giovedì 2 gennaio 2014

177 stronzetti siedono su più poltrone. In barba alla Costituzione. Tra loro c’è pure Vendola.

MARIA_MARZANA

Sono passati 43 giorni dal voto che li ha portati in parlamento. Ma loro non hanno ancora scelto tra Regione e parlamento.
A denunciare la piccola truppa di 36 parlamentari che, nonostante la Costituzione non lo consenta (l’articolo in questione è il 122), siedono tra Camera e Senato pur conservando anche un posto in Regione è stata la deputata del Movimento 5 stelle Maria Marzana.
«I doppi incarichi e i doppi stipendi sono eticamente inaccettabili», è stato l’attacco della grillina. Perché, come ha evidenziato la parlamentari di Beppe Grillo, i 36 tra deputati e senatori percepiscono la doppia indennità. Almeno finché non decidono dove sedersi.
VIETATI I DOPPI INCARICHI. A vietare il doppio incarico, oltre alla Costituzione, è pure un decreto legge che nel 2011 è stato convertito: questo stabilisce che non sia possibile ricoprire due cariche elettive e quindi anche sindaci e presidenti di Provincia devono scegliere quale carica assumere, senza poterne sommare altre. E in questo caso la somma di chi vanta più stipendi sale a 177. E questi sono anche coloro che dal 18 aprile devono scegliere il successore di Giorgio Napolitano alla presidenza della Repubblica.
A rendere possibile – per ora – la possibilità di sedere su più poltrone è stata la decisione di prolungare le giunte per le elezioni, ovvero gli organismi di garanzia chiamati a decidere sulle ‘incompatibilità’ dei parlamentari.
VENDOLA NON HA SCELTO. Come ha evidenziato Il Fatto Quotidiano, però, c’è chi ha già deciso del proprio futuro. Tra questi il presidente della Regione Piemonte Roberto Cota che ha preferito rimanere al Nord. Nichi Vendola( dimesso oggi ), invece, non ha ancora sciolto la riserva tra Montecitorio e la Regione Puglia (qui è già iniziata la discussione per capire quale sia il posto migliore per il leader di Sinistra ecologia e libertà).
LA TRUPPA DEGLI INDECISI. Poi ci sono Rocco Palese, Massimo Cassano, Pietro Iurlaro, Roberto Marti, Gianfranco Chiarelli e Lucio Tarquinio (tutti del Popolo della libertà); Antonio Decaro e Michele Pelillo (Partito democratico ); Dario Stefano e Antonio Matarrelli (Sel).
Anche la Campania potrebbe trasferirsi a Roma: c’è il vicepresidente Giuseppe De Mita, nipote di Ciriaco, Unione di centro; c’è il capogruppo Umberto Del Basso De Caro (Pd); c’è l’assessore all’Urbanistica, MarcelloTagliatella (Pdl) e due consiglieri, sempre berlusconiani, Eva Longo e Domenico De Siano.

http://gek60.altervista.org/2013/04/177-stronzetti-siedono-su-piu-poltrone-in-barba-alla-costituzione-tra-loro-ce-pure-vendola/

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