lunedì 14 aprile 2014

E a Roma saltò fuori un lago

A largo Preneste, Roma est, c’è un lago. Sì, un vero lago, emerso da qualche anno, ma pochissimi romani lo conoscono. “Naturalmente” è a rischio di cementificazione. Cosa rende straordinario questo specchio di acqua e vegetazione? Le sue dimensioni, certo, diecimila metri quadrati, e il fatto che sia perfino balneabile, ma soprattutto che da oltre un mese un quartiere intero si è messo in testa che quel lago è un bene comune, ed è giusto che tutti lo conoscano per poterne godere. E così si creano dei belvedere per ammirarlo, si va nelle scuole per raccontarlo ai bambini, persone comuni si mettono in strada a diffondere volantini. Un lago di tutti che un piccolo quotidiano web come Comune-info ha immerso in un fiume di comunicazione che sta dilagando. Seguiteci con la newsletter, cliccate qui   
lag
di Giulia Barra
A largo Preneste, Roma est, c’è un lago. Si, proprio un lago. Lo sanno in pochi, anche tra quelli che abitano a pochi metri da lì. Il lago è dietro il Parco delle Energie, dietro gli edifici dismessi da tempo della Ex Fabbrica Snia. Dietro il lungo e monotono muro che costeggia via di Portonaccio, per intenderci. Insomma, questo lago è “dietro”. E infatti nessuno lo conosce. O meglio, nessuno lo conosceva: da oltre un mese un quartiere intero si è messo in testa che quel lago è di tutti, ed è giusto che tutti lo conoscano per poterne godere. E così si creano belvedere per ammirarlo, si va nelle scuole per raccontarlo ai bambini, si svolantina con qualsiasi condizione atmosferica, ognuno come può, ragazzi di centri sociali e associazioni, gente comune, e pure giornalai e benzinai, raccontano e diffondono questa scoperta.
Una bella scoperta, perché non parliamo di una pozza stagnante, ma di un lago vivo vero, connesso alla falda che ne rigenera le acque in continuazione. E di un lago grande: quasi diecimila metri quadri. Basti pensare che è più grande di quello ben più noto di Villa Borghese, e che alcuni prodi del quartiere l’hanno attraversato in canoa.
La storia della sua nascita è intrigante: il proprietario dell’area negli anni Novanta fa carte false (nel vero senso della parola) per costruire sull’area un centro commerciale, scava scava per fare i piani interrati di parcheggio (un classico dei megasupermarket) e per caso, guarda un po’, incontra la falda acquifera (forse il nome di via dell’Acqua Bullicante non è stato scelto a caso), che riprende possesso dello scavo illegittimo effettuato. Anche grazie all’acqua stessa, la situazione illecita viene alla luce e si blocca tutto. In questi vent’anni la natura, in barba agli scheletri di cemento del centro commerciale ancora presenti, si riappropria di questo angolo di città stranamente non ancora asfaltato e decide di regalare al quartiere un piccolo paradiso: intorno al lago la vegetazione si scatena, diventando casa di animali protetti, a cominciare dai germani reali, mentre nel lago non si faticano a intravedere pesci e libellule. Qualcuno, sorridendo, ha detto: “Il lago è vivo, e lotta insieme a noi”.
lag2Dopo questi vent’anni, intervallati da ulteriori tentativi di speculazione (risparmiamo ad esempio il racconto del tentativo di portare una mega struttura per i mondiali di nuoto), il simpatico proprietario (Antonio Pulcini, noto per le inchieste di Report sulle speculazioni romane) nel 2012 ritenta la fortuna, presentando un nuovo progetto per l’area: quattro torri di trenta piani, ovvero 106 metri l’una. Del lago, ovviamente, neanche l’ombra. Il bando si chiamava Relitti Urbani, un bando per “riqualificare” aree industriali dismesse, con ovviamente annessi e connessi premi di cubatura collegati al Piano Casa. Il progetto nello stesso anno supera il primo scoglio, dichiarato ammissibile ed avviabile all’attuazione urbanistica dalla giunta Alemanno.
