Piano 'verde' per città e Regioni
Roadmap in 5 punti per rilancio sostenibile Italia
ROMA - Un Piano 'verde' per "rilanciare l'Italia" basato su tre punti centrali come le città-laboratorio, la valorizzazione del territorio e l'uso efficiente delle risorse. Questo il nucleo dell'ultima assemblea programmatica 'Regioni e enti locali per la Green economy' in vista degli Stati generali della Green economy (il 6 e il 7 novembre a Rimini), organizzati in collaborazione con il ministero dell'Ambiente e il ministero dello Sviluppo economico e il supporto della Fondazione per lo sviluppo sostenibile.
La 'roadmap' ambientale per Regioni e enti locali è contenuta in documento che, essenzialmente, delinea cinque tappe fondamentali. Tra queste, la programmazione dei Fondi strutturali per sviluppare l'innovazione nelle imprese e nei territori; i mercati verdi pubblici e privati considerando gli acquisti verdi di beni e servizi come leva di rilancio in chiave green del sistema produttivo e l'evoluzione green degli appalti pubblici; il credito e la fiscalità ambientale per esempio per il risanamento e la prevenzione idrogeologica, la riqualificazione dei centri storici, la ristrutturazione energetica nell'edilizia, nei trasporti urbani, e nei rifiuti; lo sviluppo di partnership pubblico-privato in ambito tipo la trasformazione dei distretti industriali in eco-distretti; e la tutela e valorizzazione dei territori considerando per gli Enti locali la possibilità di derogare al Patto di stabilità per spese di messa in sicurezza.
"La green economy - osserva il coordinatore del gruppo di lavoro sugli Enti locali, Gian Carlo Muzzarelli - è un processo complesso che presuppone un cambiamento radicale nella cultura che caratterizza la società" che sarà "tanto più radicale quanto più potrà essere generato dalle comunità locali che interpretano più velocemente i bisogni di una società in evoluzione".
La 'roadmap' ambientale per Regioni e enti locali è contenuta in documento che, essenzialmente, delinea cinque tappe fondamentali. Tra queste, la programmazione dei Fondi strutturali per sviluppare l'innovazione nelle imprese e nei territori; i mercati verdi pubblici e privati considerando gli acquisti verdi di beni e servizi come leva di rilancio in chiave green del sistema produttivo e l'evoluzione green degli appalti pubblici; il credito e la fiscalità ambientale per esempio per il risanamento e la prevenzione idrogeologica, la riqualificazione dei centri storici, la ristrutturazione energetica nell'edilizia, nei trasporti urbani, e nei rifiuti; lo sviluppo di partnership pubblico-privato in ambito tipo la trasformazione dei distretti industriali in eco-distretti; e la tutela e valorizzazione dei territori considerando per gli Enti locali la possibilità di derogare al Patto di stabilità per spese di messa in sicurezza.
"La green economy - osserva il coordinatore del gruppo di lavoro sugli Enti locali, Gian Carlo Muzzarelli - è un processo complesso che presuppone un cambiamento radicale nella cultura che caratterizza la società" che sarà "tanto più radicale quanto più potrà essere generato dalle comunità locali che interpretano più velocemente i bisogni di una società in evoluzione".
(ANSA)
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