giovedì 1 novembre 2012

Lilin a CasaPound, come Valerio Morucci

Scritto il 14/9/09


Il titolo è «Questione politica» ed è un lungo messaggio – un post nel linguaggio di Facebook – scritto dal romanziere Nicolai Lilin ai lettori nella sua pagina personale sul social network. «L’autore di “Educazione siberiana”, piccolo caso letterario pubblicato da Einaudi – scrive Maria Rosaria Spadaccino sul “Corriere della Sera” – spiega tra l’altro perché sabato 26 settembre sarà a CasaPound Italia», centro sociale romano di estrema destra, nonostante «numerose lettere» ricevute da suoi lettori e amici che, ammette Lilin, «mi invitano a rifiutare».
L’evento, la presentazione del libro, è uno dei tanti appuntamenti culturali organizzati nella sala conferenze del palazzone occupato nel centro storico di lilin-1Roma, scrive il “Corriere”. Lì i “fascisti del terzo millennio”, come si definiscono i militanti, «ospitano famiglie senza alloggio e lavorano al rilancio della destra radicale». Lo scorso 6 febbraio, ricorda la Spadaccino, anche Valerio Morucci, l’ex brigatista del sequestro Moro e della strage di via Fani, ha presentato il suo libro “Patrie galere” (Ponte alle Grazie) proprio a CasaPound. «Mai la sala conferenze è stata così piena di giornalisti e telecamere».
Ora tocca a Lilin, che non ha alcuna intenzione di rinunciare. «Non capisco il motivo. Rifiutare e negare alla gente partecipazione alla manifestazione culturale – scrive – è come negare a un umano soccorso medico. Un simile comportamento è contro la mia etica e la mia morale». Il suo romanzo, sintetizza il “Corriere”, racconta di un mondo scomparso, quello degli Urka siberiani, una comunità di criminali deportata da Stalin nella remota Moldavia al confine con l’Ucraina, in una terra di nessuno: la Transnistria.
Lilin dichiara di riconoscersi in questa tradizione: “C’è chi la vita la gode, chi la subisce, noi la combattiamo”, è il motto Urka scritto sotto la foto su Facebook. Reduce da due anni di guerra in Cecenia nelle truppe federali russe, Lilin è stato a lungo a contatto diretto con la morte, frequentando un preciso codice della violenza: “etico”, nel caso dei criminali siberiani, o brutalmente gratuito, come quello che nella guerra contemporanea, asimmetrica, costringe i soldati a misurarsi con milizie e agguati, in una spirale di terrore e ferocia. Ne parlerà nel prossimo volume, in uscita nel 2010, proprio sul conflitto nel Caucaso.
«Ho amici di destra e sinistra», scrive Lilin. «Mi trovo bene con loro, perché non li vedo come dichiarati politicamente, ma come persone, come gente che pensa e condivide alcune idee con me». L’Unione Sovietica? «Da bambino ho vissuto nell’impero che cercava di far diventare tutti uguali. E vi posso dire in tutta sincerità che l’unica cosa che faceva diventare tutti uguali nell’Urss era il colore del sangue con il quale hanno sporcato la coscienza sociale». Parole che, annota il “Corriere”, entusiasmano Gianluca Iannone, presidente di CasaPound: «Sono commosso ed emozionato. Questa è la conferma che abbiamo fatto bene a invitarlo perché, al di là dell’anticomunismo, gli riconosciamo l’onestà intellettuale, così rara di questi tempi».

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