giovedì 18 novembre 2021

Piero Villaggio

 


C’è un aneddoto che viene raccontato in ogni università. Uno studente, impegnato nella risoluzione di uno schema delle forze, trovò che la gravità andava verso l’alto. Il professore gli prese il libretto, lo lanciò dalla finestra e disse: “Adesso lo vada a prendere sul tetto”. 


Questa è forse la leggenda più famosa nata attorno la figura di Piero Villaggio, fratello del famoso Paolo. Descritto come una persona non convenzionale ma al contempo molto genuina, era apprezzato per la sua indubbia onestà e per il modo, estremamente chiaro, di spiegare la sua materia. Ma agli esami era estremamente severo. Ne “Il Tirreno” di Pisa è riportata una frase di un suo ex studente che recita:


“Spiegava tutto in maniera molto dettagliata e le sue lezioni erano chiarissime. Gli esami erano durissimi. A volte nemmeno i suoi assistenti riuscivano a risolvere i problemi che ci proponeva. Ci dava 30 minuti per decidere se ci sentivamo in grado di fare l’esame o andarcene, ma il suo esame poteva essere dato solo tre volte durante l’anno. Se passavi lo scritto ti aspettava l’orale: una domanda, se la sapevi bene, altrimenti arrivederci alla prossima volta”. Duro ma giusto.


Villaggio era professore emerito presso il dipartimento di ingegneria strutturale dell’Università di Pisa, dove fu chiamato a coprire la cattedra di Scienza delle costruzioni nel 1966. Successivamente insegnò anche idrodinamica classica e meccanica dei continui alla Scuola Normale. Accumulò numerose esperienze all’estero come visiting professor. Fu socio ordinario dell’Accademia Nazionale dei Lincei e membro del comitato di redazione di diverse riviste internazionali come Meccanica, Journal of Elasticity, Mathematics and Mechanics of Solids. Pubblicò più di 100 articoli e diventò uno dei maggiori esperti internazionali della teoria classica dell’elasticità.


Si laureò in Ingegneria civile nel 1957 con una tesi sulla meccanica dei fluidi nella natia Genova. Qui entrò in stretto contatto con un grande della matematica italiana del Novecento, Guido Stampacchia, iniziando un’attività di ricerca parallela. Di Stampacchia Villaggio ebbe sempre un caro ricordo, affermando spesso che ebbe un ruolo speciale nella sua formazione. Subito dopo la laurea vinse una borsa all’Istituto Nazionale di Alta Matematica (INdAM) La selezione per il mantenimento della borsa era dura e impegnativa, ma la preparazione e il livello raggiunto da Villaggio erano sempre molto alti. Un suo amico ricordò:

“Prima di incontrare gli esaminatori attraversavamo un lungo corridoio sulle cui pareti c’erano i ritratti di matematici come Peano, Tonelli, Dini et cetera che ci incutevano timore. Fichera era l’esaminatore più terribile ma Piero era sempre brillante nei colloqui. All’INdAM Piero era affascinato dalle lezioni di Giulio Krall- matematico, pioniere nella scienza delle costruzioni- e di queste ne parlava con entusiasmo. Ricordo, in particolare, la sua ammirazione proprio per le lezioni di Krall sul calcolo delle autofunzioni e degli autovalori nello studio delle oscillazioni dei sistemi elastici continui. Comprendevo che molte cose che allora ci venivano insegnate erano già note a Piero. Mi parlava spesso di Guido Stampacchia per il quale aveva una profonda ammirazione: era stato proprio lui ad indirizzarlo per primo, a Genova, allo studio delle diseguaglianze variazionali”.

In foto Piero Villaggio all’Università di Reggio Calabria nel 2008. Crediti foto: “Un ricordo di Piero Villaggjo di Cesare Davini in matematica nella società e nella cultura. Rivista dell’Unione Matematica Italiana”

Facebook 

Nessun commento:

Posta un commento