martedì 21 gennaio 2014

Pirelli, il futuro degli operai su un filo d’acciaio


Nessuna garanzia occupazionale o produttiva per i circa 400 lavoratori della Pirelli ‘steelcord’. Dopo aver ricercato i bassi salari e i finanziamenti governativi garantiti nei paesi dell’Est, la dirigenza si prepara a compiere l’ennesima ristrutturazione locale: la vendita dello stabilimento di Figline (FI) al miglior offerente. E i lavoratori? Scioperano davanti ai cancelli della fabbrica, come ci racconta Simone, operaio.

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Lo stabilimento della Pirelli di Figline (FI) produce dagli anni settanta una cordicella metallica per i pneumatici, chiamata “steelcord“, e filo per tubi oleopneumatici. La cordicella è stata il prodotto di punta di questo stabilimento, anche per altri marchi di pneumatici (Continental, Dunlop, Uniroyal, sono per citarne alcuni). Oggi ci lavorano 397 persone, di cui 70 impiegati.
Dall’inizio degli anni novanta la dirigenza della Pirelli ha allargato costantemente la propria fetta di mercatoverso altri paesi europei e sudamericani. Sono nati così in successione stabilimenti gemelli in Russia, Turchia, Brasile, Romania e un progetto (in corso) in Cina. Grazie alle maestranze toscane, che sono andate in giro per il mondo per insegnare la professione.
Questi nuovi stabilimenti hanno permesso alla Pirelli di avere un prodotto con un bassissimo costo del lavoro e con grossi finanziamenti dei governi locali. Però, in seguito allo sviluppo di queste nuove fabbriche, il ruolo dell’Italia si è ridimensionato: assunzioni bloccate ormai da alcuni anni, accordi fatti e disfatti, produzioni spostate all’estero per convenienza, macchinari smontati e spostati altrove, spese per la manutenzione ridotte al minimo indispensabile. Una lenta agonia.

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Due anni fa la Pirelli aveva già fatto capire che voleva disfarsi del settore dello steelcord per poter fare cassa rispetto ai debiti contratti, sia nella vicenda Telecom, sia per altre operazioni finanziarie andate male. Ha deciso quindi che tutto il pacchetto dello steelcord (tutti gli stabilimenti)verrà venduto al miglior offerente.
Guarda caso l’unica offerta presa in considerazione è quella della multinazionale belga Bekaert, leader a livello mondiale sia di cordicella per pneumatici, sia di un’infinità di prodotti sempre legati alla produzione di fili di acciaio per uso industriale. Diretto concorrente della Pirelli. Dopo l’incontro di martedì scorso a Roma al Ministero dello Sviluppo Economico non sappiamo se la Pirelli ha già venduto o se ci sono altre fantomatiche cordate di imprenditori italiani.
Il nuovo incontro al Ministero è previsto per oggi, 21 gennaio, mentre noi stiamo scioperando davanti ai cancelli della fabbrica.
di Simone (operaio Pirelli) | clashcityworkers.org 
(Foto dell’equilibrista: Taringa.com)


http://www.isoladeicassintegrati.com/2014/01/21/pirelli-il-futuro-degli-operai-su-un-filo-dacciaio/

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