Mentre il lavoro della Guardia Costiera procede il mondo si interroga sui perchè della tragedia dell'isola del Giglio!!! Ecco le vignette più significative.
La tragedia della Costa Concordia rappresenta anche «una catastrofe etica perché c’è stato l’errore umano e c’è stato un soggetto che, secondo le notizie a disposizione finora, non è stato all’altezza del proprio dovere»: così il filosofo e docente universitario Simone Regazzoni intervenuto questa mattina su Radio 19.
«Il filosofo Lacan diceva “la via tracciata per un eroe c’è in qualsiasi uomo comune”, qualsiasi uomo comune che sia all’altezza del proprio dovere in un certo contesto. Ci sono persone che non avrebbero avuto il dovere professionale di comportarsi in un certo modo e invece poi lo hanno fatto». Positivo anche l’esempio del batterista, attualmente disperso, che ha lasciato il posto sulla scialuppa ad un bambino. «Il grande filosofo Levinas diceva che “l’etica è lasciare passare avanti l’altro nell’importanza delle cose”», spiega ancora Regazzoni.
Il naufragio della Concordia ha avuto un impatto mediatico fortissimo. «Ci troviamo di fronte ad un immaginario quello della crociera e cioè del mondo da sogno staccato da quello reale dove tutte le preoccupazioni vengono lasciate a terra per dare vita ad una sorta di avventura idilliaca in cui, in questo caso, irrompe un evento traumatico assolutamente inimmaginabile e impossibile. - dice ancora Regazzoni - C’è un surplus di immagini. Abbiamo avuto la moltiplicazione dei punti di vista. E quello che mi sembra si sia aggiunto questa volta è la telefonata tra il comandante della nave Francesco Schettino e il comandante della Capitaneria di Porto di Livorno Gregorio De Falco. Se fino a ieri continuavamo a vedere le immagini ripetute della nave, questa volta con quella telefonata abbiamo avuto una cornice che a mio avviso è una perfetta lezione di etica. Al di là delle responsabilità giudiziarie che verranno accertate, dalla conversazione telefonica si capisce che Schettino è causa etica di questa tragedia e non è stato all’altezza del suo dovere. Quell’uomo non ha saputo tenere la sua posizione e in qualche modo il disastro trova il suo compimento attorno a questa figura che non è stata all’altezza del suo compito».
E su Radio 19 è intervenuta anche la psicologa e presidente della sezione ligure di Sipem (Società Italiana di Psicologia dell’Emergenza), Cristiana Dentone che ha commentato la telefonata tra il comandante della nave Francesco Schettino e il comandante della Capitaneria di Porto di Livorno Gregorio De Falco. «Quello che emerge è stata la forte differenza di personalità nell’affrontare un evento critico da parte dei due comandanti. - dice Dentone - Quello che è certo è come gli eventi critici pongono le persone di fronte a qualcosa di totalmente inaspettato sollecitando una serie di reazioni che possono essere differenti: abbiamo chi si fa carico del peso della propria responsabilità e chi, invece, è apparso totalmente sprovveduto».
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