venerdì 30 novembre 2012

CACCIA ALLA PROTEINA PER PREVEDERE IL RISCHIO DI INFARTO

 ROMA - 'Sorvegliate speciali' per la prevenzione di infarto e ictus: sono le piastrine, capaci di formare proteine, tra cui il temibile fattore tissutale (TF), che aumentano il rischio di eventi cardiaci o ictus cerebrali. E l'attenzione dei ricercatori è concentrata proprio sulla proteina TF: riuscire a darle la caccia ed a dosarla nel sangue, infatti, significa prevenire molte malattie vascolari.

Il ruolo delle piastrine (cellule del sangue senza nucleo e con un'importante funzione nella coagulazione) e delle proteine da loro prodotte nella prevenzione delle patologie cardiovascolari è una delle principali novità di cui si parlerà in occasione del Congresso mondiale sull'aterosclerosi, che si apre oggi a Roma.

"L'attenzione ha spiegato Elena Tremoli, direttore del Dipartimento di Scienze Farmacologiche dell'Università di Milano e responsabile del coordinamento della ricerca del Centro Cardiologico Monzino di Milano è concentrata sulle piastrine e su farmaci come l'aspirina, in grado di evitare la formazione di trombi. Oggi sappiamo molto di più sull'attività delle piastrine: pur essendo prive di nucleo - ha precisato - queste cellule hanno una sorta di 'memoria biologica' attraverso la quale possono inviare specifici segnali per produrre i trombi".

Ora, ha affermato Tremoli, "l'obiettivo è riuscire a dosare nel sangue questi segnali, e in particolare il fattore TF, per capire se c'é rischio di infarto e iniziare precocemente una terapia appropriata e personalizzata". Si è visto infatti, ha rilevato la specialista, che "non in tutte le persone a rischio cardiovascolare l'aspirina produce l'effetto sperato: alcuni pazienti sono aspirino-resistenti e quindi gli effetti tipici del farmaco sul sangue, cioé la diminuzione della capacità di aggregazione delle piastrine, con conseguente minore predisposizione alla formazione di trombi, sono ridotti". Per questo motivo, sono in corso presso il Centro Cardiologico Monzino studi di farmacogenetica con lo scopo di individuare gli 'identikit' genetici responsabili della risposta individuale ai farmaci anti-piastrinici.

Le malattie cardiovascolari rappresentano dunque uno dei maggiori punti di interesse degli esperti riuniti a Roma per il congresso mondiale sull'aterosclerosi: sono ancora la principale causa di morte nel nostro paese, essendo responsabili del 44% di tutti i decessi. In particolare, la cardiopatia ischemica è la prima causa di morte in Italia (28% di tutti i decessi) mentre gli accidenti cerebrovascolari sono al terzo posto con il 13%, dopo i tumori. Ed ancora: Ogni anno, in Italia si registrano 290.000 eventi coronarici negli uomini e 78.000 nelle donne.

L'International Symposium on Atherosclerosis, che proseguirà fino al 22 giugno, è promosso dalla Società Internazionale dell'Aterosclerosi (IAS) e dalla Società Italiana per lo Studio dell'Aterosclerosi (S.I.S.A.) e organizzato dalla Fondazione Giovanni Lorenzini (Milano-Houston): "Questo importante appuntamento mondiale - ha sottolineato il professor Cesare Sirtori, presidente del Congresso e tra i massimi esperti internazionali di aterosclerosi - ha l'obiettivo di fare il punto sullo stato dell'arte delle malattie metaboliche e del loro legame con le patologie cardiovascolari. Un'occasione per condividere, con più di 5.000 esperti provenienti da tutto il mondo, novità e prospettive sul trattamento e la prevenzione delle placche aterosclerotiche, principali responsabili delle malattie cardiovascolari".

Durante i 4 giorni di lavori del più grande forum mondiale del settore, ampio spazio, tra i vari temi in programma, verrà anche dedicato ai 'nutraceutici', ovvero le proteine vegetali risultate efficaci nella prevenzione delle patologie metaboliche e nella riduzione del rischio vascolare. Si tratta, in particolare, di soia e lupino: vegetali in grado di ridurre la colesterolemia solo modificando la dieta.

Contro l'aterosclerosi, ha ricordato Sirtori, "la prevenzione é infatti fondamentale e la ricerca si sta sempre più indirizzando verso lo studio sia di prodotti dietetici sia di farmaci capaci di impedire la formazione di placche nelle arterie". Al centro del dibattito, inoltre, anche i trattamenti farmacologici più innovativi, come le nuove molecole capaci di aumentare in misura marcata il colesterolo buono (HDL), prossimamente disponibili anche in Italia.

(ANSA)

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