DAGOREPORT
Tutti i giornaloni dei poteri marci scrivono che Fabrizione-one-one Saccodanni in caso di rimpasto, potrebbe essere sostituito. Forma aulica per dire spedito a casa. Un'operazione che potrebbe restare al palo perché secondo Messaggero e Mattino Gelatina è inamovibile non tanto per la protezione di Bella Napoli e Mariuccio Draghi, ma per il peso (e si vede) che avrebbe sulle piazze finanziare quando c'è da piazzare Bot, Btp, Cct, Ctz e via soffrendo.
LETTA E SACCOMANNI
I giornali di Caltariccone e tutti gli italiani possono stare tranquilli: sui titoli di Stato vigila, per fortuna da anni, la lady di ferro di via XX Settembre, poco conosciuta da quelli che non contano, ma conosciutissima e apprezzata da investitori e banchieri di casa nostra e stranieri.
Si chiama Maria Cannata, ex capostazione, è il direttore generale del Tesoro per il debito pubblico, carica che ha mantenuto con quattro ministri (Tremonti, Monti, Grilli, Saccomanni). Un civil servant perfetto e forse proprio per questo non è stata promossa direttore generale di via XX Settembre quando Vittoriuccio Grilli lasciò per fare il salto con capriola a viceministro dell'Economia.
SACCOMANNI, ALFANO E LETTALA CONDANNA DI BERLUSCONI PELLEGRINAGGIO A PALAZZO GRAZIOLI GIANNI LETTA
Torniamo a Gelatina. Sta perdendo pezzi nel giro dei suoi protettori e - è il caso di Gianni Letta - alcuni contano sempre meno. L'eminenza Azzurrina in coppia con Mariuccio Draghi, due anni fa si disse si fece in quattro per portarlo alla guida di Bankitalia. C'era quasi riuscito. Il 16 settembre del 2001, nel pieno delle manovre per quella carica, Saccodanni varcò il portone di Palazzo Chigi per incontrare Berluska. Una sorta di incontro-esame, a cui, oltre all'Eminenza Azzurrina, erano presenti anche Giulietto Tremonti e il ministro-porcata Bob Calderoli supporter di Vittoriuccio Grilli.
Le cronache di allora riportano che per il governatore di Bankitalia la partita si era chiusa perché Saccodanni aveva fatto un'ottima impressione al Banana. Il nuovo governatore sarebbe stato Gelatina. Talmente ottima che poi sappiamo come è andata: a Palazzo Koch arrivò Ignazio Visco, che in una delle prime dichiarazioni tenne a far sapere che non era parente nemmeno alla lontana dell'ex ministro Vincenzo Visco.
CARLO ROSSELLA GIANNI LETTA SILVIA BERLUSCONI
Ma c'è anche un'altra versione che circola a Palazzo Chigi e che oggi ancora qualcuno ricorda. Berlusca non rimase per nulla impressionato dal Pappagorgia e non ci pensava affatto a metterlo sul ponte di comando di via Nazionale. La prova? Eccola: quando salutò Saccodanni gli disse con il suo sorriso smagliante "mi saluti l'ingegner De Benedetti", alludendo inequivocabilmente alle sponsorizzazione politiche (leggi Repubblica-Espresso, Scalfari, Bella Napoli, etc.) di cui godeva (e gode) Gelatina.
IGNAZIO VISCO
A questo punto viene spontanea una domanda: vuoi vedere che quel vecchio navigatore di Letta si era già messo d'accordo con Bella Napoli sul nome di Ignazio Visco fregando in solo colpo il suo nemico giurato Tremendino e Saccodanni?
MARIA CANNATA
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