Pantani. Nibali: 'Ricordiamo il campione'. Non fu suicidio, riaperta inchiesta
Pm indagano su omicidio con alterazione di cadavere e luoghi
Nibali, ricordiamo campione, aspettiamo a giudicare (foto: ANSA)
Marco Pantani, il 'pirata' (foto: ANSA)
(foto: ANSA)
La gente di Cesenatico che lo ha visto crescere, sudare sulle salite della Carpegna, prima volare sui muraglioni delle Alpi e dei Pirenei, quel pensiero, dentro di sé, lo aveva sempre covato: Marco Pantani, il 'Pirata', la sera di San Valentino del 2004 non poteva essersi suicidato in una stanza del residence 'Le Rose' di Rimini. Adesso, a dieci anni dalla scomparsa, si stringe a Mamma Tonina, nel giorno in cui si riapre, dietro un esposto della famiglia, l'inchiesta della Procura di Rimini sulle ultime ore del campione romagnolo. "Sedici anni fa, 2 agosto - ha scritto su Facebook nella notte - Marco vinceva il Tour e quest'anno, a dieci anni della sua morte, mentre Cesenatico festeggiava la sua notte gialla non più dedicata a lui vi dò una notizia. A tutti i tifosi e a quelli che hanno creduto e voluto bene al mio Marco, il caso è aperto per omicidio". Parole che rimandano a una lotta, quella della famiglia Pantani per riaprire il caso della scomparsa del figlio, abbracciate dagli internauti - a sera i 'mi piace' su Facebook sono lievitati a 2.654 e le condivisioni del post a 603 mentre su Twitter l'hashtag #Pantani si è arrampicato al terzo posto delle tendenze - e dai tanti che, da sempre, sono vicini al 'Pirata' e alla sua storia.
Mamma Tonina: alla fine ho avuto ragione
"Tutto quello che ho sempre sostenuto sulla morte di Marco ha trovato conferma. Non mi sono sbagliata. Per niente. Mi hanno dato della matta, mi hanno detto di tutto ma io non ho mai mollato, e alla fine ho avuto ragione". Lo ha detto Tonina Pantani, la madre di Marco, parlando all'indomani della riapertura dell'inchiesta sulla morte del Pirata nell'ipotesi di omicidio volontario. La riapertura "è merito mio ma anche dell'avvocato", ha aggiunto.
Nibali, ricordiamo campione, aspettiamo a giudicare
Ricordiamo Marco per il campione che è stato. Aspettiamo per rispetto la certezza dei fatti prima di giudicare". E' il messaggio che il vincitore del Tour de France 2014 Vincenzo Nibali ha pubblicato sulle proprie pagine social, commentando così la riapertura dell'inchiesta sulla morte di Marco Pantani.
Ricordiamo Marco per il campione che è stato. Aspettiamo per rispetto la certezza dei fatti prima di giudicare". E' il messaggio che il vincitore del Tour de France 2014 Vincenzo Nibali ha pubblicato sulle proprie pagine social, commentando così la riapertura dell'inchiesta sulla morte di Marco Pantani.
"Non credo che faccia bene al ciclismo tornare a parlare della morte di Pantani, e che non faccia bene nemmeno a Marco. I suoi tifosi vorrebbero solo ricordarselo per il campione che era, non per quella tragica notte". Intervistato dal sito di Vanityfair, Vincenzo Nibali commenta così la notizia che, dopo l'esposto denuncia per omicidio volontario presentato dalla famiglia dell'ex campione, è stata riaperta l'inchiesta sulla morte del Pirata avvenuta il 14 febbraio del 2004. "Capisco la madre di Marco e la famiglia, che voglia la verità sulla morte del figlio - dice ancora Nibali -. Non sono però d'accordo nel sparare questa notizia nei titoli dei giornali. Qui non stiamo parlando del risultato di un'inchiesta, gli inquirenti non si sono ancora pronunciati e non c'è una sentenza. Non trovo giusto che a fare i processi siano i giornali". "Ricordo che qualche anno fa - continua il vincitore del Tour di quest'anno - venne fuori la notizia che Fausto Coppi non era morto per aver contratto la malaria in seguito a una puntura di una zanzara ma era stato assassinato. Poi però si rivelò una bufala. Lo stesso sta succedendo in questi giorni per il caso di Yara: hanno messo il prima pagina l'assassino e oggi mi sembra che non sia così certo che sia lui il colpevole. Dico solo che bisogna andare cauti con certe affermazioni che non fanno bene al ciclismo: si torna 16 anni indietro, mi chiedo dove si voglia arrivare".
