mercoledì 30 gennaio 2013

Film anti-Islam: confermata condanna morte copti



Sentenza in contumacia, 5 anni per reverendo Jones


IL CAIRO - La Corte d'assise del Cairo ha confermato, dopo il via libera del gran mufti, la condanna a morte di sette cittadini egiziani copti residenti negli Usa per il coinvolgimento nel film 'L'innocenza di Maometto', che scatenò scontri nel mondo arabo a settembre. La Corte ha condannato a cinque anni il reverendo Usa Terry Jones.
I sette imputati, tutti residentI negli Usa, sono accusati di oltraggio all'Islam e di minaccia all'unità nazionale. Fra di loro anche Nikolas Bassili, autore della pellicola che lo scorso settembre ha scatenato un'ondata di proteste in tutto il mondo musulmano. Al Cairo manifestanti attaccarono l'ambasciata Usa, riuscendo a scavalcare il muro di cinta e a strappare la bandiera americana, issata su un pennone all'interno del compound della sede diplomatica.
Intanto i problemi politici e sociali del paese sono "una vera minaccia" per la sicurezza dell'Egitto e se la situazione attuale prosegue "senza soluzione" porterà "gravi conseguenze per la stabilità". Lo ha detto il ministro della difesa e capo delle forze armate egiziane Abdel Fatah el Sisi. I tentativi di mettere a rischio le installazioni pubbliche rappresentano "una questione grave" che "metterà a repentaglio la sicurezza nazionale e l'avvenire dello Stato", ha osservato il ministro della Difesa. "L'esercito egiziano rimarrà un blocco solido e unito e la colonna vertebrale sulla quale è fondato lo Stato perché è l'esercito di tutti gli egiziani, qualsiasi sia la loro appartenenza", ha sottolineato el Sisi, ribadendo che la prosecuzione "del conflitto e delle divergenze tra le diverse forze politiche sulla gestione del paese porterà all'affossamento dello stato e minaccia l'avvenire delle prossime generazioni".
Le forze armate egiziane non consentiranno "mai" che sia messo a rischio il canale di Suez, ha aggiunto il ministro della difesa e capo delle forze armate precisando che il dispiegamento dei militari a Port Said e a Suez ha come obiettivo di difendere "obiettivi strategici e vitali". El Sisi, le cui dichiarazioni sono state riportate sulla pagina Facebook del portavoce delle forze armate al termine di un incontro con i massimi gradi dell'esercito, ha affermato che lo spiegamento lungo il canale di Suez ha come scopo anche quello di "aiutare il ministero dell'Interno che svolge il suo ruolo con coraggio e onore". Il ministro della Difesa ha sottolineato la necessità che le manifestazioni siano pacifiche e venga evitata la violenza perché sia rispettato il diritto dei cittadini di manifestare e allo stesso tempo sia possibile mettere in sicurezza le installazioni vitali, legate alla sicurezza nazionale. Chiudendo l'incontro el Sisi ha affermato che "nessuno potrà mettere in pericolo l'Egitto fin tanto che le sue forze armate saranno in buono stato".
Migliaia di persone stanno partecipando ai funerali delle due vittime degli scontri in nottata a Port Said. "Abbasso il regime" e "Morsi cosa vuoi? Hai ucciso i nostri figli", sono gli slogan gridati, per il terzo giorno consecutivo. I movimenti rivoluzionari e il fronte delle opposizioni delle tre città sulle quali è stato imposto il coprifuoco hanno annunciato manifestazioni di protesta per stasera. Sono 21 i feriti, di cui 10 per colpi di arma da fuoco negli scontri scoppiati in nottata a Suez e Ismailyia.
(ANSA)

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