giovedì 2 ottobre 2025

L’APOCALISSE E LA RESISTENZA



Forse non è chiaro a tutti quello che sta accadendo.


Centinaia di attivisti vengono ora arrestati, da una presunta democrazia che ormai piace solo a Molinari e al punching ball di Capelli di Catrame, scontando la colpa di essere solidali, non egoisti e vicini alla causa di un popolo dimenticato da quasi tutti e sterminato nell'indifferenza dell'Occidente.


Quello che ha fatto la Flotilla è uno scacco matto all'ignavia, al menefreghismo e allo stallo di governi correi e di una parte di umanità menefreghista e cinicamente insensibile (che poi ovviamente vota i governi correi di cui sopra). 


Mentre scrivo, chi ha provato a portare pace, rischiando la vita e rinunciando allo spritz di chi ora li insulta, viene ora arrestato e portato in una galera israeliana. Se andrà bene, domani dovrà dire davanti a un giudice che "sono entrato illegalmente in Israele" e forse lo rimanderanno a casa, sempre che i loro governi facciano il minimo sindacale. Se invece si impunterà e dirà la verità, ovvero che non ha violato nessuna regola, potrà accadere di tutto. In Israele, questo Israele, un pazzo o un criminale si trova sempre.


In questo scenario post-apocalittico, intriso di disastro morale e devastazione etica, abbiamo in Italia un governo dove il presidente del consiglio - pavido come nessuno sul genocidio in atto - non solo non solidarizza con i suoi concittadini, ma li attacca e delegittima pure per fini ora elettorali e ora semplicemente coatti, dando loro la colpa di voler sabotare il "piano di pace" (mai esistito) di quel caso umano abietto americano, e arrivando - frase tra le PIU' GRAVI DI SEMPRE - ad accusare quelli della Flotilla di fregarsene del popolo palestinese. Più o meno le stesse parole di ieri di Vespa in Rai


In un momento in cui 500 persone (un decimo o quasi dei quali italiani) rischiano la vita, il presidente del consiglio e il giornalista più potente del servizio pubblico li ridicolizzano e additano al pubblico ludibrio della loro claque di mentecatti, minus habens e analfabeti funzionali. E Meloni, a cui interessa unicamente sul breve vincere in Calabria (lo farà con agio) e soprattutto arrivare al 2027 (come minimo), lo fa pure con quel tono da pesciarola burina e borgatara, che parla di Flotilla e pace come se vendesse sei etti di triglia a Porro nel mercato di Tor di Fava. Un orrore fonetico e semantico di proporzioni non meno che bibliche.


Quello che stiamo vivendo adesso non è solo uno di quei drammi-crinale, destinati a rimanere a lungo nelle coscienze di chi ancora ce l’ha.


Quello che stiamo vivendo è da una parte la morte più totale dell'umanità e, dall'altra, il dolore e la sempre più sfibrata e devastata resistenza di chi - chissà perché - non si arrende ancora all'apocalisse definitiva.


Game over o giù di lì.

Andrea Scanzi 

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