Pm indagano su omicidio con alterazione di cadavere e luoghi
Si indaga per omicidio nella morte di Marco Pantani, il campione di Cesenatico trovato privo di vita nella camera del residence 'Le Rose' a Rimini la sera di San Valentino di dieci anni fa, 14 febbraio 2004. I genitori non hanno mai creduto all'ipotesi del suicidio, la mamma Tonina Belletti lo ha ribadito in tante circostanze e interviste, ha presentato esposti assistita dall'avvocato Antonio De Rensis, e ora la Procura ha riaperto il caso. L'ipotesi è che il 'Pirata' non sia deceduto "come conseguenza accidentale di overdose", come fu stabilito in origine, ma che sia stato ammazzato. In particolare a persuadere il procuratore capo Paolo Giovagnoli sarebbe la perizia medico legale eseguita per conto della famiglia dal professor Francesco Maria Avato: "Le ferite sul corpo di Marco Pantani - scrive, secondo quanto riporta la Repubblica - non sono autoprocurate, ma opera di terzi".
Si indaga per omicidio nella morte di Marco Pantani, il campione di Cesenatico trovato privo di vita nella camera del residence 'Le Rose' a Rimini la sera di San Valentino di dieci anni fa, 14 febbraio 2004. I genitori non hanno mai creduto all'ipotesi del suicidio, la mamma Tonina Belletti lo ha ribadito in tante circostanze e interviste, ha presentato esposti assistita dall'avvocato Antonio De Rensis, e ora la Procura ha riaperto il caso. L'ipotesi è che il 'Pirata' non sia deceduto "come conseguenza accidentale di overdose", come fu stabilito in origine, ma che sia stato ammazzato. In particolare a persuadere il procuratore capo Paolo Giovagnoli sarebbe la perizia medico legale eseguita per conto della famiglia dal professor Francesco Maria Avato: "Le ferite sul corpo di Marco Pantani - scrive, secondo quanto riporta la Repubblica - non sono autoprocurate, ma opera di terzi".
La Gazzetta dello Sport rileva che il campione, vincitore di Giro d'Italia e Tour de France nel '98, sarebbe stato picchiato e costretto a bere la cocaina mentre era nella propria stanza d'albergo; le grandi quantità di stupefacente trovate nel suo corpo si possono assumere solo se diluite in acqua. La nuova ipotesi della Procura, a quanto trapela, sarebbe quella di 'omicidio con alterazione del cadavere e dei luoghi'. Il fascicolo dell'indagine bis, su cui vige un riserbo assoluto, è stato affidato al pm Elisa Milocco; è stato iscritto nel registro delle notizie di reato e al momento non ci sono indagati. "Sulla morte di Marco ho ancora tanti dubbi che vorrei fossero chiariti", aveva detto la mamma in una recente intervista. "Ho letto i faldoni del Tribunale e ci sono scritte cose non vere. Marco non era solo nel residence; con lui potevano esserci più persone. Ha chiamato i carabinieri, parlando di persone che gli davano fastidio, e dopo un'ora è stato trovato morto.
Nella sua stanza sono stati trovati alcuni giubbotti che aveva lasciato a Milano, dal momento che, quando era arrivato in quell'albergo, non aveva bagaglio. Chiedo la riapertura del processo perché voglio spiegazioni, ricevere risposte. Secondo me Marco aveva pestato i piedi a qualcuno, perché lui quello che pensava diceva: parlava di doping, diceva che il doping esiste". "Marco non tornerà mai - aggiungeva, tutt'altro che rassegnata - ma io aspetto ancora la verità, su Rimini come su Madonna di Campiglio". Il 10 novembre di tre anni fa la Cassazione aveva assolto "perché il fatto non costituisce reato" il presunto pusher di Pantani, imputato di averne provocato la morte con la vendita di cocaina purissima.
La madre: "16 anni fa il Tour, ora caso riaperto per omicidio" - "Sedici anni fa, 2 agosto Marco vinceva il Tour e quest'anno, a 10 anni della sua morte, mentre Cesenatico festeggiava la sua notte gialla non più dedicata a lui vi dò una notizia. A tutti i tifosi e a quelli che hanno creduto e voluto bene al mio Marco,il caso è aperto per omicidio". Così su Fb la mamma del Pirata, Tonina.
