mercoledì 1 gennaio 2014

Farnesina: 'State in casa', bloccate tutte le adozioni

E' stato ripreso il controllo della tv di Stato a Kinshasa assaltata dai ribelli, almeno 40 morti


 Ribelli in una foto d'archivio

"Oggi ci hanno comunicato che le adozioni sono chiuse almeno fino a settembre-ottobre 2014. Fate qualcosa, aiutateci a tornare con i bambini...". E' la telefonata che Michela Gentili e Andrea Minocchi, in attesa di adottare un bimbo di 2 anni, hanno fatto stamani da Kinshasa ai parenti a Macerata. Lo riferiscono i familiari all'ANSA. ''Mia sorella - racconta Francesca Gentili - ha parlato con mia madre brevemente. Lei e il marito sono bloccati in una struttura religiosa, le altre 23 coppie in attesa di adozione ciascuna in un posto diverso fra alberghi e residence, tutti con i visti ormai scaduti. Ieri notte e stamani hanno sentito gli spari del conflitto fra ribelli e forze governative, l'Unità di crisi della Farnesina ha consigliato di non uscire di casa, ma noi siamo molto, molto preoccupati. Sono ore che provo a rimettermi in contatto con Michela via cellulare, ma non ci riesco''. La coppia maceratese, che non ha figli, è in Africa da due mesi: il sogno di adottare un figlio sembrava finalmente a portata di mano ''dopo tanta attesa, e tante delusioni''. I due coniugi avevano avviato le pratiche per un'adozione in Camerun ma quella possibilità ''era sfumata, e avevano ricominciato tutto da capo in Congo''. ''L'angoscia è anche per quei bambini in pre-adozione. Dovranno essere sistemati di nuovo in orfanotrofio, e proprio mentre in città c'è un mezzo colpo di stato'', osserva Francesca. A Macerata vivono anche i 'nonni' del piccolo congolese, 82 e 70 anni: la donna risponde al telefono con un filo di voce, non ce la fa a trattenere le lacrime.
Palazzo Chigi, presto missione funzionari congolesi a Roma  - ''Una missione di funzionari della Repubblica Democratica del Congo è attesa a Roma, a breve, per avviare le verifiche, che richiederanno inevitabilmente qualche tempo''. E' quanto sottolinea un comunicato di palazzo Chigi sulla vicenda delle adozioni in Congo.
Letta vicino famiglie. Da Kinshasa velocizzazione -  "Il presidente del Consiglio, Enrico Letta - si legge nel un comunicato di Palazzo Chigi - è vicino alle 24 famiglie italiane interessate dal blocco delle adozioni internazionali in Congo e sta lavorando, da settimane, affinché la vicenda possa risolversi positivamente. Come richiesto dal presidente del Consiglio nel corso della conversazione telefonica del 24 dicembre con il primo ministro della Repubblica Democratica del Congo, Matata, quest'ultimo ha incontrato, il 26 dicembre a Kinshasa, la nostra delegazione di funzionari del ministero degli Esteri e dell'ufficio del ministro per l'Integrazione. Il primo ministro Matata ha confermato la situazione complessiva di temporanea sospensione delle adozioni internazionali, che riguarda vari Paesi oltre l'Italia, e la necessità di effettuare verifiche a fronte di irregolarità riscontrate nelle procedure. In considerazione del vivo interesse delle famiglie e del governo italiano per una rapida e positiva soluzione della vicenda, il primo ministro congolese ha confermato l'impegno a velocizzare il riesame delle adozioni, disponendo che i casi italiani siano verificati per primi. A tal fine, una missione di funzionari della Repubblica Democratica del Congo è attesa a Roma, a breve, per avviare le verifiche, che richiederanno inevitabilmente qualche tempo. Le autorità congolesi si sono inoltre impegnate a consentire alle famiglie che, nell'attesa, decideranno di rientrare in Italia, di stabilire presso quale struttura in Congo potranno essere ospitati i propri figli. Da parte italiana si stanno approntando misure ulteriori di assistenza in loco ai genitori e ai figli, anche attraverso un rafforzamento dell'ambasciata. Il governo italiano continuerà a seguire la vicenda con attenzione e determinazione, a sostegno delle legittime aspettative delle famiglie italiane", conclude il comunicato di Palazzo Chigi.

