Il 90% della produzione di olio di palma proviene dall’Indonesia. E la coltivazione delle palme da olio sta spingendo la deforestazione a una velocità superiore alle previsioni. Il governo indonesiano ha registrato una progressione delle aree destinate alla coltivazione della palme pari al 600% in più rispetto al 1990, da quando cioè la domanda mondiale di olio è esplosa e sembra anch’essa inarrestabile. A analizzare lo scenario uno studio pubblicato dal PNAS.
Le emissioni di CO2 causate dalla deforestazione fanno si che l’Indonesia sia uno dei Paesi più inquinanti al mondo e a nulla è valsa la moratoria chiesta lo scorso anno contro i tagli degli alberi nelle foreste. Gli scienziati che hanno studiato le regioni occidentali del Borneo in maniera particolareggiata grazie ai satelliti, sottolineano la grande difficoltà di quantificare le perdite forestali in quanto le palme sono immediatamente piantate.
Secondo il rapporto, al di fuori delle aree protette, i due terzi delle foreste sono affittati a società che producono olio di palma; 61% di queste sono anche torbiere. Tra il 1989 e il 2008, la deforestazione è inoltre aumentata del 2,9% annuo. In totale, se la deforestazione continua a questo ritmo, in soli dieci anni, un terzo pari al 41% delle foreste sarà trasformato in piantagioni e le foreste e torbiere intatte saranno solo il 4% del territorio. La distruzione delle torbiere è responsabile per il 67% delle emissioni di gas serra.
di Marina
www.ecoblog.it
Nessun commento:
Posta un commento