WLF
Pola, Istria, Croazia. Spesso vi abbiamo raccontato di animali, solitamente selvatici, che si affezionano imprudentemente all’umanità. Per questo motivo, la foca monaca Adriana, anche vivendo in semi-cattività, si avvicinava tranquillamente a quegli strani bipedi anfibi che le lasciavano qualche sardina sulla spiaggia dove viveva. Un giorno d’estate, alcuni turisti notano uno strano trambusto vicino al bagnasciuga e vedono un signore intento a percuotere sulla schiena il mammifero pinnato. Loro non gradiscono lo spettacolo e fanno smettere lo scontro inter-razziale. L’assalitore è un macedone 56enne che viene denunciato. La foca si rifugia in acqua lasciando dietro di se una piccola scia di sangue. Nei giorni successivi viene seguita e si nota subito un suo comportamento alquanto strano. Le viene diagnosticato una sindrome maniaco-depressiva. Recentemente è stata trovata morta. Non perdiamo altro tempo e passiamo al nostro meraviglioso:
La Prova del Morto.
La ricetta di oggi arriva direttamente dagli Innuit, un popolo che vive in Groenlandia e il piatto si chiama ‘Kiviaq’. E’ molto esclusivo visto che la foca è considerata in via di estinzione. Viene presa una foca, uccisa, svuotata di tutte le interiora (lasciate solo lo strato di grasso), riempita di uccelli, richiusa con dello spago, lasciata per mesi sotto dei massi e gustata nei mesi freddi. Qui c’è la cattura e la macellazione e qui la farcitura. Bon appetit!
Ipponatte
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