martedì 6 marzo 2012

Calcio. La Lazio vince il derby e chiede rispetto


All’indomani di una vittoria importante come quella nel derby, che ha permesso alla Lazio di portarsi a più dieci sui cugini e soprattutto a più due sull’Udinese, diretta concorrente per il terzo posto, ci si aspetterebbe di dover solamente decantare le lodi di una squadra che ha meritatamente avuto la meglio nella stracittadina della Capitale e invece le reazioni da parte dei mezzi di informazione non hanno di certo seguito questa linea.
Tutto questo è stato sottolineato dal Responsabile della Comunicazione Stefano De Martino ai microfoni di LazioStyleRadio, a partire dai salotti televisivi dell’immediato post partita: «Accendendo la televisione ieri ho potuto vedere una sorta di funerale, sembrava si dovesse discutere di uno tsunami, di un terremoto dell’ottavo grado. Un clima funereo un po’ da per tutto. Anche nell’intervista al nostro mister lo si è tenuto per dieci minuti prima di parlare di calcio e gli è stato chiesto di tutto, tornando naturalmente sulle dimissioni. Non si è mai parlato di calcio, di quei undici leoni che sono scesi in campo con la maglia biancoceleste vincendo meritatamente il secondo derby stagionale. Dopo di ché c’è anche chi ha invitato i giornalisti della Roma a farsi rispettare un po’ di più, c’è chi esorta il dirigente della squadra che ha perso a rivolgersi alla classe arbitrale. C’è anche chi dà gli assist in sostanza. E poi andiamo anche a tutto quello che abbiamo visto anche sul discorso dei “buuu” della curva. C’è qualche televisione che fa l’ingrandimento delle immagini dei tifosi in quel momento. È difficile analizzarli tutti, è incredibile quello che ho visto ieri sera a livello di televisioni. Si sono accesi grandissimi dibattiti sul fatto che l’espulsione da ultimo uomo del portiere sia ingiusta, perché chiaramente ce ne accorgiamo dopo Roma-Lazio e perché questa cosa chiaramente ha alterato il derby visto che 11 contro 11 poteva finire in modo diverso – sottolinea con sarcasmo De Martino –. Si è scatenato un funerale a reti unificate, con le considerazioni più curiose pur di non parlare di una vittoria meritata. Questo è stato ciò che si è visto in televisione dopo il derby».
Stesso discorso vale anche per la carta stampata, che questa mattina si è sbizzarrita parlando sì della vittoria della Lazio, ma comunque in un modo “particolare”: «Oggi sui quotidiani ho visto cose strane. A partire dalle pagelle dove i nostri giocatori erano tutti con il 6 politico. Una Lazio che vince il derby in maniera meritata, dalla difesa all’attacco tutti 6, tranne un 6,5 se non sbaglio. Anche lì tra le varie pagelle, analisi curiose che credo ci debbano assolutamente far riflettere. Chi riporta interviste senza dire da dove arrivino, ma a questo ci siamo abituati. Ma vedere certe considerazioni in giro per i giornali lascia il tempo che trova. Poi si è parlato di Mauri, Mauri l’inquisito, Mauri quasi ormai messo all’angolo, che forse giocherà o non giocherà, si saprà nel futuro. Ovviamente c’è stata occasione di leggere anche queste cose, cose che si leggono da mesi ma che poi nella realtà non trovano tutto questo riscontro. Mauri segna il gol del 2 a 1 e chiaramente si parla di Mauri l’inquisito. Ce lo aspettavamo, sono commenti a orologeria, appena c’è la possibilità si torna a parlare in questo modo». Dopo aver parlato dei quotidiani, il Responsabile della Comunicazione biancoceleste è passato alla telecronache sportive: «Ci è stato fatto notare che il telecronista sul pareggio non ha saputo commentare perché stentava a trattenere l’euforia, poi il 2 a 1 invece è stato annunciato con un po’ di amarezza, lasciando intravedere che sotto giacca e cravatta c’era qualcosa di giallorosso. I tifosi sono abituati a questo. Appena finita la partita poi, ho cominciato a navigare sul web e a un certo punto mi sono imbattuto nella notizia che parlava di probabile prova televisiva per Matuzalem con tanto di foto. Noi ci siamo domandati cosa fosse successo, “questo mi mancava” mi sono detto, “non me ne ero accorto”. Non ci siamo fatti mancare veramente nulla, anche la prova televisiva».


Tanti i temi affrontati duramente da Stefano De Martino, che in chiusura ha voluto invitare i tifosi a mettere da parte le acredini e stringersi intorno alla squadra: «Tra pagelle, clima negli studi, prove televisive, dibattiti sull’espulsione del portiere, siamo poi arrivati al discorso dei cori razzisti nei confronti di Juan. Noi peraltro l’altra mattina abbiamo partecipato insieme alla Roma in Campidoglio all’evento contro il razzismo, e abbiamo detto che queste cose sono da condannare. Anche in questo caso però, vorrei far notare che quando è entrato Diakité noi abbiamo sentito dall’altra parte gli stessi cori, stessa cosa che era successa quando Cisse giocava con noi. Per non parlare poi dei cori anche contro la famiglia Paparelli a cui mando un forte abbraccio. È vero che queste cose sono assolutamente da condannare, ma ci vuole un’analisi corretta, e non si deve far passare la tifoseria della Lazio come una che ogni gara ha comportamenti scorretti. La Lazio non si tocca e i suoi tifosi non si toccano. Non ci stiamo. È una cosa ingiusta, se condanniamo certi comportamenti, dobbiamo anche condannare chi vuole far passere puntualmente la tifoseria della Lazio come non è. Lo abbiamo già fatto, anche in occasione dell’ultima gara europea un libro della storia della Lazio, su consiglio proprio di un collega giornalista. Cerchiamo sempre di far conoscere la storia di questa società, ma puntualmente succede il contrario. Si vuole colpire la nostra tifoseria dipingendola in un certo modo, e guardando quello che è successo dopo derby siamo costretti a parlare di tutto questo. Potrei andare avanti ancora per tanto e questa deve essere l’ennesima occasione di riflessione per tutti, dobbiamo stare insieme, dobbiamo combattere questo atteggiamento solamente facendoci vedere e mostrando l’unità, la forza di stare insieme. Solo facendo così, piano piano, le cose possono cambiare. Dopo questa grande vittoria che festeggeremo tutta la settimana, cerchiamo anche di riflettere su questo aspetto. Mettiamo da parte acredini, ruggini, e facciamo uno sforzo necessario da una parte e dall’altra affinché tutto quello che ho appena detto possa cambiare». (Fonte: La Laziosiamonoi)

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