di Luciano De Simone
Incorruttibile, non avvezzo ad alcun tipo di compromesso, sempre fedele a se stesso e alle sue idee, non è solo un allenatore di calcio; è soprattutto una paradossale metafora di come sia possibile restare eticamente integri in un mondo così cruento e corrotto.
Zeman non è solo un allenatore di calcio. Così come non è soltanto un uomo interessante il cui volto segnato come un dopoguerra sembra uscito da un universo filosofico esistenzialista francese degli anni '50. Zdenek Zeman è anche e soprattutto una paradossale metafora di come sia possibile restare eticamente intatti, anche in un mondo così cruento e corrotto, senza essere “vincente” (nell'accezione più diffusa che ne fa il mondo contemporaneo).
eman, che oggi ha 65 anni, vive di calcio e nel calcio da tutta la
vita. Una passione vissuta con la serietà e la responsabilità di chi
prende la vita sul serio, ma col distacco necessario per non distorcere
la realtà e piegarla alle proprie necessità più scontate. Zeman fa parte
di un carrozzone che porta avanti una delle passioni più condivise del
pianeta, che genera anche uno dei business più cospicui e naturalmente
un tasso di corruzione e malaffare altrettanto nutrito. Un mondo in cui
se non vinci non sei nessuno e impieghi poche ore a finire nel
dimenticatoio, nella tristezza e anche nella miseria. Come del resto in
quasi tutte le attività in qualche modo legate alla produzione di
spettacolo.
Raramente mi capita di dire una bugia. Per questo mi sento solo. E' un mondo, il nostro, in cui se ne dicono tante.
Il miracolo Zeman consiste nel fatto che in questo contesto, senza
quasi mai vincere, denunciando per primo e quasi sistematicamente il
marcio e la corruzione, attirandosi le antipatie dei burattinai del
sistema, essendo colto, intelligente, onesto e religiosamente rispettoso
del pubblico, in un ambiente professionale di capre, ignoranti e senza
scrupoli, egli è considerato all'unanimità un grande del calcio, un
mito, un maestro alla pari di coloro che hanno collezionato decine di
trofei mondiali e che al contrario di lui, guadagnano cifre da capogiro.
Zeman è la dimostrazione vivente di cosa possa e debba essere davvero il successo nella vita di un uomo.
Incorruttibile, non avvezzo ad alcun tipo di compromesso, sempre
fedele a se stesso alle sue idee e ad un concetto di calcio che ha
valore solo se spettacolare e divertente, anche a costo di perdere,
Zeman diventa un modello umano da estendere come una metafora
straordinaria e impareggiabile, ad ogni campo della vita. E' la
dimostrazione vivente di cosa possa e debba essere davvero il successo
nella vita di un uomo, cioè il non rinunciare a se stessi e al rispetto
degli altri per i soldi e il potere. E, paradossalmente, questo modo di
affrontare l'esistenza assume i connotati di ciò che è il lato buono e
pulito del potere. Perché Zeman, grazie ai suoi comportamenti ha potere.
Il potere di un uomo libero.
Non è vero che non mi piace vincere: mi piace vincere rispettando le regole.
Questa non è l'apologia di un personaggio pubblico originale. E' un
omaggio a chi riesce a dimostrare senza paura e senza un filo di quella
retorica stucchevole di cui è intriso il mondo del calcio, che anche
l'onestà e la trasparenza interiore possono pagare. Zeman commuove e
oggi, una tifoseria amareggiata dalle continue carenze di risultati, lo
acclama a gran voce, non volendo altri che lui alla guida della Roma. A
lui, il maestro di calcio col palmarès più esiguo, non a caso, sono
state dedicate canzoni, film e tre biografie. Zeman
è un uomo che aiuta a riconciliarsi con l'esistenza. E dà speranza agli
uomini che ancora non hanno perso il senso di quelle cose bellissime e
pesanti che si chiamano responsabilità e lealtà. La Coscienza di Zeman come il titolo della bella canzone che Antonello Venditti ha scritto per lui.
Zdenek Zeman
Zdenek Zeman
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