Il messaggio, in riferimento alla decisione della Procura di Rimini di avviare una nuova inchiesta sulla morte del campione romagnolo, è stato scritto nella notte, circa sette ore fa. Nel giro di poche ore al messaggio sono stati aggiunti 640 'Mi piace', una ottantina di condivisioni e un centinaio di commenti, nella maggior parte di speranza per la soluzione del caso e di incoraggiamento alla famiglia.
Procura Rimini, indagine è atto dovuto - "Abbiamo appena ricevuto le carte presentate dai familiari e aperto un'indagine. E' un atto dovuto quando arriva un esposto-denuncia per omicidio volontario. Leggeremo le carte, se ci sarà l'esigenza di indagini chiederemo al Gip". Così all'ANSA il procuratore Paolo Giovagnoli sulla riapertura dell'inchiesta sulla morte di Pantani.
Su cadavere Pantani ipostasi a volto, torace, gambe - Il cadavere di Marco Pantani fu trovato la sera del 14 febbraio 2004 nella camera da letto, su piano rialzato, in un appartamento al quinto piano del residence ''Le Rose'' di Rimini. La salma, presenti ufficiali di polizia giudiziaria, fu ispezionata da un medico della Asl di Rimini. Secondo quanto risulta in atti giudiziari, il cadavere era ''prono, sul pavimento, al lato destro del letto''; presentava ''vistose macchie ipostatiche sul volto, sul torace e sulle gambe''. Il medico legale rilevo' ''lievi escoriazioni sul capo, uscita di sostanza ematica dalle narici'', conseguenza della ''probabile lesione del setto nasale''. Il cadavere presentava, inoltre, alcuni particolari, descritti nei verbali della polizia: ''un tatuaggio raffigurante un diavoletti di colore rosso con forcone e una nuvoletta sul braccio destro; un tatuaggio raffigurante una faccia e una rosa sulla regione pettorale sinistra''. Una ''vistosa chiazza di sostanza presumibilmente ematica'', infine, fu rilevata ''sul pavimento, in corrispondenza del volto del cadavere''.
- Daniel Kilbert · Top CommentatorComplimenti agli investigatori della Polizia e dei Carabinieri che dieci anni fa hanno dato il peggio di loro. Complimenti vivissimi anche alla Procura di Rimini. Magari poi si scoprirà che proprio in questa Procura e nei suoi tribunali c'erano tanti scommettitori...... Deprimente vedere che solo la tenacia di una madre può in qualche modo ridare giustizia al proprio figlio dopo tutti questi anni malgrado la mediocrità e l'omertà della "giustizia" italiana. Brava la Sig.ra Pantani! Merde tutti quelli coinvolti direttamente e indirettamente alla fine di Pantani prima e dopo la sua scomparsa prematura.Romario Rubin · Top Commentator · Universitá di SP, Marrey, GuarulhosNon so cosa c'entra Ayrton Senna... ma per quanto riguarda Pantani... Tutta questa confusione, indagine chiusa in poche ore, nessuno che ordina un esame accurato dalla scientifica per le impronte e il DNA, testimonianze neanche prese in considerazione.... e tante altre che non ho tempo d'elencarle, portano dritto dritto verso UNA SOLA DIREZIONE.
Mi spiego piú chiaramente, quando la Polizia o Carabinieri agiscono cosí spudoratamente, quando fanno finta di non sapere, di non aver visto... beh... é solo per PARARSI IL CULO... PER PROTEGGERE DEI COLLEGHI... PER NON PORTARE IN CARCERE ALTRE DIVISE !!!
Non é la prima volta che succede e non sará neanche l'ultima.
A conferma c'é che sia la famiglia, sia quei pochi testimoni e per ultimo l'avvocato della madre hanno le bocche cucite e misurano le sillabe col calibro, ed é piú che evidente che i sospetti e i sospettati sono pericolosi perché hanno una divisa a proteggerli.
Forse dopo avergli venduto la cocaina lo ricattavano... e Pantani dopo aver pagato tante altre volte adesso voleva denunciarli... (vedi il caso Marrazzo, con i carabinieri a ricattarlo per le sue amicizie e vizi particolari...).
Se si fosse trattato di spacciatori o delinquenti comuni sarebbero giá in galera e condannati in direttissima... questo caso sembra che nessuno voglia cercare la veritá... posso anche sbagliarmi... ma tutte le circostanze seguono quella direzione.
(ANSA)
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