Funziona, negli esperimenti su topi di laboratorio, una molecola in grado di ringiovanire i muscoli: una sostanza che, testata sugli animali, ha fatto tornare i loro muscoli 40 anni più giovani se commisurati alla vita umana. Reso noto sulla rivista Cell, il nuovo composto riattiva i mitocondri - le centraline elettriche cellulari - dei muscoli, rendendoli più forti e giovani. Secondo la ricercatrice che ha diretto lo studio, Ana Gomes, del dipartimento di genetica della Harvard Medical School di Boston, benché lo studio si concentri solo su uno dei tanti aspetti dell'invecchiamento, quello muscolare, i risultati sono importanti e potrebbe iniziare già nel 2015 una sperimentazione clinica con questo composto ringiovanente.
Molecola dell’eterna giovinezza si chiama NAD - Gli esperti hanno notato che con gli anni si riduce nel corpo la quantità di un coenzima, il NAD. Hanno quindi osservato che somministrando a topi anziani adeguate quantità di una sostanza che viene naturalmente trasformata in NAD, i muscoli dei topi ringiovaniscono l'equivalente di 40 anni in termini di vita umana.
Possibile ripristinare livelli di forza tipici della giovinezza - Stando a quanto reso noto dal team di ricercatori, con una sola settimana di trattamento è stato possibile riportare i topi con un’età di 2 anni a quella di 6 mesi. La misura del ringiovanimento prende in considerazione alcuni indici come la funzionalità mitocondriale, la perdita di massa muscolare, l'infiammazione e l'insulino-resistenza. Lo studio, ha spiegato Gomes, si limita solo all’analisi dell’invecchiamento muscolare, ma i risultati sono estremamente incoraggianti. La forza muscolare, evidenziano gli esperti, non è aumentata, ma il problema potrà esser superato semplicemente prolungando il periodo di trattamento.
NAD collegato anche a diabete e Alzheimer - David Sinclair, altro ricercatore responsabile dello studio, ritiene che, almeno nei mammiferi, il processo di invecchiamento possa esser in parte reversibile. “Il processo di invecchiamento che abbiamo scoperto è come una coppia sposata - commenta lo scienziato -. Quando sono giovani, comunicano bene, ma col passare del tempo, vivendo in stretto contatto per molti anni, la comunicazione si rompe. E proprio come con una coppia, ripristinando la comunicazione si risolve il problema”. La comunicazione cui si riferisce il ricercatore è quella tra il nucleo e i mitocondri, le centrali energetiche delle cellule, le cui disfunzioni sono legate, tra l’altro, a malattie quali il diabete e l’Alzheimer.
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