lunedì 6 gennaio 2014


11 giugno 2010 dimensione D
Articolo sulla legge bavaglio

Egr. Avvocato,
si sente tanto parlare
di legge sul
bavaglio, mi potrebbe dire perché non
dovrebbe essere giusto rispettare la vita
privata delle persone?
Grazie.
L’Articolo 21 della Costituzione stabilisce
che “Tutti hanno il diritto di manifestare
liberamente il proprio pensiero con
la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di
diffusione. La stampa non può essere soggetta
ad autorizzazioni o censure. Si può
procedere a sequestro soltanto per atto
motivato dell’autorità giudiziaria..(…).”
Nella giornata del 10 giugno 2010 il disegno
di legge S. 1611, presentato dal
Ministro Alfano, che limita l’uso delle
intercettazioni telefoniche nelle indagini
e proibisce la loro pubblicazione sui
media, è stato approvato con voto di
fiducia al Senato (il 34esimo in 2 anni)
e già nella prossima settimana il testo
potrebbe tornare alla Camera per l’approvazione
definitiva, ma l’opposizione,
la stampa e le «piazze» scalpitano, si accendono
focolai di protesta e si preparano
manifestazioni, scioperi, attività
referendarie e ricorsi alla Consulta e in
Europa. Che cosa sta succedendo? La
libertà di stampa è un diritto inviolabile
riconosciuto in tutte le Costituzioni
e Carte fondamentali delle democrazie
del mondo (la Dichiarazione dell’Onu,
la Convenzione Europea, la Costituzione
Ue, eccetera), ed è inviolabile non
per modo di dire, ma perché l’informazione
nutre le menti, accresce la cultura,
forma le coscienze, e per questo fa
paura ai governi autoritari che temendo
il confronto preferiscono guidare un
gregge di pecore, menti che non sanno
più pensare, reagire, studiare, criticare,
perché non è stata data loro la possibilità
di andare a scuola, né di leggere un
quotidiano che si occupi dei governanti.
Limitare la stampa è gravissimo, è
come ripristinare la schiavitù o la pena
di morte, perché è questo che si ottiene:
un popolo suddito, decapitato, che
non sa pensare, e se sa pensare non può

Risponde l’Avvocato
Il disegno di legge
sul bavaglio
esprimersi. Nel rapporto mondiale di
Freedom House (trad. La Casa delle Libertà..)
l’Italia occupa il 72esimo posto,
all’81esimo la tanto «odiata» Russia.
Fanno rabbrividire molti aspetti di questo
DDL: il controllo su internet, proprio
lì dove i giovani possono informarsi ed
esprimersi liberamente e gratuitamente;
il concetto di abusi sui minori «di minore
gravità» (cioè sulle minorenni?);
la revisione di un diritto costituzionale
addirittura col voto di fiducia; l’assoluta
chiusura rispetto alle opinioni molto
critiche del mondo politico e giornalistico
anche internazionale (l’economia
oggi è un concetto globale, non si esce
dalla crisi se gli investitori temono di
entrare in un sistema legislativo e sanzionatorio
confuso, instabile, isolato, e
«ad personam»); e l’introduzione del
reato di «riprese e registrazioni fraudolente
» per i giornalisti che registrano le
conversazioni. Ma lo scandalo maggiore
è un altro: premesso che prima di stabilire
se un personaggio sia un terrorista
o un mafioso è necessario farle queste
indagini (a meno che non si pensi che
il mafioso sia quello con la coppola in
testa e il terrorista quello con la barba
lunga) diventa inspiegabile la previsione
di limitazioni alle intercettazioni
perché, come dicevo, possono tranquillamente
riguardare anche mafiosi o terroristi
insospettabili, limitazioni come
il collegio di addirittura 3 giudici (già
sotto organico) per autorizzare le intercettazioni,
la durata dell’autorizzazione
di soli 75 giorni, ed una prorogabilità di
3 giorni in 3 giorni, ignorando non solo
il lavoro enorme che grava su PG e PM,
ma anche la circostanza per cui senza le
indagini al processo non si arriva proprio
(forse in questo senso è breve). Si
tenga presente che le associazioni criminali
sono segrete, e solo grazie ai pentiti
e alle intercettazioni si può sapere cosa
accade al loro interno.
Orbene il nostro lettore senz’altro ha ragione
quando dice che è importante la
vita privata di un cittadino, ma esiste il
concetto di bilanciamento di beni e interessi
nell’ordinamento giuridico che
impone, davanti ad un bene superiore,
come la vittima di un reato di mafia, di
trascurare un bene inferiore, come la telefonata
privata di chi «incautamente»
abbia telefonato ad un criminale. Esiste
anche un altro importante principio nella
vita democratica di un paese, ed è quello
di vita pubblica di un personaggio pubblico
ovvero di chi, per i reati «pubblici»
che commette, diventi di interesse pubblico.
Questi personaggi che hanno scelto
liberamente di fare una vita pubblica,
oltre ad avere ben presente i vantaggi di
questa scelta, dovrebbero aver presente
anche il limite alla loro vita privata che ne
deriva, perché hanno l’obbligo di dover
rendere conto alla collettività della loro
condotta anche e soprattutto morale,
perché non sono pubblici in quanto vip
dello star system, ma pubblici in quanto
pagati con i soldi pubblici per svolgere
funzioni di interesse pubblico (e non per
tutelare interessi privati, né per spendere
il denaro pubblico in vizi vari), e quindi
soggetti sottoposti obbligatoriamente al
controllo dell’opinione pubblica.
Un politico non si dovrebbe preoccupare
di non far sapere se qualcuno ingiustamente
lo stia accusando, bensì, se in
buona fede, dovrebbe pretendere il confronto
anche a mezzo stampa, e cercare
la verità nel processo, per dimostrare
all’opinione pubblica la sua rettitudine,
esattamente come accade ad una vittima
qualsiasi. Questo DDL arriverà presto
nelle mani del Presidente della Repubblica,
il quale potrebbe non promulgarlo
in nome di una Costituzione che Egli
stesso, più di ogni altro organo costituzionale,
ed anche per la legge penale, è
obbligato a difendere. Se così non dovesse
essere sono certa che prima o poi
qualche magistrato solleverà un’altra
volta la questione di illegittimità costituzionale
della legge sulle intercettazioni.
Concludendo, questo mese vorrei fare
io una domanda a chi legge: se è vero
che l’intento del legislatore vuole essere
quello di tutelare la privacy, perché non
si è imbavagliata la cronaca rosa... ma
solo quella giudiziaria?
(Avvocato Daniela Nazzaro)
(Studio Legale Nazzaro v. E. Faà di Bruno,
15 - Roma / Via Manara, 5 Pomezia)
www.studiolegalenazzaro.com
Gli avvocati Ida e Daniela Nazzaro sono
disponibili tutti i giovedì dalle ore 16,00
alle ore 18,00 al numero telefonico:
06-37515535 per ricevere i quesiti dei lettori
che possono anche essere inviati per


e-mail: info@studiolegalenazzaro.com


www.emule.it

Nessun commento:

Posta un commento