lunedì 3 settembre 2012

Sànchez Gordillo, l'uomo della casta che fa sognare il popolo



Il sindaco di Marinaleda e deputato di Izquierda Unida guida le occupazioni delle terre e rifornisce le mense sociali espropriando la merce dei supermercati.  Nel suo comune il tasso di disoccupazione è allo 0% perchè tutti possono lavorare nelle cooperative comunali che lavorano le terre occupate e ora assegnate.

Immaginate se vi dicessero che c’è un paesino, nella Spagna andalusa soffocata dal caldo e dalla crisi, dove un signore di sessant’anni fa il sindaco da più di trenta. E ininterrottamente. Molti di voi si appellerebbero subito alla voracità della casta, chiamando in causa il tradizionale attaccamento alla poltrona: insomma, parole e musica del grillismo penetrerebbero come la lama nel burro. Ma Juan Manuel Sànchez Gordillo uomo della casta non lo è di certo. Dal 1979 sindaco di Marinaleda, ha accompagnato questo paesino dell’Andalusia in tutta la sua avventura post-franchista, riconfermandosi sindaco nel novembre dello scorso anno con il 65,6% dei voti. Il segreto del suo successo sta tutto nei numeri: a Marinaleda la disoccupazione non esiste e la casa è un diritto ottemperato, oltre che riconosciuto dalla Costituzione. Un successo costruito nel corso degli anni, passato attraverso l’espropriazione delle terre ai latifondisti e la costituzione di cooperative di braccianti.
Ma un episodio sul quale si sta interrogando l’opinione pubblica spagnola è quello accaduto nella giornata di martedì, quando un gruppo di contadini guidati dallo stesso Gordillo è entrato in un supermercato, ha riempito i carrelli con prodotti di prima necessità per andare a rifornire le mense sociali di alcuni paesini nelle vicinanze. Si tratta di agricoltori della zona, che stanno occupando da oltre due settimane una grande proprietà agricola di proprietà del ministero della Difesa, Las Turquillas, ad est di Siviglia, per reclamare una ripartizione più equa delle terre di questa regione del sud della Spagna. “Tutto quello che abbiamo fatto è stato requisire del cibo per portarlo nelle mense sociali", ha spiegato José Caballero, responsabile del Sindacato operaio andaluso (SAT), che partecipa all'occupazione. “Se questo è un reato, che ci arrestino tutti allora, senza problemi, noi siamo qua. Crediamo piuttosto che illegale e disumano sia obbligare la gente a rovistare nei secchi per cercare da mangiare".
Giustificazioni che non hanno convinto nè il Ministero dell’Interno - che con una prassi molto raramente applicata, ha sollecitato un mandato di cattura agli organi giudiziari - né il mondo politico che si è scagliato all'unanimità contro questo piccolo Robin Hood.
Se per il ministro “in nessun caso è permesso violare la legge”, il Partito Socialista ha qualificato i fatti come “barbarità”, scagliandosi proprio contro il “dirigente politico e deputato” Sànchez Gordillo, che rischia l’arresto per aver incitato e comandato queste azioni. Nel frattempo, già due esponenti del sindacato andaluso sono stati fermati, in seguito alla denuncia del supermercato “Mercadona” presentata alle forze dell’ordine e questa mattina sono partite le operazioni di sgombero delle terre occupate. Gordillo però non si scompone e dichiara di aspettare l’evolversi della situazione, soddisfatto per aver acceso i riflettori sul problema della povertà nel sud della Spagna: “lo Stato deve intervenire affinché la gente possa mangiare tutti i giorni”, ha dichiarato, promettendo di portare avanti altre azioni di questo tipo, comprese occupazioni di terre e di banche, “perché la crisi non la paghino sempre gli stessi”. La Spagna si è divisa tra chi sostiene che “di fronte alla fame non c’è legge che tenga” e chi invoca una “punizione esemplare che eviti l’anarchia”, mentre l’uomo delle istituzioni rilancia la provocazione: “sarei orgoglioso di andare in carcere per questo motivo”.

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