"Appare sempre più evidente che in Italia non abbiamo fatto i conti con il comunismo.
Il Putinismo, l’odio per l’Occidente, l’ammirazione per la Cina, dopo essere stati in sonno per molti anni i comunisti tornano e spiegano che in fondo avevano ragione loro perché “alla fine la Cina dominerà il mondo” (cit D’Alema) e l’Occidente democratico sarà spazzato via. E allora ecco che vediamo professori universitari e politici celebrare Putin a Mosca, gioire per le avanzate delle truppe russe, disconoscere la storia, applicare ogni sorta di doppia morale, riesumare i “partigiani della pace”, fiancheggiati e portati in trionfo da giornali, intellettuali e TV.
Non sono particolarmente sorpreso. Il percorso del PCI è andato per salti storici. Mai socialdemocratico, ha aggirato bad godesberg attraverso i pantheon pop - Mandela, Kennedy e Che Guevara frullati insieme - e la pretesa di superiorità morale.
Oggi tutte quelle omissioni presentano il conto.
In un recente dibattito Majorino (PD) e Osnato (FDI) hanno iniziato i loro interventi con un assertivo “siamo molto lontani dalla cultura liberale”. Il che spiega bene il bipopulismo.
Se non ci si sente liberali quando la democrazia liberale e a rischio e sotto attacco degli autocrati illiberali come si può pensare di difenderla?
Destra e sinistra hanno lo stesso problema e per nasconderlo se lo rinfacciano a vicenda: non hanno fatto i conti con la loro storia fino in fondo e oggi questo fa dell’Italia il ventre molle dell’Europa."

Nessun commento:
Posta un commento