lunedì 14 aprile 2014

30 anni di obiezione monetaria

di Luca Perazzone*
Una Mutua AutoGestione (Mag) è una società cooperativa, costituita da persone fisiche e persone giuridiche, che svolge attività finanziaria, per sostenere l’economia solidale, i sistemi di produzione e scambio innovativi e eco-compatibili, l’integrazione sociale.
La Mag raccoglie denaro per effettuare investimenti in un circuito equo, non speculativo e trasparente. Sottoscrivendo azioni di capitale sociale, i soci potranno controllare direttamente l’utilizzo dei propri risparmi attraverso un’informazione trasparente sui progetti finanziati e sull’andamento delle attività. Potranno inoltre partecipare alla vita sociale della cooperativa prendendo parte alle assemblee e contribuire alla promozione culturale della Mag e dell’economia solidale.
Dopo anni di attesa esiste finalmente un regolamento statale relativo agli operatori del Microcredito nel quale sono previsti e definiti nelle loro potenzialità gli operatori di Finanza Mutualistica e solidale. Il testo, costituente la disposizione attuativa dell’art. 111 del Testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, non è ancora definitivo e ha visto chiudersi le consultazioni la scorsa estate. Trentacinque anni dopo la nascita a Verona della prima Mag, le cooperative che attualmente portano avanti in Italia un modello di finanza eticamente orientate possono continuare ad esistere ed operare secondo regole che almeno in parte sono state concertate con le massime autorità finanziare italiane.
Potrà anche cominciare a lavorare autonomamente l’unica nuova Mag nata a Firenze circa un anno fa e recentemente inserita nell’elenco degli intermediari finanziari autorizzati: un evento importante che conferma ancora una volta che il “modello Mag” può ancora dire e fare molto per la costruzione, lenta ma inesorabile, di quel nuovo possibile mondo che  vogliamo.E’ difficile condensare in poche righe una storia che vede nascere e diffondersi tra la fine degli anni Settanta e gli anni Novanta la Mag Verona (1977), la Mag 2 Milano (1980), la Autogest Udine e la Mag 3 Padova (1983), la Mag 4 Piemonte (1987), la Mag 6 Reggio Emilia (1988), la Ctm-Mag (1989), la Mag 7 Genova (1991) e infine la Mag Venezia (1992).
ass-magfiLa riforma delle norme bancarie a partire dal 1991 mette in crisi il sistema costringendo queste cooperative a vincoli molto pesanti sulla capitalizzazione e sulla raccolta del prestito: a seguito di chiusure, trasformazioni e fusioni le Mag superstiti sono più forti e organizzate, ma la difficoltà imposte alla loro diffusione convincono alcune di loro a muoversi sul progetto Banca Etica, che inizierà ad operare nel 1999.
Cooperative finanziarie come le Mag e la Banca Etica realizzano certamente due modelli diversi ma non alternativi di microcredito e microfinanza, con valenze etiche comunque superiori alle moltissime volgari “imitazioni” messe in atto dalla finanza tradizionale. Le differenze più grandi, in positivo e negativo, sono molto legate alle loro dimensioni strutturali: soggetti più piccoli e agenti localmente riescono a seguire e soddisfare meglio i propri soci risparmiatori e finanziati rispetto ad una filiale bancaria che è comunque vincolata nella sua operatività alla sede centrale. Al contempo una banca, etica o meno, può operare ovunque, raccogliere più facilmente da tutti e utilizzare strumenti più evoluti e potenti.
I moltissimi vincoli e adempimenti cui le istituzioni finanziarie statali e private (come Banca d’Italia) assoggettano tutte le società finanziarie appesantiscono l’operatività di quelle più piccole in misura proporzionalmente maggiore: questo è sicuramente un limite di un sistema che forse potrebbe cambiare nel breve, con l’approvazione definitiva dei citati decreti attuativi.
Una disamina puramente finanziaria dei limiti delle Mag non rende però merito a quello che invece hanno costituito e continuano a essere le potenzialità maggiori di cooperative che più di ogni altra forma societaria stimolano il rispetto della partecipazione e dell’uguaglianza tra i membri: società tra persone, dove lo scambio di denaro avviene tra soci e non clienti. Soprattutto dove questo scambio diviene uno dei molti strumenti per promuovere “… la crescita di una società conviviale dove le persone ritornino ad essere protagoniste della loro vita, dove si accolgano le diversità, si faccia loro spazio attraverso la lentezza, la partecipazione, la priorità data alla creazione di rapporti personali di conoscenza e fiducia rispetto ad obiettivi esclusivamente economici…”. Questo testo, firmato Mag6, riassume in sé uno sforzo che tutte le Mag, compresa la neonata di Firenze, provano a coniugare con quotidiana operatività fatta di libretti, capitale, mutui e microcredito. Con risultati diversi come diverse sono le loro strutture, i territori di riferimento, le culture sociali e d’impresa.
Molti sono stati nel tempo i termini coi quali negli anni si è provato a definire genericamente l’attività delle Mag: obiezione monetaria, economia solidale o conviviale, finanza mutualistica, eticamente orientata, microcredito… Quasi sempre o molto spesso sottovalutando che tutto ciò interessa nella misura in cui riesce a mettere in discussione a partire da sé stessi le regole economiche e sociali che, strutturalmente, generano situazioni di bisogno. Quanto lontana è da questa visione una Banca, qualunque banca, vissuta come un’istituzione totale indiscutibile, che deve salvarsi sempre per prima.
Creare reti e relazioni, sostenere quelle esistenti apportando nuove idee e cultura solidale; promuovere ovunque la trasparenza, la partecipazione, lamutualità, l’autogestione; contrastare la delega, le discriminazioni economiche ed ogni speculazione. Caratteristiche queste che devono essere proprie innanzitutto della struttura cooperativa di (auto) gestione che le agisce, privilegiando sempre tutti coloro che cooperano, si associano, intraprendono insieme.

Per informazioni: finanzaetica.net
Questo articolo è stato pubblicato anche da Granello di sabbia, il mensile di Attac Italia, qui scaricabile

http://comune-info.net/2014/04/mag-trentanni-di-obiezione-monetaria/

1 commento:

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