lunedì 27 gennaio 2014

Eliminazione preventiva squali, ucciso il primo

Campagna in corso nell'Australia occidentale



Gli oppositori dell'aggressiva campagna del governo statale dell'Australia Occidentale per catturare e uccidere i grandi squali al largo di popolari spiagge, hanno reagito con sdegno alla prima uccisione, poche ore dopo l'installazione di linee di grandi ami ed esche sospesi a barili galleggianti. Un pescatore incaricato per contratto della sistemazione e monitoraggio delle linee di ami, a un chilometro dalla riva, è stato visto ieri mattina uccidere a fucilate uno squalo tigre di circa tre metri che era rimasto preso in un amo, per poi scaricarlo al largo. Il controverso programma è partito sabato dopo che il governo federale ha accordato un'esenzione per un anno dalla legge sulla protezione dell'ambiente e della biodiversità, permettendo l'uccisione di squali sopra i tre metri, compreso il grande squalo bianco, specie protetta.
Gli oppositori hanno attaccato come "vergognosa", "arcaica" e priva di qualsiasi giustificazione scientifica la 'strategia di mitigazione' del governo, motivata da una serie di attacchi mortali nella regione: sette negli ultimi tre anni. Secondo gli ambientalisti vi sono prove schiaccianti che uccidere gli squali non previene gli attacchi e mette a rischio l'ecosistema marino. Alcuni gruppi più militanti hanno dichiarato guerra aperta agli operatori della campagna, dichiarandosi pronti a violare la legge e ad essere arrestati, legandosi alle barche dei pescatori e tuffandosi per rimuovere le esche dagli ami. Una manifestazione di protesta è stata annunciata per sabato prossimo nella popolare spiaggia di Cottesloe a Perth, nell'elettorato del premier statale Colin Barnett. Quattromila persone hanno partecipato ad una precedente protesta sulla stessa spiaggia all'inizio di gennaio.
(ANSA)

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