giovedì 10 maggio 2012

Verdi e caso Bonelli

Il segretario dei Verdi Angelo Bonelli, ex parlamentare e attuale consigliere della Regione Lazio, nonostante rappresenti un partito praticamente inesistente, che alle elezioni amministrative dei giorni scorsi ha raccolto praticamente ovunque percentuali intorno allo "zero virgola" (ma nonostante questo negli ultimi anni ha ricevuto diversi milioni di euro di finanziamenti pubblici) continua a finire sotto i riflettori.

A Gennaio di quest'anno Bonelli è finito al centro di aspre polemiche interne, per aver prolungato il suo mandato senza passare da un congresso, come le regole democratiche prevederebbero. Lo statuto dei Verdi infatti prevede (anzi, prevedeva) che ogni tre anni l'assemblea dei verdi - la "base" per capirci - elegga un nuovo presidente; lo stesso Bonelli si sarebbe potuto ripresentare, ma per restare in carica avrebbe dovuto vincere il "congresso", cioè l'elezione interna, problema che lui ha aggirato - ben poco democraticamente - modificando lo statuto: ovviamente una decisione di questo tipo ha suscitato feroci polemiche, tanto che l'assemblea che i verdi hanno tenuto a Chianciano è finita in rissa:
Questa decisione ha fatto inferocire numerosi sostenitori dei Verdi: "Un comportamento degno di un dittatore" - "ha voluto evitare il congresso perché sarebbe stato mandato a casa, in questo modo invece resta al comando fino alle prossime elezioni, e in questo modo si garantirà un'ottima candidatura" - sostengono gli scontenti.

Ma le decisioni di Bonelli - sempre meno popolare anche all'interno del suo movimento - hanno continuato a suscitare polemiche e malcontento. Alla recente tornata elettorale amministrativa infatti si è candidato a sindaco della città di Taranto; peccato che lui sia nato a Roma e residente a Civitavecchia, oltre al fatto che essendo stato eletto Consigliere della Regione Lazio, i cittadini ed in particolare i verdi laziali - che gli pagano un lauto stipendio da oltre 10.000€ al mese - si aspetterebbero che pensasse a rappresentare il loro territorio e le loro istanze.

I tarantini - che lo hanno punito alle urne con un risultato catastrofico - non hanno capito come mai questo politico di Roma si sia candidato a sindaco della loro città, che per evidenti e ovvi motivi non può conoscere: "come può proporsi a sindaco un forestiero che conosce solo in modo marginale la città, i problemi della zona, i cittadini?" si sono chiesti molti cittadini di Taranto. 

Nonostante il sostegno di addirittura 5 liste civiche, per un totale di 160 candidati (le liste che sostenevano Bonelli hanno ottenuto i seguenti risultati: 0,49% - 0,56% - 1,99% - 2,20% - 2,33%) e di alcuni conosciuti ecologisti locali, il risultato di Bonelli è stato un clamoroso flop: ma nonostante tutto, nella conferenza stampa seguente alla disfatta elettorale, quello che qualcuno definisce il "leader autoproclamato" dei Verdi (autoproclamato in quanto ha prolungato il mandato senza congresso) ha annunciato che resterà a Taranto

Nessun commento:

Posta un commento