Strage di Scicli, quello che i media non dicono
Il giorno dopo lo sbarco che è costato la vita a tredici migranti si scopre che le vittime in realtà si sono buttate in mare troppo presto, prima che il peschereccio si arenasse, non per le frustate ma per fuggire, per sottrarsi al solito “comitato di accoglienza”. Scopriamo anche che le vittime sono quattordici: un ragazzo in fuga ci ha pensato il proprietario di un Suv a investirlo, oggi è morto. Ma i media sono ormai distratti, la notizia da sbattere in prima pagina non c’è più. Per favore, diamogli almeno un nome a quelle persone
di Fulvio Vassallo Paleologo*
Scomparsi gli scafisti con la frusta (due persone in grado di buttarne duecento in mare…, ma per i media tutto è possibile), la bufala del giorno dopo il tragico sbarco di migranti con tredici morti sul litorale di Sampieri a Scicli (Ragusa) emerge dalle foto diffuse dai giornali (in particolare Il Sole 24 ore): appare evidente che il peschereccio si è arenato sulla battigia, dove era impossibile, evidentemente, scendere ed annegare.
Le vittime si sono dunque buttate in mare troppo presto, prima che il peschereccio si arenasse, non per le frustate ma prima di tutto per fuggire, cioè per sottrarsi al solito “comitato di accoglienza” che identifica a forza e detiene fino a quando non vengono prelevate le impronte digitali. Ed infatti alcuni “soccorritori”, che in realtà inseguivano fuggitivi, si sono presi qualche pugno in faccia. Davvero ingrati questi migranti, se non arrivano da morti.
Una volta le imbarcazioni entravano direttamente in porto
Era stato piuttosto facile attribuire tutte le colpe ai due scafisti. Assoluzione generale invece per le politiche e le pratiche disumane dell’immigrazione “clandestina”. Una volta le imbarcazioni entravano direttamente in porto a Lampedusa. Oggi si fugge dai controlli sempre più settati di Frontex e delle forze di polizia. Chi scende prima da questi barconi sa bene di avere qualche possibilità in più di fuga.
Di quanto accaduto a Scicli vorremmo anche capire se i soccorsi sono arrivati con un’ora e oltre di ritardo, come sostiene qualcuno, forse prima hanno cominciato la caccia all’uomo per riprendere i fuggitivi. Perchè di questo si è trattato. Un ragazzo in fuga è stato investito dal proprietario di un Suv , oggi è morto anche lui. Ma di tutto questo, delle bufale e della nuova vittima, naturalmente, non se ne parla più.
Il nome
Crescono i sentimenti di pena e rabbia di fronte a tutto questo, rabbia immensa da trasformare in azione. Diamogli nome e storia a quel ragazzo. Cerchiamo notizie e informazioni sulla famiglia. Dobbiamo fare da soli. Le istituzioni non aiutano in questi casi, lo sappiamo. Chi pensa che i migranti vadano accolti viene considerato ormai soltanto un fiancheggiatore degli scafisti anche se pratica diritti e si trova perfino a rivendicare legalità.
Faremo senza di loro. Dobbiamo farlo.
* Università di Palermo
Nessun commento:
Posta un commento