martedì 19 giugno 2012

Chiede l'eutanasia, valanga di tweet per Tony Nicklinson

L'Alta Corte inglese discute la richiesta 

Tony Nicklinson assistito a casa

 

di Carolina Stupino

LONDRA - Un uomo completamente paralizzato che questa settimana saprà se la sua battaglia per il diritto di morire ha avuto successo, è al centro di una campagna su Twitter per fargli cambiare idea. Tony Nicklinson, 58 anni e padre di due figlie, da mercoledì scorso ha iniziato a comunicare con il mondo attraverso il social network e ora è seguito da più di 15.000 persone. La famiglia ed i legali dell'uomo oggi e mercoledì saranno all'Alta Corte dove chiederanno ai giudici di permettere ad un medico di ucciderlo senza rischiare di essere perseguito per omicidio.
Dal suo debutto su Twitter, Nicklinson - che riesce a scrivere grazie a un programma che 'legge' i movimenti dei suoi occhi - in questi ultimi giorni è stato intervistato da numerosi quotidiani. All'Independent l'uomo - paralizzato dal 2005 dopo aver avuto un ictus mentre si trovava in viaggio ad Atene - ha dichiarato: "Credo che determinare quando, dove e come la propria vita debba finire sia il primo diritto umano di una persona. Tutti questi discorsi sulla vita che è un dono di Dio e che solo lui può decidere quando può finire, sono assoluta spazzatura".
In un documentario andato in onda su Channel 4, il medico greco che gli ha salvato la vita gli dà ragione. "La morte è più normale che stare in vita in queste condizioni. Quando mi hanno detto che era ancora vivo sono rimasto sorpreso e triste allo stesso tempo. Non lo augurerei nemmeno al mio peggior nemico di restare in vita in quello stato così a lungo", afferma nel documentario Stelios Doris, il neurologo che curò Nicklinson dopo l'ictus. In un articolo da lui scritto per il Times, l'uomo descrive la sua routine giornaliera: "Alle 8.30 i miei infermieri arrivano, mi rasano, mi fanno la doccia e mi vestono, supervisionano i miei esercizi e poi se ne vanno. Essere maneggiato in questo modo è necessario e mi ricorda perché sto andando in tribunale. Odierei tutto questo se fossi vecchio e vorrei un modo per porvi fine".
Ma mentre molti tweet sono di solidarietà con la battaglia legale di Nicklinson, tanti altri invece sono di persone che sperano di fargli cambiare idea. "Dio ti ama", "Tieni duro" e "Pensa ai tuoi figli", sono alcuni dei messaggi che ha ricevuto da quando è sbarcato sul sito. Lui, anche se lusingato dall'attenzione che ha generato, è determinato a continuare la sua battaglia legale. E ha dichiarato: "Mi ha fatto sentire più collegato con il resto del mondo, ma anche se si tratta di un interessante esperimento di interazione umana, sono ancora certo di cosa farò quando verrà il momento. In altre parole, essere uno dei twitterati non è abbastanza per farmi cambiare idea. Forse sarò la prima persona a dire addio al mondo su Twitter". (ANSA)

Nessun commento:

Posta un commento