'Siamo in pericolo": è quanto scrive in una mail all'ANSA, Enrico, papà italiano bloccato con altre 23 famiglie in Congo, dove si trovano da un mese e mezzo per riportare in Italia i loro bambini adottati. "I ribelli - scrive ancora Enrico, originario dell'Umbria - hanno occupato la tv di Stato di Kinshasa prendendo ostaggi. Ci sono stati spari all'aeroporto che è chiuso. Noi temiamo - è detto ancora nella mail - per l'incolumità nostra e dei nostri figli".
"Vi prego di aiutarci a sollecitare la Farnesina ad adoperarsi per farci tornare a casa": lo scrive in una mail all'ANSA Enrico, umbro che con la moglie Chiara si trova bloccato in Congo a seguito delle decisioni delle autorità governative locali di fermare tutte le pratiche di adozione in corso. Ieri una delle 24 mamme italiane aveva scritto una lettera al presidente del Consiglio, Enrico Letta. "La delegazione da lei inviata - ha scritto - ci ha detto che non possiamo tornare in Italia con i nostri figli. Io come posso spiegarlo alla mia bambina di sette anni, che ha conosciuto la guerra, la fame e l'abbandono?". "Non siamo noi direttamente in pericolo perché stiamo in periferia ma la situazione in città non ci lascia tranquilli". Lo ha precisato Enrico, uno dei papà adottivi bloccati in Congo.
L'ambasciata italiana a Kinshasa è in costante contatto con le famiglie italiane bloccate in Congo e il ministro degli Esteri, Emma Bonino, sta seguendo l'evolversi della situazione attraverso l'Unità di crisi della Farnesina, dopo i violenti disordini di stamani nella capitale. Lo riferisce il ministero degli Esteri.L'Unità di crisi della Farnesina ha invitato gli italiani residenti a Kinshasa, tra cui le famiglie adottive in attesa di rientrare in Italia con i loro bimbi, a rimanere nei loro alloggi. "Oggi ci hanno comunicato che le adozioni sono chiuse almeno fino a settembre-ottobre 2014. Fate qualcosa, aiutateci a tornare con i bambini...". E' la telefonata che Michela Gentili e Andrea Minocchi, in attesa di adottare un bimbo di 2 anni, hanno fatto stamani da Kinshasa ai parenti a Macerata.
Le forze governative congolesi hanno ripreso il controllo della tv di Stato a Kinshasa, assaltata stamane dai ribelli, che avevano preso in ostaggio alcuni giornalisti. Lo rende noto il portavoce del governo, specificando che la situazione nella capitale è "sotto controllo". Sono quaranta ribelli che stamane avevano assaltato la tv di Stato a Kinshasa, l'aeroporto e lo Stato maggiore e che sono rimasti uccisi. Il portavoce del governo ha informato che sedici ribelli sono rimasti uccisi all'aeroporto, otto alla tv di Stato e alti sedici allo Stato maggiore dell'esercito. Non ci sono segnalazioni di vittime civili o tra le forze di sicurezza, ha aggiunto. Dopo Kinshasa, l'esercito della Repubblica Democratica del Congo si è scontrato con i ribelli fedeli al leader religioso Paul Joseph Mukungubila anche nella città mineraria di Lubumbashi, nell'ovest del paese. Lo ha riferito un funzionario governativo, poche ore dopo i violenti scontri nella capitale. Le truppe governative hanno attaccato la chiesa di Mukungubila nel centro della città situata nella provincia del Katanga, ricca di giacimenti di rame.

(ANSA)

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