venerdì 11 aprile 2014

Giappone ritorna al nucleare, malgrado crisi Fukushima

L'inversione di rotta era ampiamente attesa

Dimostrazione antinucleare a Tokyo (foto: EPA)

Il Giappone torna al passato e all' uso del nucleare civile, malgrado la grave crisi di Fukushima.
    Il governo del premier liberaldemocratico Shinzo Abe, con il via libera al nuovo piano energetico nazionale, ha cancellato le linee del precedente esecutivo, guidato dal partito Democratico, sul progressivo azzeramento del nucleare in scia alla peggiore emergenza atomica dopo Cernobyl. Il piano ammette la ripartenza dei reattori (48 unità sull'intero arcipelago, tutti fermi), ma solo di quelli ritenuti "sicuri" dopo "test stringenti".
 
    Allo stesso tempo, il piano ammette la continuità dei progetti su riciclaggio e riprocessamento del combustibile esaurito, in fase di stallo.
    L'inversione di rotta era ampiamente attesa dopo la presa del potere a fine 2012 da parte del partito Liberaldemocratico, tradizionalmente a favore dell'industria nucleare. Il governo, tuttavia, ha impiegato più tempo delle attese per "affinare lo schema" di riferimento a seguito anche delle polemiche tra gli stessi parlamentari su bozze "troppo pro nucleare", nel mezzo di un sentimento popolare diffuso contrario alle centrali.

    "Abbiamo compilato una politica di base per una politica energetica responsabile sul medio-lungo termine e che sostiene la vita delle persone e le attività economiche", ha affermato il ministero dell'Economia, del Commercio e dell'Industria, Toshimitsu Motegi, nel corso di una conferenza stampa.

(ANSA)

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