commentare la Sua geniale perorazione in questi termini : "non capisco e non condivido" . Ma taci, schiavo! (mi perdoni Sire, mi sono lasciato un po' andare, ma quando è troppo è troppo!).
Ma soprattutto quel Fini, quell'ingrato squadristuccio emiliano che a Lei mia Altezza Reale deve tutto, che è stato grazie alla sua infinita bontà, sollevato dall'oblio eterno al quale era destinato! Era seduto al suo fianco nel momento in cui la di Lei giusta ed elegantissima ira si abbatteva sullo spregevole crucco nemico della nostra amata Italia. Sembrava di sentire la voce fuori campo di Paolo Villaggio in Fantozzi: "Colori di Gianfranco Fini: rosso, rosso pompeiano, rosso tiziano, turchese, antracite, blu di prussia, blu notte, nero pompa funebre!!!"
Che ingratitudine, che viltà! Solo i fedeli amici leghisti La capiscono ormai: ma si sa, quella è gente finissima, di cultura superiore, ma via non c´è paragone!! La storia saprà ricompensare il suo genio immortale, Cavaliere. E quando le sue spoglie sante riposeranno tra mille anni nell'augusto mausoleo da Lei fatto edificare a Villa S.Martino, schiere di devoti riconoscenti, da tutto il mondo finalmente redento dal Suo verbo, giungeranno a ginocchioni a recarLe l´espressione della loro eterna gratitudine filiale.
Grazie ancora nostro amato Cavaliere e perdoni le nostre misere debolezze mortali se può.

Robespierre

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