mercoledì 25 settembre 2013

Xanax, 48 ore in ascensore

Giorgia Wurth e Marco Fiorini diretti da Falaguasta in commedia dell'esasperazione


 Un'immagine di scena di 'Xanax', commedia con Marco Fiorini e Giorgia Wurth

 La locandina di 'Xanax'

 Un'immagine di scena di 'Xanax', commedia con Giorgia Wurth e Marco Fiorini

ROMA - L'incontro forzato all'interno della cabina di un ascensore bloccata da un guasto, tra due colleghi che fino a quel momento si erano solo salutati ma mai rivolti la parola. Fino a quel giorno un rapporto formale, professionale, borghese; poi la scoperta dell'anima e dell'essenza vera della vita. Due persone quasi sconosciute che sono costrette improvvisamente a condividere gli elementi più intimi del proprio corpo e della propria anima.
Giorgia Wurth (Laura), attualmente tra i protagonisti della fiction di Canale 5 “Le tre rose di Eva”, e Marco Fiorini (Daniele), diretti da Marco Falaguasta, sono i protagonisti di 'Xanax'. In un atto unico, la commedia debutta a Roma al teatro de' Servi (in scena fino al 13 ottobre).  I due protagonisti, accomunati dalle stesse crisi familiari e dagli stessi antidepressivi, coinvolgono emotivamente il pubblico in una situazione esasperata di grande comicità e riflessione, detestandosi, per poi avvicinarsi, confidarsi fino a far cadere le difese e annullare i reciproci mondi per arrivare a lasciarsi definitivamente andare.
Quarantotto ore possono diventare un’eternità quando si sta chiusi in quattro metri quadrati, senza ricambio d’aria, senz’acqua, senza cibo, quando la paura è incontrollabile e ci si sente estranei ma si è costretti a condividere l’intimità con uno sconosciuto. In una situazione così estrema e concentrata può accadere anche che cose mai dette, taciute a se stessi e agli altri, emergano dalla coscienza e vengano rivelate ad un estraneo che però è in grado di diventare un riferimento esclusivo, unico.
La sapiente penna di Angelo Longoni tratteggia un efficace spaccato della contemporaneità nella quale non abbiamo mai tempo per il confronto a cuore aperto. “Ho cercato di rappresentare la quotidianità nell’ascensore per rendere più drammatico il testo – racconta Marco Falaguasta - l’avventura dei due protagonisti può capitare a chiunque in qualunque giorno. Alleggerire la messa in scena non è stata una maniera per semplificare la storia ma per accentuarne i contenuti, per certi versi drammatici.”
 (ANSA)

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