11 giugno 2010 dimensione D
Articolo sulla legge bavaglio
Egr. Avvocato,
si sente tanto parlare
di legge sul
bavaglio, mi potrebbe dire perché non
dovrebbe essere giusto rispettare la vita
privata delle persone?
Grazie.
L’Articolo 21 della Costituzione
stabilisce
che “Tutti hanno il diritto di
manifestare
liberamente il proprio
pensiero con
la parola, lo scritto e
ogni altro mezzo di
diffusione. La stampa non
può essere soggetta
ad autorizzazioni o
censure. Si può
procedere a sequestro
soltanto per atto
motivato dell’autorità
giudiziaria..(…).”
Nella giornata del 10
giugno 2010 il disegno
di legge S. 1611,
presentato dal
Ministro Alfano, che
limita l’uso delle
intercettazioni
telefoniche nelle indagini
e proibisce la loro
pubblicazione sui
media, è stato approvato
con voto di
fiducia al Senato (il
34esimo in 2 anni)
e già nella prossima
settimana il testo
potrebbe tornare alla
Camera per l’approvazione
definitiva, ma
l’opposizione,
la stampa e le «piazze»
scalpitano, si accendono
focolai di protesta e si
preparano
manifestazioni, scioperi,
attività
referendarie e ricorsi
alla Consulta e in
Europa. Che cosa sta
succedendo? La
libertà di stampa è un
diritto inviolabile
riconosciuto in tutte le
Costituzioni
e Carte fondamentali
delle democrazie
del mondo (la
Dichiarazione dell’Onu,
la Convenzione Europea,
la Costituzione
Ue, eccetera), ed è
inviolabile non
per modo di dire, ma
perché l’informazione
nutre le menti, accresce
la cultura,
forma le coscienze, e
per questo fa
paura ai governi
autoritari che temendo
il confronto
preferiscono guidare un
gregge di pecore, menti
che non sanno
più pensare, reagire,
studiare, criticare,
perché non è stata data
loro la possibilità
di andare a scuola, né
di leggere un
quotidiano che si occupi
dei governanti.
Limitare la stampa è
gravissimo, è
come ripristinare la
schiavitù o la pena
di morte, perché è
questo che si ottiene:
un popolo suddito,
decapitato, che
non sa pensare, e se sa
pensare non può
Risponde l’Avvocato
Il disegno di legge
sul bavaglio
esprimersi. Nel rapporto
mondiale di
Freedom House (trad. La
Casa delle Libertà..)
l’Italia occupa il
72esimo posto,
all’81esimo la tanto
«odiata» Russia.
Fanno rabbrividire molti
aspetti di questo
DDL: il controllo su
internet, proprio
lì dove i giovani
possono informarsi ed
esprimersi liberamente e
gratuitamente;
il concetto di abusi sui
minori «di minore
gravità» (cioè sulle
minorenni?);
la revisione di un
diritto costituzionale
addirittura col voto di
fiducia; l’assoluta
chiusura rispetto alle
opinioni molto
critiche del mondo
politico e giornalistico
anche internazionale
(l’economia
oggi è un concetto
globale, non si esce
dalla crisi se gli
investitori temono di
entrare in un sistema
legislativo e sanzionatorio
confuso, instabile,
isolato, e
«ad personam»); e
l’introduzione del
reato di «riprese e
registrazioni fraudolente
» per i giornalisti che
registrano le
conversazioni. Ma lo
scandalo maggiore
è un altro: premesso che
prima di stabilire
se un personaggio sia un
terrorista
o un mafioso è
necessario farle queste
indagini (a meno che non
si pensi che
il mafioso sia quello
con la coppola in
testa e il terrorista
quello con la barba
lunga) diventa
inspiegabile la previsione
di limitazioni alle
intercettazioni
perché, come dicevo,
possono tranquillamente
riguardare anche mafiosi
o terroristi
insospettabili, limitazioni
come
il collegio di
addirittura 3 giudici (già
sotto organico) per
autorizzare le intercettazioni,
la durata
dell’autorizzazione
di soli 75 giorni, ed
una prorogabilità di
3 giorni in 3 giorni,
ignorando non solo
il lavoro enorme che
grava su PG e PM,
ma anche la circostanza
per cui senza le
indagini al processo non
si arriva proprio
(forse in questo senso è
breve). Si
tenga presente che le
associazioni criminali
sono segrete, e solo
grazie ai pentiti
e alle intercettazioni
si può sapere cosa
accade al loro interno.
Orbene il nostro lettore
senz’altro ha ragione
quando dice che è
importante la
vita privata di un
cittadino, ma esiste il
concetto di
bilanciamento di beni e interessi
nell’ordinamento
giuridico che
impone, davanti ad un
bene superiore,
come la vittima di un
reato di mafia, di
trascurare un bene
inferiore, come la telefonata
privata di chi
«incautamente»
abbia telefonato ad un
criminale. Esiste
anche un altro
importante principio nella
vita democratica di un
paese, ed è quello
di vita pubblica di un
personaggio pubblico
ovvero di chi, per i
reati «pubblici»
che commette, diventi di
interesse pubblico.
Questi personaggi che
hanno scelto
liberamente di fare una
vita pubblica,
oltre ad avere ben
presente i vantaggi di
questa scelta,
dovrebbero aver presente
anche il limite alla
loro vita privata che ne
deriva, perché hanno
l’obbligo di dover
rendere conto alla
collettività della loro
condotta anche e
soprattutto morale,
perché non sono pubblici
in quanto vip
dello star system, ma
pubblici in quanto
pagati con i soldi
pubblici per svolgere
funzioni di interesse
pubblico (e non per
tutelare interessi
privati, né per spendere
il denaro pubblico in
vizi vari), e quindi
soggetti sottoposti
obbligatoriamente al
controllo dell’opinione
pubblica.
Un politico non si
dovrebbe preoccupare
di non far sapere se
qualcuno ingiustamente
lo stia accusando,
bensì, se in
buona fede, dovrebbe
pretendere il confronto
anche a mezzo stampa, e
cercare
la verità nel processo,
per dimostrare
all’opinione pubblica la
sua rettitudine,
esattamente come accade
ad una vittima
qualsiasi. Questo DDL
arriverà presto
nelle mani del
Presidente della Repubblica,
il quale potrebbe non
promulgarlo
in nome di una
Costituzione che Egli
stesso, più di ogni
altro organo costituzionale,
ed anche per la legge
penale, è
obbligato a difendere.
Se così non dovesse
essere sono certa che
prima o poi
qualche magistrato
solleverà un’altra
volta la questione di
illegittimità costituzionale
della legge sulle
intercettazioni.
Concludendo, questo mese
vorrei fare
io una domanda a chi
legge: se è vero
che l’intento del
legislatore vuole essere
quello di tutelare la
privacy, perché non
si è imbavagliata la
cronaca rosa... ma
solo quella giudiziaria?
(Avvocato Daniela Nazzaro)
(Studio Legale Nazzaro v. E. Faà di
Bruno,
15 - Roma / Via Manara, 5
Pomezia)
www.studiolegalenazzaro.com
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