venerdì 11 maggio 2012

Adinolfi, Fai rivendica attentato

Il comunicato: 'Lo abbiamo azzoppato. Lotta a Finmeccanica'. Adinolfi torna a casa: 'Sto bene'

 Roberto Adinolfi rientra a casa

 

 

 

 

 

 

GENOVA - E' stato rivendicato con un comunicato a firma Fai-Cellula Olga giunta stamani alla redazione di Milano del Corriere della Sera l'attentato al dirigente dell'Ansaldo, Roberto Adinolfi. Lo hanno reso noto i carabinieri. La rivendicazione è considerata "attendibile" da fonti di sicurezza che  ritengono "grave e preoccupante" questo 'salto di qualita'' dell'azione della Fai.
'Cellula Olga' potrebbe riferirsi a Olga Ekonomidou, membro del movimento di 'Cospirazione delle cellule di fuoco/Fai-Irf' arrestata il 4 gennaio scorso. Gli anarchici della 'Cospirazione delle cellule di fuoco - Fronte rivoluzionario internazionale' che hanno rivendicato l'attentato a Roberto Adinolfi fanno parte della Federazione anarchica informale fin dalla sua fondazione. Proprio la 'Cospirazione delle cellule di fuoco' è stata tra le promotrici della più importante realtà anarchica internazionale.
"Con il ferimento di Adinolfi proponiamo una campagna di lotta contro Finmeccanica piovra assassina". E' un passaggio del documento di rivendicazione dell'attento a Roberto Adinolfi, firmato Nucleo Olfa Fai/Fri. La Fai annuncia nuove azioni, potrebbero essere almeno otto, tante quanti sono i "membri prigionieri" della Ccf/Fai detenuti in Grecia. "Nelle nostre prossime azioni - dice il documento - il nome degli altri fratelli greci, una azione per ognuno di loro". "Gli anarchici della Fai - si legge - hanno alzato il tiro e deciso di abbracciare la lotta armata". La Fai/Fri afferma anche che "a progettare e realizzare questa azione sono stati degli anarchici senza alcuna esperienza 'militare', senza alcun specialismo, solo degli anarchici che con questa nostra prima azione vogliono segnare definitivamente un solco tra loro e quell'anarchismo infuocato solo a chicchere e intriso di gregarismo". "Con una certa gradevolezza abbiamo armato le nostre mani - si legge ancora -  con piacere abbiamo riempito il caricatore. Impugnare una pistola, scegliere e seguire l'obiettivo, coordinare mente e mano sono stati un passaggio obbligato, la logica conseguenza di un'idea di giustizia. Le idee nascono dai fatti, le parole accompagnate dall'azione portano il marchio della vita", si legge ancora all'inizio del documento.
Il simbolo utilizzato dagli anarchici informali per rivendicare l'attentato a Roberto Adinolfi è stato 'adottato' dal gruppo greco Cellule di fuoco da parte del Fronte rivoluzionario internazionale che lo ha completato con un nuovo elemento. Secondo gli investigatori, la stella a cinque punte con inscritta la 'a' di anarchia aggiunta al mezzo cerchio con le cinque frecce che è il simbolo delle Cellule di fuoco apporta una "novità non solo formale ma anche sostanziale".
Intanto l'ad di Ansaldo Nucleare gambizzato lunedì scorso sotto casa a Genova con un colpo di pistola, è stato dimesso dall'ospedale San Martino dove era ricoverato dal giorno dell'attentato. Lo staff medico ha firmato le dimissioni. Il dirigente è sotto la tutela di due carabinieri, una misura disposta dal Viminale su richiesta del Comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza. "Ringrazio Dio se sto bene. Grazie a tutti, sto bene, sto bene". Queste le prime parole di Roberto Adinolfi, appena arrivato davanti al portone di casa. Ai miei attentatori non dico nulla. Ora la cosa più importante è che il peggio è passato". Ha detto Adinolfi entrando nel portone di casa, prima che si diffondesse la notizia della rivendicazione del suo ferimento. "Ora l'incubo è alle spalle" ha detto piangendo, e riabbracciando Mario, uno dei figli. (ANSA)

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