No fenomeno la guerra l'ha iniziata Zputin il 24 febbraio 2022 con l'aggressione ad un paese sovrano in spregio al diritto internazionale riconosciuto! L' ex scagnozzo del KGB l' ha battezzata Operazione militare speciale ma quel " militare" i pacifinti ruzzofili italioti l' hanno rimosso...Poi che mi dici dei poveracci nord coreani mandati dal Cicciobomba al macello sul fronte? Degli africani attratti con un pugno di rubli che mi dici?! Dei giovani russi rastrellati nella miseria delle sperdute campagne perché i figliocci della oligarchia di Mosca e S.Pietroburgo ovviamente al fronte non ci vanno che mi dici?!
Putin gestisce il suo consenso interno raddoppiando premi di ingaggio e previdenze per le famiglie dei caduti: un soldato morto vale 150 mila dollari, più di quanto avrebbe guadagnato in 60 anni di lavoro. Così Mosca riesce ad arruolare quasi 30 mila nuovi militari ogni mese.
Morire in guerra sul fronte ucraino non è solo un atto di eroismo, che garantisce la riconoscenza della patria. È anche un affare, almeno per chi rimane in vita: i familiari e gli eredi del caduto. E per i militari che tornano vivi dal fronte, il premio è il benessere economico.
Così Vladimir Putin gestisce il suo consenso interno al terzo anno di una guerra di aggressione che per tanti altri versi è andata malissimo. Il blitz che doveva portare l’armata russa a occupare Kiev in pochi giorni si è trasformato in un conflitto lungo e logorante; le armi di Mosca non reggono il confronto con le tecnologie americane; per aggirare le sanzioni Putin sta trasformando la sua orgogliosa nazione imperiale in una colonia economica della Cina.
Però almeno sul fronte interno gli effetti destabilizzanti nella società civile russa non ci sono stati. Una delle ragioni è questa: trasformando la Russia in una economia di guerra, Putin ha anche trasformato la guerra in una forma di Welfare State. Chi combatte viene strapagato (almeno secondo gli standard russi); chi muore assicura ai propri familiari compensazioni generose.
Nei mesi scorsi Putin ha più che raddoppiato il premio d’ingaggio che viene versato al soldato al momento del suo arruolamento: 400.000 rubli, l’equivalente di circa quattromila dollari. Lo stesso Putin ha invitato le autorità locali ad aggiungere altrettanto, e 47 governi regionali della Russia hanno accolto il suo «suggerimento», arrivando così a quadruplicare il premio d’ingaggio.
La regione di Belgorod ha polverizzato i record offrendo trentamila dollari come premio per l’arruolamento. Grazie a questi incentivi economici Putin riesce ad arruolare dai 25.000 ai 30.000 soldati ogni mese, compensando il numero delle vittime cadute al fronte (a riprova del bilancio umano drammatico). Il flusso di nuove reclute proviene soprattutto dalle regioni più povere. Pertanto funziona come un assistenzialismo per i ceti meno abbienti e i territori più arretrati. Anche i morti hanno un trattamento generoso.
Un economista russo, Vladislav Inozemtsev, ha fornito questi dati al Wall Street Journal. La famiglia di un militare morto al fronte dopo un anno di combattimento riceve 14,5 milioni di rubli, l’equivalente di 150.000 dollari. È più di quanto un uomo della sua età guadagnerebbe in un impiego civile lavorando per sessant’anni, nelle regioni povere da cui provengono la maggior parte delle reclute. Vi si aggiungono altre provvidenze, per i familiari e congiunti. Per questo nei primi due anni di conflitto sono già stati distribuiti 30 miliardi di dollari ai familiari dei caduti. Lo studioso Inozemtsev parla di una «economia della morte», parallela alla «economia di guerra», che sta trasformando pezzi della società e della geografia russa.
Anche la banca centrale della Finlandia ha pubblicato uno studio sugli incentivi alle reclute: «Salari altissimi esercitano una potente attrazione nelle regioni povere». Il New York Times ha raccolto prove aneddotiche di questa improvvisa ricchezza che affluisce nelle regioni di provenienza delle reclute: raddoppio dei prezzi degli appartamenti, vendite di auto di grossa cilindrata e accessori di lusso, come segni visibili di una recente prosperità. A Tuva, una regione periferica che ha un indice di povertà triplo rispetto alla media nazionale, i depositi bancari sono cresciuti del 150% dall’inizio della guerra.
I reportage sul terreno indicano come le famiglie dei caduti li considerino come degli «angeli benefattori», che hanno sacrificato la vita non solo per la patria, ma anche per dare sicurezza economica a mogli, figli, genitori. In un certo senso Putin applica una lezione appresa da alcuni dei suoi peggiori nemici come l’Isis e altre milizie jihadiste, che da molti anni gestiscono un Welfare per i parenti dei loro «martiri»: un fattore che si è dimostrato influente anche nel reclutamento degli attentatori-suicidi
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