domenica 16 marzo 2025

Vinceremo il ricorso contro il padrone di Merda

 


Questo post lo vedranno in pochissimi. 


Perché su Facebook sta accadendo qualcosa di molto strano. 


Da un paio di mesi a questa parte, i politici d’area progressista stanno venendo sempre più silenziati, mentre quelli più estremisti riescono a raggiungere livelli di visibilità incredibili.


Pensate, rispetto al 2024 si registra un loro incremento di interazioni di oltre il 400%. 


Peggio ancora: al marzo del 2025, delle circa 450.00 nuove interazioni generate dai top 20 politici italiani per presenza su Facebook, oltre il 90% è andato a politici euroscettici o antieuropei. 

E no, non è il “clima politico”: è il programma di censura di Meta che è cambiato. Sulle pagine di chi fa parte dello schieramento di centro-sinistra, quando pubblichi un post a un certo punto sembra che Facebook tiri, letteralmente, un freno a mano (e lo vediamo dai dati su numerose pagine: il campione è di oltre 300) per impedire alle persone di vederlo. Per politici, ad esempio, come Marco Rizzo succede invece l’esatto contrario. Fino a pochi mesi fa, arrivava a fatica a 10-12mila interazioni a settimana: oggi supera le 120mila a settimana ed è miracolosamente diventato stabilmente uno dei top 3 politici più interagiti d’Italia. E lo stesso vale per altri personaggi. 


È un’esplosione, vi assicuro. I dati fanno paura, parliamo di incrementi mostruosi e crolli altrettanto mostruosi iniziati, casualmente, a poche settimane dall’annuncio di Zuckerberg sul suo nuovo allineamento alle politiche di Donald Trump. 


Li stiamo raccogliendo e raffinando e come già avvenuto finiranno alla Commissione Europea (che ha già aperto un procedimento formale contro Meta su questo punto) e all’Agcom. 


Ma occhi aperti, che quando si gioca con l’informazione politica si gioca anche con il voto.

Leonardo Cecchi 

Facebook 

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