Un saluto al compagno Paramaz, morto per difendere la libertà di Kobane

“Ogni anima è una cellula rivoluzionaria”; sono queste le ultime parole con cui ci lascia il compagno turcoSuphi Nejat Ağrınaslı e con cui noi vogliamo dargli un ulteriore saluto.

Ogni anima è una cellula rivoluzionaria, la rivoluzione incomincia dentro ognuno di noi, ma è nella collettività, nella solidarietà e nell’unione di forze che poi essa si sviluppa davvero.

Il compagno Paramaz è morto per difendere la libertà di Kobane, nel nord della Siria, dall’oppressione dell’ISIS e degli integralisti islamici; è morto perché ha resistito, per proteggere un popolo dai suoi nemici. Paramaz era e rimarrà per sempre un rivoluzionario, un esempio per chi lotta, un esempio di solidarietà militante tra popoli. Con questo breve comunicato vogliamo dire che non sarà mai solo, ma che sapremo senz’altro raccogliere i semi di ribellione che ha seminato, per dimostrare che la rivoluzione del Medio Oriente non è circoscritta a quel territorio, ma è una rivoluzione  che  tocca tutti e tutte, e che cercheremo di riportare in ogni Paese, in ogni città.

Un piccolo esempio di questa circolarità di lotte lo abbiamo già messo in pratica occupando uno Studentato, rendendolo a disposizione di studenti e studentesse che non possono permettersi di avere una casa e che dunque sarebbero costretti ad abbandonare il sogno universitario; abbiamo chiamato questo studentato Taksim, proprio per riportare la forza delle rivolte turche di Gezi Park anche qui, a Bologna.

Come studenti e studentesse dello Studentato occupato Taksim vogliamo quindi porgere condoglianze alla famiglia di Suphi Nejat e ai suoi compagni di lotta, portando, per quanto possibile, tutta la nostra solidarietà ai combattenti kurdi, a tutti i ribelli, a chi non si lascia opprimere ma lotta con tutta la sua forza!

Ciao Paramaz, vivrai in tutti i nostri cuori, in tutte le nostre anime, ma, soprattutto, in tutte le nostre lotte, dal Medio Oriente a Bologna ed in ogni città!

S.O.Taksim

“Every soul is a revolutionary cell”: these are the last words that the Turkish comrade Suphi Nejat Ağrınaslı has left us, and to whom we want to devote another farewell.

Every soul is a revolutionary cell, revolution starts inside each one of us, but it develops for real in the community, in the solidarity and in the union of forces.

The comrade Paramaz is dead for defending Kobani’s freedom, in the Northern part of Syria, from IS and Islamic integralists’ oppression: he’s dead because he resisted, for protecting people by their enemies. Paramas was and will forever be a revolutionary, an example for those who are struggling, an example of militant solidarity amongst people. With this brief statement we want to say that he will never be alone, and that we will for sure harvest the seeds of rebellion he has planted, in order to show that the revolution in Middle East is not circumscribed to that territory, but it’s a revolution that touches everyone of us, and that we will try to bring back in each country, in each city.

We have already deployed a little example of this circulation of struggles by occupying an university residency, and making it available for those students who can’t afford a home and that would be otherwise are forced to abandon the university dream: we’ve called this residency  Taksim, precisely for conveying the force of Turkish revolts in Gezi Park even here, in Bologna.

Therefore, as students of Taksim Occupied Residency we want to offer our condolences to Suphi Nejat’s family and struggle mates, bringing, as far as possible, all of our solidarity to Turkish fighters, and to all the rebels, to those who are not accepting to be oppressed but struggling with all their force!Goodbye Paramaz, you will live in all of our hearts, souls and, most of all, in all of our struggles, from Middle East, to Bologna and in every city!

Taksim Occupied Residency

http://www.univ-aut.org/categorie/conflitti-globali/522-un-saluto-al-compagno-paramaz-morto-per-difendere-la-liberta-di-kobane

Alessandro Verga

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