Amanda depressa, soffro di attacchi panico e incubi
La studentessa di Seattle si racconta in intervista ad Abc: 'Sono diventata piu' introversa'
Amanda Knox
Amanda Knox depressa. Soffre di attacchi di panico e di incubi. Colpa delle lunghe notti trascorse dalla studentessa di Seattle in carcere in Italia con l'accusa di aver ucciso Meredith Kercher.
Notti che l'avrebbero segnata profondamente. Davanti alle telecamere della rete televisiva Abc, Amanda spiega come continui ad essere ossessionata da quel periodo: spesso si sente in stato confusionale a causa di attacchi di panico e sintomi da 'Post-traumatic Stress Disorder'.
"Sono diventata piu' introversa e meno socievole - racconta - Mia sorella mi dice sempre che dovrei uscire e divertirmi, ma cio' che io cerco ora e' la tranquillita'".
"Sto cercando di ricostruirmi una vita, ne ho una sola, non posso permettermi di esporla al pericolo di un'altra ingiustizia": a dirlo è Amanda Knox, che in un'intervista al settimanale Oggi, annuncia che non tornerà in Italia per il nuovo processo d'appello, a Firenze, per l'omicidio di Meredith Kercher. Dichiarazioni delle quali lo stesso settimanale ha diffuso oggi una anticipazione.
"Mi hanno già rubato quattro anni - ha detto ancora la Knox -, non ho più niente in Italia: tutto quello che potevo dire l'ho detto in un centinaio di udienze, tutto quello che possedevo, l'allegria, l'ingenuità, la fiducia negli altri, mi è stato portato via. Ero una ragazzina quando mi hanno sbattuto in carcere. Ora mi sento come se avessi 40 anni in più di quelli che ho".
"Io non ho ucciso Meredith, non ho ucciso la mia amica e ho anche pensato di andarci, a Firenze - ha sostenuto ancora la studentessa americana -, perché mi fa impazzire l'idea che qualcuno possa gonfiare il petto, puntare il dito contro la mia sedia vuota e dire che mi sono macchiata di un crimine che non ho commesso. Io posso capire che si possa costruire un'accusa, e una condanna, anche se manca la prova fumante, se manca il movente. Ma contro di me hanno esagerato".
(ANSA)
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