Ucraina: polizia disperde pro-Ue a manganellate
Testimoni: agenti colpivano alla cieca. Decine feriti e arrestati
Kiev
L'Ue "condanna pesantemente" l'uso "eccessivo e ingiustificato " della forza da parte della polizia di Kiev contro chi ieri sera stava pacificamente dimostrando in favore dell'accordo con l'Unione. E' quanto affermano l'Alto rappresentante per la politica estera Ue Catherine Ashton e il commissario Stefan Fule.
Manganellate e gas lacrimogeni. Una trentina di arresti e decine di feriti, forse cento. A Kiev nella notte la polizia ha usato la violenza per disperdere i manifestanti pro-Ue che ormai da una decina di giorni protestavano contro la decisione del governo di sospendere un accordo di associazione tra Ucraina e Unione europea. In piazza Maidan ieri sera erano in 10.000 a manifestare, ma le forze speciali 'Berkut' hanno aspettato la tarda notte per intervenire, quando i dimostranti rimasti nella zona erano solo mille, o anche meno.
Secondo quanto hanno raccontato alcuni testimoni all'ANSA, gli agenti in assetto antisommossa erano tantissimi, duemila secondo alcuni, e sono intervenuti verso le 4.30 del mattino con manganelli, caschi e scudi.
A piazza Maidan stamani non ci sono più manifestanti. Al loro posto ci sono un centinaio di poliziotti e cinque autobus pieni di 'teste di cuoio'. Gli 'europeisti' si sono spostati un chilometro più in là, nella piazza antistante il monastero di San Michele, alcuni all'interno del territorio del monastero. Sono alcune centinaia. Petrò, 26 anni, ha una vistosa fasciatura alla testa: "Mi hanno colpito con una manganellata - spiega -, ma non stavamo facendo niente di male, cantavamo, scherzavamo. I 'Berkut' sono arrivati all'improvviso". Andrei, 42 anni, è indignato: "E' stata una strategia di guerra - dice -. I poliziotti sono arrivati all'improvviso, quando in piazza ormai c'erano solo 700-800 persone, alcuni dormivano già. Non so quanti erano gli agenti - prosegue -. Erano tantissimi comunque e colpivano chiunque, anche la gente a terra".
Petrò sostiene che in piazza "c'erano un migliaio di persone quando sono arrivati i Berkut: la maggior parte della gente era andata via e la situazione sembrava tranquilla. Erano rimasti in piazza solo quelli che avevano intenzione di passare qui la notte. Gli agenti colpivano alla cieca - spiega arrabbiato -, c'erano persone col viso insanguinato, hanno chiesto i documenti agli studenti, arrestato un sacco di gente". "Hanno sgomberato la piazza con la violenza - gli fa eco un altro giovane -, hanno smontato tutto e non hanno nemmeno dato il tempo alle persone di raccogliere le proprie cose". Una rappresentante della polizia, Olga Bilik, ha detto in un'intervista a una tv locale che l'intervento delle 'teste di cuoio' è stato causato dal "lancio di lattine" da parte di alcuni dimostranti contro degli operai che stavano iniziando ad allestire le decorazioni natalizie.
Ma per l'opposizione non ci sono scuse che tengano. Arseni Iatseniuk, capogruppo del partito 'Patria' di Iulia Timoshenko, ha chiesto immediatamente le dimissioni del ministro dell'Interno Vitali Zakharcenko. La violenta repressione della manifestazione europeista potrebbe costare cara al governo ucraino anche a livello diplomatico: già in mattinata sono arrivate le ferme condanne dell'ambasciatore Usa e dei ministri degli Esteri di Svezia e Lettonia.
(ANSA)
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