SCAPPA COL MALLOPPO - MAXI TRUFFA ALLA COMUNITA' EBRAICA DI MILANO: INDAGATO PER UN BUCO NEI CONTI FINO A 5 MILIONI L'EX TESORIERE. CHE TRE GIORNI FA HA TENTATO IL SUICIDIO CON IL TUBO DEL GAS
La Comunità per la denuncia alla Procura si è affidata a uno studio legale. - Nell’assemblea presieduta da Meghnagi si è parlato di «alcuni milioni»; le indagini avrebbero sinora calcolato circa 2 mln, ma analoghe anomalie sarebbero segnalate su altre poste che, se confermate, potrebbero far lievitare il buco a 5 mln… -
Paola D'Amico e Luigi Ferrarella per ‘Il Corriere della Sera'
WALKER MEGHNAGI
Maxi ammanco milionario nei conti della Comunità ebraica di Milano, il cui tesoriere (sino al giugno 2013) è indagato per truffa dalla Procura di Milano su denuncia della Comunità, e tre giorni fa ha tentato il suicidio con il tubo del gas: è questo intreccio tra un giallo finanziario, un ambito religioso e una parabola umana a scuotere da mercoledì sera i 6.000 ebrei milanesi della Comunità.
Ossia da quando oltre 500 di loro hanno risposto alla convocazione straordinaria di un'assemblea urgente nella quale il presidente Walker Meghnagi ha annunciato che «al nostro interno dobbiamo affrontare la scoperta di una situazione che non avremmo mai ritenuto potesse verificarsi. Negli ultimi mesi è stata sottoposta a controllo generale tutta la contabilità della Comunità: il controllo è ancora in corso ma fin d'ora permette di provare che, approfittando della buona fede di tutti, sono stati sottratti, nel corso degli anni, alcuni milioni di euro dalle casse della Comunità con modalità subdole e ingannevoli, rivelatesi idonee a vanificare i controlli previsti e costantemente posti in essere dagli uffici».
MEGHNAGI CON MAGDI ALLAM E GUIDO PODESTA
Nell'assemblea, dove c'era chi aveva già sentito parlare della sospensione di due collaboratrici di un dirigente sospettato di infedeltà, e di un provvedimento disciplinare per una terza impiegata, è stato fatto esplicito riferimento al ragioniere Sergio Lainati, milanese, non iscritto alla Comunità, assunto come impiegato 38 anni fa ancora fresco di diploma, e poi promosso sino a essere da molto tempo il direttore amministrativo. Solo nel giugno 2013, nell'ambito di una revisione della spesa sollecitata dall'«Ucei-Unione comunità ebraiche italiane», la sua funzione era stata cancellata e assorbita dal ruolo del segretario generale nel nuovo riassetto organizzativo della Comunità milanese, i cui bilanci in rosso (meno 8 milioni) risentono anche della difficoltà di gestire una Scuola di alto livello, una casa per anziani con sperimentazioni avanzate, e servizi sociali di qualità.
«Per anzianità e per ruolo la sua figura ci costava di più», spiega il presidente Meghnagi nel rimarcare come all'epoca non ci fosse alcun nesso con i sospetti ammanchi poi emersi, e il predecessore Roberto Jarach aggiunge: «Nella mia gestione posso dire di essere stato l'unico firmatario di assegni: se qualcosa è uscito, ciò è avvenuto attraverso canali a me sconosciuti. Né la sofferenza dei bilanci era imputabile a sottrazioni di cassa, perché la gestione dei servizi che la comunità offre ai suoi iscritti è molto onerosa, e questo è un problema non di oggi».
ROBERTO JARACH
La Comunità, che per la denuncia alla Procura si è affidata a uno studio legale fra i più ferrati in materia finanziaria, fatica ancora a identificare i meccanismi dell'ammanco e a quantificarne le dimensioni: nell'assemblea si è parlato di «alcuni milioni», le indagini avrebbero sinora calcolato circa 2 milioni, ma analoghe anomalie sarebbero segnalate su altre poste che, se confermate, potrebbero far lievitare il buco sui 5 milioni.
WALKER MEGHNAGI
L'assemblea è stata assai vivace, al punto che molti dei partecipanti sono rimasti colpiti dall'intervento della figlia di un impiegato della Comunità che - raccontano - già oltre 20 anni fa sarebbe «morto di crepacuore proprio dopo essersi scontrato più volte con il direttore amministrativo e averne denunciato il comportamento improntato ad un controllo esclusivo e personale». L'avvocato dell'ex dirigente, Anna De Feo, declina commenti in quanto «non autorizzata a rilasciare dichiarazioni», limitandosi a confermare che l'uomo ha ricevuto dal pm Giordano Baggio una informazione di garanzia per l'ipotesi di truffa. «Non mollerò mai - promette intanto Meghnagi all'assemblea -, andremo avanti e recupereremo ciò che ci è stato rubato: la scelta di coinvolgere la magistratura, dopo le prime verifiche di consulenti contabili e informatici, testimonia la volontà assoluta e trasparente di andare fino in fondo».
http://www.dagospia.com/rubrica-29/Cronache/scappa-col-malloppo-maxi-truffa-alla-comunita-ebraica-di-milano-indagato-per-un-buco-74920.htm
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