martedì 15 aprile 2014

Sine Titulo

Giustizia-morta
“Ogni uomo ha il potere di mutare il Mondo nella misura in cui riesce a rivoluzionare se stesso.” (A.d.D.)

Napoli. 10 aprile 2014.
L’operazione di smantellamento della Giustizia che in questi anni ha visto protagonista uno Stato bugiardo e lontano dal cittadino, ad oggi, avrebbe legittimato più che mai prese di posizione incisive da parte dell’Avvocatura italiana. Quando lo Stato emana norme che ledono le libertà e i diritti fondamentali, diviene ostile alla comunità e lo sfaldamento dei cardini fondamentali della democrazia, in tal senso attuato con pervicace ostinazione, imporrebbe azioni mirate, fuori da ogni tipo di compromesso. I rappresentanti dell’Avvocatura nazionale avrebbero dovuto essere gli ambasciatori delle istanze di una categoria ad oggi sempre più mortificata e svilita, comprovando che gli avvocati – garanti della Democrazia e suoi difensori – non sarebbero rimasti inerti di fronte lo scempio compiuto dai ‘poteri forti’.
La strategia del confronto e della concertazione con quegli stessi organi emananti norme lesive di principi costituzionalmente garantiti, non dovrebbe esser ritenuta sufficiente ma rafforzata da azioni forti, condivise a livello nazionale.
Questo lo spirito che ha animato circa i 1500 avvocati napoletani che su istanza proposta da un gruppo di ‘giovani’ colleghi hanno richiesto al proprio Ordine locale la convocazione dell’Assemblea dei suoi iscritti.
Personalmente fortemente voluta l’Assemblea, quale momento di confronto necessario tra i numerosi avvocati napoletani e di informazione tra quelli che non prendono parte alle vicende politiche della propria categoria – pur lamentando la drammaticità della propria condizione – ad avviso di chi scrive si è rivelata un fallimento.
Numero esiguo di partecipanti (appena 700 su oltre 13 mila, compresi i ‘rinforzi’ sbarcati a difesa del fortino pur in assenza di attacchi), votazione frettolosa ed improduttiva di effetti reali, animosità e personalismi, confusione e mala educazione hanno imperato, dando soddisfazione ai soli detrattori dell’assemblea quale momento partecipativo e democratico.
L’unico dato di rilievo, all’esito dell’assemblea di ieri, è l’aver preso consapevolezza della totale mancanza di coscienza personale e professionale degli avvocati napoletani i quali, immemori di ciò che dovrebbero essere e della funzione ‘sociale’ che dovrebbero svolgere, hanno dimostrato di accettare le cose per quelle che sono senza voler provare almeno ad essere protagonisti del Cambiamento, offuscando la possibilità di dare nuova Luce a quella che fino a pochi anni or sono era ancora una nobile professione. Ma per nobili ideali occorrono grandi ali, vista lungimirante, cuore aperto e coraggioso. A questo punto appare legittimo chiedersi: chi è che sta uccidendo la Giustizia? Il Governo? I Poteri forti? O sono piuttosto i tesserati del partito degli assenti e dei deleganti, con le loro iniquità e le loro sterili polemiche, atte a conservare intatto il proprio misero e infruttuoso orticello? Ieri abbiamo perso una grande opportunità, la possibilità di tracciare un segno sullo scenario della politica nazionale, ma per farlo avremmo dovuto per primi ‘riformare’ noi stessi! In tal modo il tanto ostentato stato di agitazione sarebbe stato reale e con la volontà del vero rinnovamento, quello che nasce dallo Spirito di Classe. L’individualismo innato che ha contribuito a creare le condizioni in cui oggi siamo, doveva essere abbandonato, combattuto e vinto!
Ma ciò non è accaduto. E forse non accadrà mai. Noi non siamo quei tutori della Giustizia che dichiariamo di essere. Almeno non come classe. In tale constatazione vivono il mio rammarico ed il mio dispiacere. Che ognuno abbia ciò che vuole.

Avv. Argia di Donato
Presidente Nomo∑ Movimento Forense

http://nomosassociazioneforense.wordpress.com/2014/04/10/sine-titulo/

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