lunedì 18 giugno 2012

IMU: conoscerla per non "affogarci"



Contestata, discussa o semplicemente temuta l’Imu è colpisce come un uragano nelle tasche semivuote degli italiani. Prima di arrendersi all’inevitabile e soprattutto per non sbagliare, occupiamoci di alcuni dettagli pratici che ancora mancano all’appello: uno fra tutti, il modello F24. Ennesima ingiustificata complicazione, prima del salasso..
Il punto in pochi stepPer chi avesse saltato le puntate precedenti, riepiloghiamo prima molto in sintesi come calcolare l’imposta. Occorre partire dalla rendita catastale rivalutata del 5%, (cioè prendere la rendita catastale risultante in Catasto al 1° gennaio 2012 e moltiplicarla per 1,05) e poi moltiplicarla per uno dei seguenti moltiplicatori, diversi a seconda del tipo di immobile: 160 per le abitazioni e molte pertinenze (o meglio per i fabbricati inseriti nel gruppo catastale A, ad esclusione di quelli A/10, e nelle categorie C/2, C/6 e C/7); 140 per i fabbricati censiti nel gruppo catastale B (collegi, scuole, ecc) e nelle categorie C/3 (laboratori arti e mestieri), C/4 (locali per esercizi sportivi senza fine di lucro) e C/5 (stabilimenti balneari); 80 per i fabbricati inseriti nelle categorie catastali A/10 (studi e uffici) e D/5 (banche e assicurazioni); 60 per i fabbricati appartenenti al gruppo catastale D (ad esclusione della categoria D/5); 55 per i negozi (o meglio fabbricati inseriti nella categoria catastale C1). A questo punto siete a un passo: avete infatti ottenuto la base imponibile che moltiplicata per l’aliquota darà in molti casi l’importo da pagare. Quanto alle aliquote la scelta apparentemente è semplice: per le abitazioni principali e le pertinenze agevolate l’acconto si paga con l’aliquota del 4 per mille, mentre per tutti gli altri immobili del 7,6 per mille. Naturalmente per l’abitazione principale c’è la detrazione di 200 euro, più quella di 50 per ogni figlio minore di 26 anni convivente e residente, fino a un massimo di 8 figli.
Modalità di versamento Oltre a dover pagare salato, gli italiani saranno costretti a farlo nella maniera meno gradita, cioè compilando il già complicato modello F24, secondo delle modalità da fantafisco. Nel compilare la delega di pagamento F24 bisogna considerare che per le abitazioni principali e pertinenze agevolate potete scegliere tra due o tre rate; per gli altri immobili invece le rate sono sempre due. Inoltre, per gli immobili che non sono prima casa, occorre dividere l’imposta tra la quota da destinare al Comune e la quota da destinare allo Stato, e riportare distintamente le due quote, con codici tributo differenti, nel modello f24. Un regalino per i cittadini che non trova riscontro in nessun altro paese, civile o non, al mondo.
Più codici per tutti E ancora. Se c’è qualcosa in cui il fisco non si fa guardare dietro e largheggia con signorile abbondanza quella è proprio la produzione di codici tributo. Con la risoluzione 35/E del 12 aprile 2012 sono stati perciò approvati i seguenti codici da indicare nella delega F24: • 3912 abitazione principale e relative pertinenze (per il Comune) • 3913 fabbricati rurali ad uso strumentale (per il Comune) • 3914 terreni (per il Comune) • 3915 terreni (per lo Stato) • 3916 aree fabbricabili (per il Comune) • 3917 aree fabbricabili (per lo Stato) • 3918 altri fabbricati (per il Comune) • 3919 altri fabbricati (per lo Stato) • 3923 interessi da accertamento (per il Comune) • 3924 sanzioni da accertamento (per il Comune).
Il giallo delle ratePrima di passare alla compilazione del modello diamo notizia dell’ennesima gaffe in cui è incappata la sfortunata imposta municipale. Molti contribuenti nel compilare il modello non hanno riportato il numero delle rate che, potendo scegliere in alcuni casi tra due o tre, non è affatto scontato. Le banche hanno in un primo tempo bloccato le operazioni rifiutando ai malcapitati di accettare il versamento. È perciò intervenuta la stessa Agenzia che ha chiarito che le deleghe di pagamento già compilate senza l’indicazione della scelta all’interno del riquadro “rateazione/mese” sono comunque considerate corrette e devono essere accettate.

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