domenica 24 marzo 2024

Porfirio

 


Nell'Impero romano gli animali erano considerati esseri privi di intelligenza, destinati a essere sfruttati dall'uomo come fonte di cibo, divertimenti, lavoro e sacrifici religiosi.


O almeno, questa era la mentalità generale, ma non tutti la condividevano. Il filosofo Porfirio, per esempio, scrisse un trattato in difesa degli animali promuovendo una dieta vegetariana. 


Il trattato, scritto intorno al 270 d.C., era dedicato a un amico che mangiava carne: Porfirio provò a convincerlo a smettere criticando le idee di coloro che mangiavano gli animali.


A chi sosteneva che gli dèi avevano creato gli animali per l'uomo, Porfirio rispose che era impossibile perché esistevano molti animali dannosi come le zanzare e gli scorpioni. 


A chi promuoveva i sacrifici, Porfirio rispose che questi risultavano crudeli per gli animali e offensivi verso gli dèi, in quanto "i loro altari venivano contaminati dal sangue delle vittime". Propose quindi di sostituire i sacrifici con preghiere e offerte di vegetali. 


A chi riteneva che gli animali fossero esseri irrazionali incapaci di comunicare, Porfirio rispose che in realtà avevano un loro linguaggio. Per dimostrarlo ricorse a un'analogia: così come i greci non riuscivano a comprendere le parole degli Indiani, allo stesso modo non capivano i versi delle gru. Questo, tuttavia, non implicava che gli Indiani e le gru non avessero un linguaggio, ma solo che i greci non riuscivano a comprenderlo. 


A testimoniare l'esistenza di linguaggi animali era la varietà dei loro versi: "Essi, infatti, gridano in un modo quando hanno paura, in un altro quando chiamano, in un altro ancora quando vogliono nutrirsi..."


Secondo Porfirio, gli animali per certi versi erano persino migliori delle persone. Le bestie feroci, infatti, "quando uccidono gli uomini che gli capitano davanti, li divorano senza fare niente di più crudele di ciò che facciamo noi. Anzi, gli animali sono spinti a questa ingiustizia dalla necessità e dalla fame, mentre noi nelle arene e nelle cacce uccidiamo la maggior parte degli animali arbitrariamente, a causa dei nostri piaceri e spesso addirittura per diletto".

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