Due mesi fa i partecipanti al Forum del Parco che autogestiscono gli spazi del Parco delle Energie, vengono casualmente a conoscenza di questo progetto, e preoccupati si attivano per diffondere la notizia del pericolo. I risultati non tardano ad arrivare: dopo un mese di mobilitazione serrata del quartiere (e non solo), le amministrazioni municipali e comunali (nel frattempo rinnovatesi nel maggio 2013) si affrettano a rassicurare che il progetto delle torri è fermo, e che non è intenzione portarlo avanti.
E ci mancherebbe altro, verrebbe da dire. Perché se proprio vogliamo essere pignoli, il Piano Regolatore di Roma in persona, su quell’area prevede verde pubblico e servizi pubblici di rango urbano. A tal proposito anni fa era partito il progetto di costruire un polo Universitario, ipotesi accettata e condivisa dal quartiere. Nel 2010 l’università Sapienza del rettore Frati si tira indietro dall’impresa, senza ovviamente dimenticarsi di pagare i Dipartimenti che avevano elaborato il progetto. Sui perché di questa decisione, quelli in buonafede prendono per buone le motivazioni del rettore, che si sarebbe tirato indietro avendo scoperto debiti annessi e connessi all’area. Quelli in malafede, insinuano che sia tutto un riassestamento di potere e favori tra rettore Frati, sindaco Alemanno, allora in carica, e Pulcini proprietario dell’area.
Ad oggi, qualcuno spera che le ultime dichiarazioni delle amministrazioni che decreterebbero lo stop definitivo del progetto delle quattro torri siano un buon segno. In queste dichiarazioni non vi è traccia di riferimenti al lago, però. Una dimenticanza? Una mancanza imbarazzata dal non avere un’idea di come sbrogliare la matassa, senza scontentare nessuno? Queste sarebbero le motivazioni più rassicuranti.
Quello che è certo è che il lago esiste, è vivo e soprattutto pulito: analisi per determinarne l’inquinamento fatte qualche anno fa sarebbero addirittura nei limiti imposti per la balneazione… insomma, così pulito da poterci fare il bagno. Ma non basta: oltre ad essere bello, vivo e vegeto, pare anche che il bellissimo lago si trovi per metà su suolo pubblico. Si, perché l’unica cosa buona di aver rinvenuto le carte del progetto delle quattro torri, è aver scoperto che c’è un’area di proprietà del Comune (che comprende anche buona parte del lago) quasi contigua al Parco delle Energie, divisa solo da una lingua di terra di proprietà privata (dove tra l’altro svettano i famosi scheletri abusivi del centro commerciale, mai demoliti dal proprietario). L’area in questione è quella dietro il già citato muro di via Portonacco, per intenderci.
Insomma, a Largo Preneste c’è un’area pubblica non costruita e verde (cosa rara ormai!) espropriata come fu l’area del parco delle Energie, conquistata grazie alle battaglie dei comitati e del quartiere, a cui non è permesso accedere. E allora si va avanti: convegni con esperti e luminari, naturalisti, architetti, urbanisti, per raccontare insieme la bellezza e l’importanza di allargare il parco a quest’area, e al contempo preservare l’ecosistema creato dal lago. Chi si sta battendo per questa lotta ci tiene a ricordare che il lago è di tutti, e anche per questo da tutti va reclamato, conquistato e difeso.
A giudicare dallo stupore di chi è andato a vederlo dopo esserselo fatto raccontare, quando lo si vede dal vivo sembra ancora più bello e più grande. Nessuno se lo aspetta, eppure sta li. E allora fatevi avanti, signore e signori!Vedere per credere. E per difendere.

http://comune-info.net/2013/12/largo-preneste-ce-un-lago/

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