mercoledì 25 settembre 2013

Figlia boss uccisa 30 anni fa, si ribellò alla sua famiglia

Nel suo nome nasceranno centri antiviolenza e un fumetto



– PALERMO, 25 SET – Amava il mare e la libertà Lia Pipitone, ragazza ribelle figlia di Antonino Pipitone, boss del quartiere Arenella di Palermo. Insofferente ai codici d'onore imposti dalla propria famiglia, viene uccisa a 25 anni in una rapina il 23 settembre di 30 anni fa. Secondo le rivelazioni di alcuni pentiti a impartire l'ordine fu proprio il padre, infastidito dalle voci su una sua presunta relazione extraconiugale, ma il boss, vicino a Riina e Provenzano, è sempre stato assolto. Ora, nuove testimonianze e documenti raccolte nel libro scritto dal figlio della donna, Alessio Cordaro e dal giornalista Salvo Palazzolo,('Se muoio sopravvivimi', ed. Melampo) faranno luce sul caso ma il coraggio di Lia, a 30 anni di distanza, ha permesso la nascita di una rete di centri antiviolenza in Sicilia, tutti intitolati a lei, e realizzati dall'associazione 'Millecolori' Onlus. Nella sede di Palermo, la prima a nascere nel febbraio scorso, in via Ammiraglio Persano, all'interno di un bene confiscato, campeggia l'immagine di due mani che spezzano una catena, accompagnate dalla frase “Non bisogna mai avere paura di parlare”. “Era un'immagine cara a Lia – spiega Adriana Argento, responsabile del centro – e quella sua frase la utilizziamo per spiegare alle donne e ai minori in difficoltà che si rivolgono a noi che anche in una situazione di grave disagio la voglia di libertà può riscattare da ogni prigione, che sia bullismo, violenza sulle donne fisica o psicologica”. Finora il centro di Palermo ha assistito una trentina di persone, ma ora, nel trentennale dell'anniversario della morte di Lia Pipitone, nasceranno altri nove centri a Siracusa, Caltagirone, Erice, Caltanissetta, Monreale, Siracusa, Enna, Messina e Ragusa che saranno inaugurati a ottobre. “Nei piccoli Comuni è più difficile denunciare, per questo puntiamo molto sulla prevenzione – spiega Antonio Ferrante, presidente del comitato scientifico della rete dei centri – offriremo consulenza legale e psicologica, agendo in sinergia con istituzioni e associazioni e con il comitato scientifico faremo uno screening sui dati regionali per quantificare gli episodi di violenza. Tutti i centri saranno intitolati a Lia, un modello di libertà per tutte le donne”.

Nella sede del centro antiviolenza di Palermo, inoltre, sarà possibile vedere quattro tavole a fumetti ispirate alla storia di Lia Pipitone. “Sono tutte in blu, il suo colore preferito – dice Giuseppe Lo Bocchiaro, autore della sceneggiatura e dei disegni; a firmare il soggetto è stato Fabio Capizzi, presidente dell'associazione 'Palermo fumetto'. “Ogni tavola rappresenta le contraddizioni in cui si muoveva Lia, stretta tra prigione e sete di libertà, positivo e negativo. Il nostro sogno, dopo aver conosciuto la sua storia, è di poter lavorare a una versione più estesa del fumetto, per questo stiamo cercando un editore interessato”. (ANSA)

Nessun commento:

Posta un commento