venerdì 22 giugno 2012

Comandante caserma cc uccide il vice e si suicida

Dramma nel Casertano. ufficiale denunciato per presunti ammanchii

  Comandante caserma cc uccide il vice e si suicida

  Comandante caserma cc uccide il vice e si suicida

 Maurizio Dente

Si divide la gente di Mignano Montelungo, 3 mila 500 abitanti, nell'alto Casertano. Ma la grande maggioranza non ha dubbi sulla figura del maresciallo Tommaso Mella, 40 anni, vicecomandante della Stazione dei carabinieri, ucciso con un colpo di pistola dal comandante, Angelo Simone, 52 anni, che aveva denunciato ai superiori per presunte irregolarità nella contabilità dei carburanti, e che si è suicidato con un colpo di pistola subito dopo. Amici, conoscenti, amministratori locali, parlano del più giovane dei carabinieri come di un esempio di professionalità. "Gli piaceva essere operativo - racconta Lorenzo, ex compagno di scuola - era un ragazzo di cuore, che conosceva l' amicizia ma, se necessario, sapeva bastonare".
"C' era una differenza di capacità tra i due", dice un ex assessore del Comune di Mignano Montelungo, che aveva collaborato con entrambi i militari. Con un passato di missioni all'estero, in Kosovo ed in Afghanistan, un passato a Grumo Nevano, nell' entroterra di Napoli, Tommaso Mella, sposato e padre di una figlia di 12 anni, si sentiva ormai a disagio - secondo quanto riferiscono gli amici - a Mignano Montelungo. Secondo gli amici - ma il particolare è stato smentito dal comandante dei carabinieri di Caserta - aveva chiesto il trasferimento. Con il comandante della Stazione Angelo Simone, descritto come autoritario e non da tutti benvoluto, erano sorti dei dissidi. Ad esasperarli, la segnalazione di Mella ai superiori per presunte irregolarità contabili del maresciallo Simone.
Il comandante dei carabinieri di Caserta, colonnello Crescenzio Nardone, parla di "ammanco di lievissima entità", ma il dissidio tra i due doveva essere profondo. Una coppia di coniugi, che si schiera invece dalla parte del comandante della Stazione, racconta di aver incontrato ieri sera il maresciallo Simone e di averlo visto abbattuto. L' uomo, separato e padre di due figli, di 21 ed 11 anni, forse aveva già pianificato quello che l' Arma dei carabinieri ha definito "un gesto folle senza alcuna giustificazione".
L' Arma ha smentito con forza anche l' ipotesi di un movente passionale, pista investigativa accreditata subito dopo l'omicidio-suicidio proprio da fonti interne. In una villetta proprio accanto alla Stazione dei carabinieri, in via Piante, trova rifugio da amici la moglie del maresciallo Mella, assistita da uno psicologo. Anche lei - riferiscono testimoni ai giornalisti - appresa la notizia della tragedia ha fatto riferimento ai contrasti tra il marito ed il superiore. "Dobbiamo pensare alla tragedia di due famiglie - dice ai giornalisti il colonnello Nardone - e dobbiamo proteggerle da possibili gesti morbosi". "E' una tragedia che non trova spiegazioni - dicono i sindaci di San Pietro in Finis, Giuseppe Vecchiarino e di Mignano Montelungo, Antonio Verdone - che resterà nella memoria della nostra comunità". Ma possibili spiegazioni, mescolate agli attestati di stima per Tommaso Mella, "amico di tutti", vengono avanzate dalla gente del posto, che quei due carabinieri li incontrava ogni giorno. "Mi dicono che parlo troppo - dice ai giornalisti un amico del vicecomandante con le lacrime agli occhi - ma io parlo e parlerò ".

(ANSA)

Nessun commento:

Posta un commento